Ciò che possiamo licenziare

lunedì 5 maggio 2014

Genny ’a carogna: facciamolo ministro dell’interno. Anzi no, Primo ministro

Genny ’a carogna, che per i non partenopei sta per Gennaro la carogna, decide se si gioca oppure no. Non si tratta che dell’ultimo episodio (maleodorante) dell’italico mal vivere. Il giornalista Cerasa si domanda (come provocazione lui dice) «cosa non è andato bene?»  Forse più di un politico ha (segretamente) invidiato il potere di Genny ’a carogna.

E così ancora una volta s’è dato spettacolo e messo in mostra un  altro dei pezzi pregiati (maleodoranti tutti) che l’Italia, unica o quasi al mondo può esibire: come lo Stato cede davanti a Genny ’a carogna. 
C’era da aspettarselo, d’altra parte come recita l’adagio: non c’è due senza tre e il quattro vien da sé. Assieme a tutti gli altri numeri che il genere italico può inventare. Quando fotografarono la P38 su un piatto di spaghetti ci furono alti lai, s’era offeso l’orgoglio nazionale. Poi, saltando qualche decina d’anni ed episodi vari, la copertina di un settimanale inglese riportò l’effige dell’allora capo dell’esecutivo, in seguito sarebbe diventato un pregiudicato, con il commento che era inadatto a governare. Si sapeva ma anche allora ci furono altri alti lai. Lo stesso accadde quando Angela Merkel e Sarkò si misero a sorridere (avrebbero voluto sghignazzare ma in eurovisione non si può fare) dello stesso personaggio noto all’estero più per i suoi cucù che per iniziative politiche di un qualche senso.   

E poi, andando a caso, random dicono gli inglesi (così Severgnini sarà contento), poiché a seguire la serie storica c’è solo da far di danno al fegato, ci sarebbe da dire di Pompei e de L’Aquila e delle stragi impunite e dei segreti di stato e di anarchici che volano dalla finestra e dell'autostrada infinita e della terra dei fuochi, che il poliziotto autore dell'inchiesta ci muore di cancro, di giornalisti che minacciano la presidente degli industriali di scatenare segugi e di governi che piazzano alla presidenza di enti le sorelle di condannati per tangenti. E poi quella strana storia di accordi e accordicchi con la mafia. Storia mai chiarita ma che si porta dietro, questa sì bella evidente, una larga e scura striscia di sangue. O per andare a minuzie come quelle che accadono negli stadi dove si blocca chi ha in tasca una bottiglietta d’acqua minerale e non si pescano quelli che si portano fumogeni e petardi e razzi e spranghe o che, nonostante i tornelli, sono capaci far arrivare sugli spalti motorini da far capitombolare di sotto. 

E che dire di chi, come Daniele De Santis in arte Gastone, che blocca partite o decide di farle riprendere a piacimento. E poi c’è Genny ’a carogna, che già il nome è tutto un programma, che chiede di liberare uno che è stato condannato per aver ucciso un commissario di polizia e che decide, anche lui come Gastone, se un evento può o no svolgersi con serenità ed arrivare alla fine.  E poi a corredo e supporto di tutto questo c’è anche un giornalista che, in una trasmissione della RAI (Prima Pagina del 5 maggio) se ne esce dicendo: «lancio una provocazione ma che cosa è che  non è andato bene l’altra sera nella partita Fiorentina e Napoli? Adesso bisogna anche essere obiettivi il problema era probabilmente che c’era una persona che aveva dei precedenti come è stato segnalato sui giornali, Genny la carogna, che ha discusso con il capo delle altre tifoserie e con il capitano del Napoli sul cosa fare: sull’andare avanti oppure no. Bisognerebbe evitare che esista il capo di una tifoseria che abbia potere di vita e di morte sulle questioni legate all’ordinaria amministrazione, alla sicurezza di uno stadio. Però possiamo anche dire che se fosse stata presa un’altra decisione e fosse stata interrotta la partita e fossero state trasmesse informazioni sbagliate e anche non precise ai tifosi e fossero stati mandati via i tifosi dallo stadio forse sarebbe successo qualche cosa di molto molto più grave rispetto a quello già grave che abbiamo visto durante la partita.»  (la consecutio temporum è tutta del giornalista Cerasa) Eh già. 

Secondo Claudio Cerasa, caporedattore del Foglio, «che cosa è che non è andato bene»? Ancora una volta  si fa confusione e magari cattiva informazione. Il punto non è e non era, se far continuare o meno la partita (valutazione di ordine pubblico e anche un po’ di buon senso) ma stabilire chi è autorizzato a prendere questa decisione.  In mondovisione s’è visto che la decisione ultima spetta a Genny ’a carogna.  Lo stesso Genny ’a carogna che viene omaggiato di un’intervista dal il Mattino di Napoli.  Evviva. Evviva. Certo che al ministro Alfano un po’ questa cosa dovrebbe bruciare. Genny ’a carogna alza un dito e uno stadio intero a ubbidire. Alfano minaccia leggi draconiane  che al confronto le grida spagnole raccontate nei Promessi Sposi son cose da educanda e tutti, Genny ’a carogna per primo, a impipparsene.


Magari anche Renzi Matteo, dopo aver detto che uno come Genny ’a carogna, dovrebbe starsene in galera, sotto sotto deve aver pensato che gli piacerebbe avere lui quel potere per riformare la Pubblica Amministrazione e cancellare i pensionati d’oro, e impedire i doppi e tripli incarichi, e ridurre i costi della politica e magari anche fare pagare le tasse a chi le evade insomma fare la rivoluzione che lui dice di sognare. Poi però ci sono  le nomine delle aziende pubbliche che fanno un po’ ridere, e poi ci sono i tagli fatti a metà e i soldi dati alla fascia più numerosa di quelli che han bisogno (in fondo anche i voti contano) e i costi che sono intaliabili e via raccontando. Insomma tutti quei casi in cui lì la parte di Genny ’a carogna, nel senso di chi detiene il potere vere, la fanno altri.  

11 commenti:

  1. Ci sono già abbastanza carogne nel nostro governo.

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  2. ministro dello sport?

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    1. Perché no? Anche come ministro dello sport. O presidente della fwedercalcio o addirittura del Coni. Come presidente del Coni lui mica sarebbe andato a Sochi con il cappella in mano come ha fatto "ribollita" Letta. Genny a carogna, stesso fisico di Putin e magari anche stesse amicizie e stessa testa, a quello l'avrebbe sistemato per le feste.

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    2. batterebbe i pugni sul tavolo

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  3. Almeno non dice cazzate.....

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    1. Infatti ... le scrive sulle magliette. Ammesso sappia leggere

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    2. Fa di peggio questo signore. La mia era una battuta sentite le cose che dice il nostro ministro degli Interni.

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  4. tranquillo,tipi come lui ci sono già

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  5. Potpourri Di Lauretta6 maggio 2014 alle ore 16:15

    mettiamolo a capo dell´UNESCO

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  6. Sergio Spadavecchia8 maggio 2014 alle ore 09:42

    Il problema è che lo stato, nonostante le smentite da il meglio di se nel proprio ruolo: trattare e accordarsi con la mafia e sabato scorso anche con la camorra, attendiamo un accordo bilaterale con la 'Ndrangheta.....

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  7. abbiamo avuto Bettino o'Decisionista, Giulio o'Scartellato, Silvio o'Simpatico e mallora perchè no Gerry a' Caragna almeno non finge di non essere in criminale

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