Ciò che possiamo licenziare

domenica 29 giugno 2014

Silvio Berlusconi apre ai gay. Dopo la Pascale e Vittorio Feltri.

Nuove domande di iscrizione all'Arcigay: VittorioFeltri e Francesca Pascale. Ma l’Arcigay ci crede tra il sì e il no a queste conversioni e pone delle condizioni. Quando si è sulla strada del declino politico magari si pensa a strumentalizzare tutto e tutti. Come la pecunia i voti non olent.

Vittorio Feltri e Francesca Pascale
Nulla, o quasi, è meglio di un ravvedimento in politica perché, dice la vulgata, soltanto gli imbecilli non cambiano mai opinione. Ma d’altra parte non è vero il contrario: non basta cambiare opinione  per non essere più imbecilli. Chi imbecille è imbecille resta nonostante il simpatico valzer dei possibili tanti cambiamenti di pensiero. Che  la norma vuole siano  contraddittori. Comunque è un dato di fatto che passare da posizioni retrive, omofobe e pure un po’ fasciste a una  posizione che, anche poco assomigli al vivere civile laico ed al buon senso è un gran passo in avanti. E Berlusconi Silvio, ex presidente del consiglio, ex cavaliere del lavoro, nonché ex senatore e machista incallito (da vedersi se diventerà ex anche in questo) e attualmente in prova ai servizi sociali pare si sia convinto al grande passo: i gay e le lesbiche e i/le transgender sono persone come tutte le altre. Complimenti. Allelujia. Complimenti.

Arrivare a questa conclusione alla soglia degli ottanta anni non denota certo agilità mentale piuttosto, ad essere maliziosi, una qualche lentezza nell’apprendimento degli elementi basilari dell’educazione civica. Ma in fondo nessuno è perfetto. E Berlusconi Silvio, come dimostrato con ampiezza di prove negli ultimi venti anni, meno che mai. La dichiarazione che il domiciliato di Arcore ha rilasciato suona così: «Quella per i diritti civili degli omosessuali è una battaglia che in un Paese davvero moderno e democratico dovrebbe essere un impegno di tutti. – aggiungendo – Da liberale ritengo che attraverso un confronto ampio e approfondito si possa raggiungere un traguardo ragionevole di giustizia e di civiltà.» (1) Bella dichiarazione. A parte la bizzarra scelta dei termini. Si pensi a come possa essere «ragionevole» un traguardo di giustizia e di civiltà: è questione di alta filosofia tutta da spiegarsi.  Anche se qualcuno potrebbe, con qualche ragione, sostenere che un traguardo di giustizia e civiltà o è o non è. Semplicemente.

Comunque ben venga questo operoso ravvedimento berlusconiano, magari stimolato dalla fidanzata che per età potrebbe essere sua nipote e i giovani, a volte sono motori di innovazione. Francesca Pascale è così convinta del fatto suo che ha dichiarato (prima del fidanzato) di essere :«In favore dell’estensione massima dei diritti civili e della libertà». Ed ha anche chiesto l’iscrizione all’Arcigay. Forse con un qualche motivo a dar retta alle voci (maligne?) messe in giro da Michelle Bonev (2)  Peraltro prontamente querelata. Ma comunque i gusti sessuali della Pascale sono fatti suoi e di chi con lei li condivide.

Forse, ma si fa fatica a crederlo, in queste così repentine scelte c’è un pochetto di strumentalizzazione  dato il calo dei consensi di Forza Italia e soprattutto pensando che i voti, come la pecunia non olent. Certo  non sarà facile spiegare il cambiamento a molti del centrodestra. Alcuni rimarranno un tantinello spiazzati, Gasparri, giusto per dirne uno che assomiglia sempre più ad Alice nel paese delle meraviglie, e con lui tutti quelli che si sganasciavano dalle risate a sentire le barzellette e battute sessiste del loro campione.

