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giovedì 24 aprile 2014

Aprile in Vaticano: un libro, due papi diventano santi e due cardinali inaugurano casa. Tanto c’è chi paga

Il 24 uscita del libro di Bergoglio, il 27 due papi assurgono agli altari. In più si ha notizia di cardinali che inaugurano spaziosi appartamenti che per spazzarli e spolverarli per intero ci vuole un’impresa di pulizie. Le chiacchiere stanno a mille e i fatti, come sempre, stanno a zero.

La fine di questo aprile in Vaticano si nostra ricca di avvenimenti non s’è fatto in tempo a festeggiar la pasqua che già vengon avanti altri epocali eventi. 
Il 24 del mese esce il primo libro di di Jorge Mario Bergoglio, che per professione porta anche il nome di Francesco. Che un papa, soprattutto se di origine gesuita, scriva molto ci sta. E a quanto pare Francesco non vuol essere da meno. Questo probabilmente è solo l’inizio poiché seguiranno lettere, che da quelle parti si chiamano epistole, e discorsi, che poi soprannominano qualche volta omelie e talaltra prediche, e  quindi anche encicliche e nei momenti di stanca o di poco tempo si fa la raccolta dei discorsi e delle prediche e si lancia un libro. Che è anche un bel business perché  verrà venduto alle parrocchie e da queste ai fedeli nonché alle biblioteche di tutto lo stivale. L’editore è Rizzoli Libri  che notoriamente non è un’opera pia ed anzi con autori di gran fama , come il papa per l’appunto, risistema qualche parte del bilancio. Non male.

Questo di Bergoglio per l’appunto è una raccolta di cose già dette, pure se in qualche parte un po’ rimaneggiate, anche perché in questo primo periodo di pontificato Francesco s’è dato un gran daffare a lanciare proclami e soprattutto a far telefonate. Che la bolletta vaticana è andata alle stelle. In ogni caso di tempo per scritti nuovi ed originali ce ne è stato pochino. Comunque sia come sia il titolo del libro non è male anzi ha un che di quasi rivoluzionario che richiama alla mente il grande timoniere Mao Tze Tung, e infatti recita: “La verità è un incontro. Omelie da santa Marta.” Mao diceva che la verità è rivoluzionaria ma tra incontro e rivoluzione lo spazio è breve. Tra le anticipazioni che sono state mandate ai giormali dall’efficiente ufficio stampa vaticano si legge che il pontefice esorta al coraggio (e dagli con la rivoluzione) e scrive: «abbiate il coraggio di chiedere.» E in effetti a chiedere un lavoro, e una pensione dignitosa e magari anche una casa ce ne  vuole del coraggio. Per chi ce l’ha ancora, il coraggio. E non se l’è venduto per arrivare a fine mese.

Chi invece è riuscito a mettere insieme il coraggio per chiedere pare sia stato il Cardinal Bertone. Ha fatto fatica, poveretto, questo lo si immagina tra croci d’oro e bei gemelli per le camicie su misura e le berette di fine seta, ma alla fine ce l’ha fatta,: ha chiesto un appartamentino da 700 metri quadri ed è stato esaudito. Anche il cardinal Sodano ha raccolto tutte le sue forze ed è riuscito a mettere insieme 400 metri quadri. Ha ragione papa Francesco, bisogna avere il coraggio (o la faccia tosta) di chiedere. Questi due hanno avuto e il coraggio e la faccia tosta, hanno chiesto ed hanno ottenuto. Chissà se c’è qualcuno che avrà il coraggio di chiedere che questi due siano se non proprio buttati fuori almeno spinti un po’ di lato perché non siano di danno alla Chiesa e magari anche al buon gusto per non dire al buon senso. E magari che questo qualcuno sia pure esaudito.

Domenica 27 aprile verranno canonizzati due nuovi santi: san Giovanni XXIII e san Giovanni  Paolo II. Il primo ci ha messo decenni per arrivare sugli altari e ancora adesso tra i porporati c’è qualcuno che storce il naso, mentre per il secondo è stata questione di pochi anni, che nei tempi della Chiesa sono minuti se non addirittura secondi. Ma G.P. secondo s’intendeva un po’ più di marketing e poi in qualche modo fa da bilanciere con quell’altro. Quindi tutto in regola , che non si scontenta nessuno. Comunque sarà una gran festa a Roma. Dalle valli bergamasche e dalla Polonia caleranno nella città eterna milioni di turisti che sommati a  quelli che già si trovano lì faranno un bel numero. È un fatto della Chiesa ma la Città del Vaticano sta nel bel mezzo di Roma e il Comune dovrà in ogni caso, e pure obtorto collo, partecipare all’organizzazione. 

Già si stanno predisponendo maxi schermi per quelli che non potranno arrivare in piazza san Pietro, neanche si trattasse dei mondiali di calcio. E poi per garantire almeno un poco il traffico dei torpedoni e mobiliterà la polizia locale, che poi sono i pizzardoni, e si aumenteranno le corse dell’Atac. Che già di suo quest’ultimo fatto ha del miracoloso e quindi è prevista la distribuzione di generi di conforto:acqua, cappellini per il sole ombrelli per la pioggia e ambulanze. Ovviamente i chiamati in servizio dovranno esser pagati, capita ai lavoratori, e poiché son fuori orario questi saranno straordinari.   Pare che il tutto costerà qualche milionata.
La stima, ad andar cauti pare si aggiri sui 7 e briscola milioni. Le spese saranno a totale carico del Comune di Roma ce come si sa è già indebitato fino al collo e per dirla chiara nun cià manco gli occhi pe’ piagne. Il Vaticano spenderà zero. Come ti sbagli!

Forse qualcuno dovrebbe trovare il coraggio, come si ritorna sempre al punto, di telefonare al papa e, se trova la linea libera e lui risponde, rivolgergli questa piccola preghiera:  

«A Francé, santità, ce semo armati de coraggio coraggio                                    
e per questo stamo qui a chiederte st’omaggio.                                           
Méttete una mano sur core l’artra in ta saccoccia                                                                              
e tira quarche sòrdo per ripagà la generosità de Roma capoccia.                              
Santità, a Francé, a fa’ discorsi e tirar fori paroloni                                          
alla fine chi più chi meno son tutti bboni                                                              
che ne diresti de cambià sta storia                                                                                                        e caccia' a gente che c'ha tutta stà bboria»

Che il tutto,  poi volendo, può essere tradotto anche in spagnolo.


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