Ciò che possiamo licenziare

venerdì 22 agosto 2014

Romana De Gasperi: il buon senso è duro a morire.

Messo spesso in minoranza, se non bandito, il buon senso di tanto in tanto ritorna. Maria Romana De Gasperi in una breve intervista sul Corriere della Sera mette in fila passato e presente del Paese. Lo fa con buon senso. Forse in dose eccessiva per quanto possa assorbirne l’italico popolo. Che a capirlo poi è tutta un’altra storia.

Negli ultimi venti anni e forse pure qualcuno in più, il caro vecchio buon senso ha avuta vita grama. 
Una congiura ben organizzata, non si sa da chi, lo ha emarginato dalla vita pubblica (e non solo) degli italici. Tuttavia nonostante i continui disperati impegni dei cucuzzari, di turno che si trovano ben spalmati lungo tutto lo stivale e in tutte le classi sociali, di tanto in tanto il buon senso riemerge. E talvolta anche nei territori che, apparentemente, sono marginalmente ai confini della politica. L’ultimo caso di buon senso applicato è stato fornito dalla Signora Maria Romana Catti De Gasperi, figlia di Alcide De Gasperi. In una intervista di quattro colonnette sul Corriere della Sera a firma di Paolo Conti (20 agosto) ha dispensato tanto buon senso quanto difficilmente l’italico popolo, per non dire della sua sé-dicente classe politica, per usare la terminologia di Gaetano Mosca, sia in grado ricevere. Che immaginare lo possa anche capire sembra voler forzare le leggi basilari della natura.

Cosa ha detto di così speciale la Signora Maria Romana Catti De Gasperi? In verità nulla ha solo messo in fila due o tre dati analizzandoli con semplice buon senso. Alla domanda su come consideri il fatto che gran parte del mondo politico si sia messo a commemorare suo padre ha risposto: «Oggi è quasi una necessità …. C’è la necessità di trovare personalità che possano onestamente prendere in mano le redini della situazione.» Le parole chiave dello stringato riassunto sono solo due: “personalità” e “onestamente”. Dove la prima  risulta essere l’esatto opposto di “guitto-piazzista-masscomunicatore” ed affini mentre la seconda va a cozzare contro le demagogiche promesse e le peracottate ad esse annesse. E tra queste ultime non va ignorata quella di Giuseppe (meglio noto come Beppe) Fioroni che ha proposto  di dedicare a De Gasperi la prossima Festa dell’Unità. La ribattuta ha l’effetto di una rasoiata: « In verità mi sembra una cosa strana.» ha commentato la Signora De Gasperi.  E in effetti è strano anche ritrovarsi Fioroni in Parlamento. Ma magari questa è l’ultima volta. Ammesso che le deroghe come i condoni sia finiti per sempre. Si spera.

Il buon senso vuole che non si replichi ad ogni bischerata dal sen fuggita che altrimenti si passerebbe la vita a spenderlo inutilmente e quindi la Signora De Gasperi insiste nel non commentare l’affermazione del 2003 del domiciliato di Arcore: «Sono l’erede di Alcide De Gasperi.» Forse basta, oggi come allora, un sorriso muto. Di quelli riservati alle barzellette mal riuscite. Sul giovane Renzi e il suo governo vien difficile anche a lei di dare dei giudizi anche se il punto chiave è:«Bisogna essere sinceri: chi altro abbiamo oggi?» Che poi è come dire che il suddetto è figlio, ad esser generosi, dell’inanità e dell’ inconcludenza, giusto per fermarsi qui, in prima battuta del suo partito, gruppo dirigente e base, anche se questa si chiama sempre fuori e poi della classe politica nel complesso, sempre nell’accezione di Mosca.   


Ma il punto vero, che come al solito arriva in fondo e gli vien dato poco spazio, sta nel fatto che: « I politici sono il riflesso della gente, della società del momento. Sarebbe bene non dimenticarlo mai.»  Già. Al buon senso non servono molte parole e neppure troppo spazio, ma non c’è smemorato peggiore di chi non vuol ricordare. E gli abitanti dello stivale hanno memoria corta. Anzi cortissima.

1 commento:

  1. Con tutto il rispetto per il fu de gasperi, ma una signora che dice: chi altro abbiamo oggi, la fa capire tutta su come vede la politica, e forse è meglio che non partecipi, sennò ne avremmo un altra da pagare.

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