Una piccola rassegna (non esaustiva) delle opinioni passate del domiciliato di Arcore in materia può dar l'idea della portata epocale della svolta: «Giovanni Toti è venuto per amor mio ma voglio precisare che non siamo gay» (Sardegna, 2014); «Meglio essere appassionati alle belle ragazze che essere gay» (affare Ruby 2010); «Ragazzi, ve le porto io le veline e le minorenni altrimenti ci prendono tutti per gay» (Aquila, 2009); «Meglio occuparsi di infrastrutture e di trasporti piuttosto che di omosessualità» (2008). E la lista delle citazioni potrebbe farsi assai più lunga e magari pure greve.

Anche Vittorio Feltri, campione di bon ton, ha chiesto l’iscrizione all’Arcigay. Del resto la Pascale per la sua giovane età non poteva essere lasciata sola in simile frangente, ci voleva qualcuno d’esperienza e di piglio ad accompagnarla. Ed ecco Feltri disponibile alla bisogna. Succede però che quelli dell’Arcigay ci credano tra il sì e il no a tutte queste conversioni sulla strada del declino politico (che anche questo va considerato) e ai due neofiti, il loro presidente, Flavio Romani, ricorda che: «L’adesione all’Arcigay comporta anche degli impegni.» A Feltri chiedono l’apertura di uno spazio di discussione sul linguaggio giornalistico mentre alla Pascale di farsi capofila delle istanze lgbt all’interno di Forza Italia. Magari con la costituzione di una commissione o dipartimento.

Ancora una volta il tempo dirà quanto mare c’è tra il dire e il fare.
2)http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/18/berlusconi-michelle-bonev-pascale-e-lesbica-sanno-tutti/747811/


17 commenti:

  1. Ha finito le puttane.

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  2. troppo viagra dà alla testa. evviva il viagra.

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  3. Oddio, basta con Berlusconi....ci sono tante notizie importanti che vengono taciute

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    1. Verissimo! Ma questa è molto divertente per i protagonisti che mette in campo e soprattutto per l'ingenuità della trovata. Pensare che un machista come il Berlusconi Silvio che ha fatto strame di ogni idea del vivere civile (dare un'occhiatina alle innumerevoli leggi ad personam e poi alle sue battute da trivio) si converta, come Saulo sulla via di Damasco, ai diritti civili sembra una farsa. E ridere fa bene, soprattutto d'estate. E comunque sul sito del Vicario Imperiale si parla di molto altro.

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  4. comunque fra le colpe del forzismo non mi pare ci sia mai stata l'omofobia, molto più presente nella vecchia sinistra per cui l'omosessualità era roba da preti o da nazisti: Berlusconi avrà fatto battute da scaricatore di porto, un po' per natura e molto per ragioni elettorali, ma è sopravvissuto molto approccio "liberal". Giancarlo Galan per esempio! era coerente nell'appoggio dichiarato alle rivendicazioni omosessuali "anche perché tanti omosessuali mi votano", ma poi perché nel dna forzista più che il vietare c'è il "vietato vietare" - anche vietato vietare di rubare, dirà qualcuno

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    1. Nel forzismo c'è anche la Santanché e la Biancofiore e gli strenui sostenitori della famiglia. Che poi ne abbiano più d'una questo è un dettaglio. E comunque non sottovaluto le battute del domiciliato di Arcore a cui è sottesa una forte componente machista. Un Galan su questo tema non fa primavera.

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    2. machismo quanto ne vuoi, ma anche permissivismo: ricordo qualche battuta pesantissima di Berlusconi, ma c'è una componente che si autodefiniva "liberal" e che nel Veneto (del Mose, mi si dirà) era egemone: proveniva, magari attraverso l'azienda come Galan, in parte dal PLI e in parte dalla "sinistra" socialista come Lia Sartori, da domani credo agli arresti domiciliari in quanto non più coperta dall'immunità europea

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  5. annoto che è diffuso nell'ambiente, ma non congruente associare l'omofobia e la difesa della famiglia. Non c'entra nulla. Ho visto una foto di una manifestazione a Venezia che diceva: sordo o gay ti amo come sei, se uno non accetta la diversità degli altri non merita di vedere rispettata la propria, ma questo è valido da tutti e due i lati eh!

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    1. Su questo sono assolutamente d'accordo. L'antagonismo gay vs famiglia deriva dai Gasparri, Casini ecc...E comunque non credo che dal mondo lgbt sia mai partito un attacco verso la famiglia etero. non si può fare, come cantava Dalla, che ognuno può far l'amore come gli va?

