Ciò che possiamo licenziare

martedì 29 aprile 2014

Quattro simpatiche ragazze. Storie di vita vera.

A Roma ci sono due nuovi santi ma il mondo va avanti lo stesso. Quattro ragazze, che sono il doppio di due si danno da fare ciascuna per la sua parte. C’è chi si ribella agli orrori della vita, chi cerca di aiutare la famiglia, chi denuncia il razzismo e le ipocrisie che gli girano attorno e chi inventa nuove eliche.

Charlotte Bell e Michelle Obama
Mentre Roma si preparava a celebrare e celebrava l’ascesa agli altari di due nuovi santi, che già ce ne sono pochi , il mondo ha continuato la sua quotidiana rotazione su sé stesso e contemporaneamente intorno al sole. Per fortuna. E quattro (che è il doppio di due) simpatiche ragazze con le loro azioni sono riuscite a farlo un po’ più bello e, nonostante tutto, ad ottenere un po’ di spazio sui media. Non certo proporzionato al loro merito ma d’altra parte non sono sostenute da potenti uffici stampa. Ma quel poco che è arrivato fa ben sperare per il futuro.

La prima a cui si vuol rendere merito è una ragazzina, giusto per essere chiari una minorenne, a malapena arriva ai sedici anni, che ha sulle spalle esperienze così vergognose e turpi che forse ci vogliono dieci vite malavitose per riuscire ad eguagliarle. Si tratta di una delle due piccole dei Parioli che ha trovato il coraggio nell’ambito del processo (rito abbreviato con conseguente sconto di pena che pure questa si spera giustamente massima) di costituirsi parte civile   sia nei confronti degli sfruttatori e dei vergognosi clienti che senz’altro tenteranno d’infangarla, sia contro la madre. Sempre che si possa definire madre la donna che l’ha partorita. S’immagina il lacerante dolore di una simile scelta che tuttavia doveva essere fatta sia per sé stessa sia per senso ed impegno civile. Fra breve tempo, auspicabilmente, la cronaca si dimenticherà di lei e della sua compagna di sventura. Si spera che entrambe possano cancellare il più possibile e magari anche in tempi non lunghi  la loro tragica storia.

Dall’altra parte del mondo Charlotte Bell, appena dieci anni, ha cercato di dare una mano alla famiglia. L’ha fatto durante la festa organizzata per i figli dei dipendenti della Casa Bianca consegnando il curriculum vitae del suo papà, disoccupato da tre anni, a Michelle Obama. L’ha fatto di fronte a tutti gli altri bambini, con semplicità. Forse Charlotte non otterrà niente, sembra che da quelle parti le lettere di raccomandazione non funzionino tanto, ma ha avuto il coraggio di manifestare alla Fist Lady una situazione di forte disagio, e di rendergliela tangibile e concreta. Sono problemi che chi sta al centro del potere conosce ma forse, perché non li vive sulla sua pelle, non capisce compiutamente.  Non deve essere stato facile. Un gesto innocente e magari un po’ goffo può smuovere più di tanti discorsi.

«Puoi dormire con i negri, puoi fare quello che vuoi con loro, l’unica cosa che ti chiedo è di non portarli alle mie partite. In Israele vengono trattati peggio dei cani» Autore del virgolettato è Donald Sterling un arzillo ottantunenne, ovviamente miliardario, e già che c’è anche proprietario di una squadra di pallacanestro, i Clippers, che gioca nel campionato Nba e che ha diversi giocatori neri.  Destinataria del delicato messaggio è stata Vanessa Stiviano, che spesso accompagna mister Sterling alle partite del suo team. Lei di anni ne ha solo 38 e si definisce messicana ed afroamericana. La risposta che Vanessa ha girato a mister Sterling è stata breve ma precisa:«Io sono nera e la cosa non ti dispiace quando mi stendo accanto a te.»  Il razzismo riesce sempre a ramazzare degli idioti e forse dovrebbe stupire che a farne parte questa volta sia uno che appartiene al popolo che nello scorso secolo a questa aberrazione ha pagato il tributo più alto. Vanessa forse non ha tutti i numeri per essere una santa ma senz’altro non è una ipocrita. E questo, visti i tempi, aiuta.

Katia Bertoli ha 36 anni, viene da Trento,da quattro anni insegna ingegneria meccanica applicata ad Harvard. Una bazzecola. Con il gruppo di ricercatori che dirige ha creato una figura geometrica totalmente nuova che non esiste in natura. È stata battezzata «emi-elica». In verità stavano lavorando ad un altro progetto ma come spesso capita quando si fa ricerca si è aperta una variante che ha portato a questa nuova elica.  «Ora– dice Katia con modestia - si tratta di capire in quali proprietà si traduce.» Grazie alla «emi-elica» ha ottenuto un finanziamento di 400mila dollari che impiegherà per assumere 2 ricercatori per 5 anni. Sembra di stare in Italia dove Katia Bertoli tornerà giusto per le vacanze. Forse.

P.S. Certo l’evento Vaticano ha lasciato vari segni: alcuni, ma poi neanche tanti, sui media del mondo e altri più cospicui sotto i ponti del Tevere Ma di questi ultimi, per pudore, è meglio non parlare anche per il costo che il Comune di Roma dovrà sostenere per il loro ritorno alla decenza. Che non sarà l’unico costo dovendo sommarsi a questo anche lo smaltimento di quattro milioni di bottigliette d’acqua, il pagamento di straordinari a operatori ecologici, autisti Atac nonché servizi di sicurezza che fa un bel gruzzoletto di euro.  Gli organizzatori della festa se la son cavata con un semplice ringraziamento che le italiche autorità hanno molto apprezzato. Ci mancherebbe. E la storia è finita lì. D’altra parte duemila anni di storia e di retorica hanno ben lasciato una qualche traccia 

2 commenti:

  1. Ottimo Castrù , te lo frego subito, comunque non temere l' ex cavaliere ha provveduto subito a proclamare due nuove Sante e Martiri , le sue due reti televisive spagnole chiuse da giudici compagneros perchè acquisite senza procedura pubblica

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  2. L'ergastolo per Berlusconi!!

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