Ciò che possiamo licenziare

mercoledì 2 luglio 2014

Immunità: nessuno la vuole ma tutti se la piglian

Felici e contenti il duo Calderoli Finocchiaro ha visto approvare in commissione la proposta per il nuovo senato ivi inclusa la clausoletta dell’immunità. Questa che nessuno voleva ha ottenuto la stragrande maggioranza dei consensi. Gli strani scherzi del destino.

Il duo Calderoli Finocchiaro
Di Immacolata la bella del paese si usava dire che «tutti la voglion ma nessuno se la piglia.» E le beghine, ma non solo loro, giù ad almanaccare sul perché quella bella ragazza rimanesse zitella e non trovasse proprio da sposare. Con l’immunità (parlamentare), che non è certo il più bel provvedimento che il parlamento possa prendere,  la storia è completamente diversa: «nessuno la vuole ma tutti se la pigliano.» E qui non c’è tanto da almanaccare sul perché. Non foss’altro che per l’alto numero di deputati e senatori che hanno pendenze con la giustizia. Ma non per reati d’opinione, che oggi viene pure difficile da stabilire quali siano e, in taluni casi più che un’opinione si tratta di un dato di fatto conclamato anche se, purtroppo assai spesso non (ancora) sancito dall’autorità giudiziaria.

I sostenitori dell’immunità dichiarano che questa è sacrosanta per definire la separazione dei poteri ed impedire che quello giudiziario sia artatamente coercitivo (fumus persecutionis) nei confronti di quello politico. È un’opinione che ci può anche stare pure se storicamente è successo il contrario. Ma tant’è. In questo caso il rimedio al fumus di cui sopra è oggettivamente abnorme: come se si prevedesse il ricoverare in terapia intensiva uno solo perché ha un semplice raffreddore. A nessuno, guarda caso, è venuto in mente di proporre il contrario: mentre il parlamentare viene indagato, intercettato, interrogato e magari alla bisogna pure arrestato un organismo esterno al parlamento valuta se c’è il fumus. Così si evita che l’arrosto prenda il volo e poi finisca massaggiato da una qualche macchinetta  tritadocumenti o da più semplici corruzioni di testimoni. E gli esempi non mancano.

Bizzarro poi risulta il fatto che relatori della proposta del nuovo senato siano Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli. Entrambi fanno parte della categoria dei nominati ed entrambi con qualche aggravante. Il Calderoli non solo è padre della famosa porcata ma nonostante una laurea in medicina non sa distinguere una persona da un animale il che, al di là di ogni altra considerazione non è bello. E soprattutto dimostra o difetti alla vista o scarso QI A scelta. Che se poi quella confusione è stata fatta strumentalmente per strappare qualche becero applauso razzista allora è ancora peggio. La cosa è proprio laida.  E dunque la domanda: che ci fa uno così in parlamento e pure come vice presidente del senato e relatore di una proposta di riforma che tocca la costituzione?

Anna Finocchiaro, in parlamento da sempre, è più nota per le sue spese nei supermercati con tanto di uomini della scorta utilizzati come spingitori di carrelli, che non per specifiche iniziative legislative. E di cattivo gusto è stata la sua richiesta di deroga per presentarsi alle elezioni, e si spera questa sia la sua ultima volta, scavalcando la procedura del suo partito che impedisce la ricandidatura dopo tre mandati. E qui non si dice del signor marito perché non è giusto che le eventuali colpe di questo ricadano sulla moglie. Certo l’etichetta della politica, se ci fosse, avrebbe voluto altre soluzioni. 

Comunque per ora l’immunità è passata solo nella commissione Affari costituzionali. Si dovrà aspettare il responso dell’aula. Che però è un’aula di nominati.

Matteo Renzi, il primo bambino che mangia i comunisti, da che è presidente del consiglio si è molto esercitato nel rimangiarsi quello che ha detto nelle varie Leopolde. Strani scherzi del destino.

4 commenti:

  1. Riccardo Palmarocchi2 luglio 2014 alle ore 21:16

    bella questa

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  2. Questa è la solita casta marcia !!!

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  3. Quelli chiamati a "metterci la faccia" ... e fare il lavoro sporco ...

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  4. in questo Paese non basta più COMMENTARE, occorre CAMBIARE.

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