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    2. Esattamente così, qualsiasi altra cosa non ha senso se non quello di ronpere le scatole a qualcun altro

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  6. credo che i cambiamenti da parte di esponenti politici ,anche quando dettati dall'opportunismo,; siano comunque il segno di un diverso sentire da parte di una società di cui il politico che vuol essere costantemente sull'onda, finisce con il prende, più o meno volentieri, atto. E questa modifica finisce a sua volta per rafforzare anche nella società l'idea di "normalità" di questo mutato sentire. Quando il presidente americano Johnson volle accelerare il processo di integrazione razziale negli Usa si preoccupò di favorire la partecipazione elettorale della gente di colore; la caccia al loro voto avrebbe per se stessa favorito una diversa legislazione. Credo poi sia anche vero che dentro Forza Italia vi siano sempre state componenti abbastanza liberali su questo tema e , non necessariamente, ad opera di ex liberali od ex socialisti. Non ricordo quale esponente democristiano ( non vorrei sbagliare ma penso ad Andreotti) ebbe modo di dire anni addietro che il vecchio Pci non avrebbe mai accettato di avere suoi capi di governo o segretari di partito, qui proprio non ricordo , omosessuali , come invece ebbe la DC. naturalmente poi rifiutò di fare qualsiasi esempio concreto.

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  7. Vedi quanto quanto influisce la percezione individuale Massimo ha in mente l'ala liberal di forza Italia in Veneto, io in Emilia Giovanardi e Garegnani. per l'omofobia nella sinistra : c'è un gustoso episodio sul punto di svolta, l'allora presidente dell'Arcigay e comunista Grllini organizza un incontro con la FIOM bolognese e illustra la tematica dei diritti gay; prende la. Parola un delegato metalmeccanico "io sciono d'accordo con quello che ha detto il compagno ... Il compagno... Il compagno busone "

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  8. be' più che omofobia mi sembra una tecnicalità. Sito Novefebbraio dicevo appunto che si tratta di un arcipelago tenuto insieme dall'interesse e anche da una visione o una convenienza autoritario/carismatica, ma non da una visione comune delle tematiche civili: estremisti cristiani, allegri naufraghi di PSI e PLI, fascisti calzati e vestiti, soggetti che han letto moltissimi libri ricavandone l'idea di uno sviluppo democratico e moderno del fascismo che comprensibilmente hanno preso lo 0,4 % perché nessuno ci ha capito niente. Di presidenti del consiglio omosessuali ne abbiamo avuti due o tre, e gli annali riportano di quando Zaccagnini lasciò spazientito una importante riunione gridando a Moro: "ma lascia perdere quelli (Rumor e Colombo ndr) che non sono mai stati a letto con una donna!" comunque non smentendo niente di quanto su Galan e il suo ambiente sta scritto p. es. in "I padroni del Veneto" di Renzo Mazzaro, edizioni Laterza, puntualmente confermato in questi mesi, affermo che sul piano dei rapporti personali e del primo approccio d'istinto si tratta di un ambiente nettamente liberale; poi magari bisogna allinearsi bofonchiando all'opportunismo di turno del Capo

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  9. Beh il PRI ha avuto Spadolini e ne fece il proprio segretario e poi capo di governo.

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  10. il più grande teorico del trasformismo e delle larghe intese: diceva che l'Italia si può governare solo così, e in qualche modo la storia patria lo ha dimostrato (essendo perfino Togliatti fautore di una poco dichiarata "larga intesa" costituzionale che ha sempre tenuto)

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    1. No il più grande teorico del Trasformismo fu colui che lo invento: Agostino Depretis!

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    2. qualche merito credo lo abbia avuto anche Marco Minghetti, ma non ne so poi tanto... io pensavo al dopoguerra: Spadolini rivalutava Depretis, ma anche il connubio di Cavour, e poi Giolitti, e poi la solidarietà di De Gasperi col "quarto partito" e Moro col centrosinistra e col compromesso storico, e anche la solidarietà costituente mai venuta meno neanche durante la guerra fredda. Mazzini avrebbe sicuramente pensao diversamente. E' anche vero che Mazzini perse tutte le battaglie.

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