Ciò che possiamo licenziare

venerdì 21 marzo 2014

Pillole sulla terza settimana di marzo 2014

Anche questa settimana il Belpaese non si è fatto mancare nulla. Azioni a tutto tondo, in Italia e all’estero: Crimea 1 e 2, Agnese va a Parigi, don Mazzi contro i giudici, il ritorno di Fini, le comiche di gianni&pinotti, figli e lolite e i digiunatori a singhiozzo

Baci und abbracci
Crimea 1: come dire
Sulla questione Crimea Renzi ha detto di essere sdraiato sulla linea della Merkel: sanzioni dure e pure ma… c’è sempre un ma. Lui è favorevole anche al dialogo diplomatico. Che poi è come dire che si condanna la Russia, ma solo un po’. O più prosaicamente come dicevano i nostri nonni tenere il piede in due scarpe. Naturalmente tutti condannano la Russia, ammesso che abbia torto, ma facciamolo calma. Soprattutto se si è imprenditori e in Russia si esporta. Che è come dire: che siamo veramente molto dispiaciuti ma in realtà non ce ne frega niente. Pur di vendere. In fondo tutti tengono famiglia.

Crimea 2: tre appuntamenti con la storia
Gli italiani con la Crimea hanno un legame storico-sentimentale che dura da secoli. Tre sono state le occasioni topiche. La  prima volta, metà del ‘700, fu la czarina Caterina a chiamare centinaia di artigiani per abbellire chiese e palazzi. La seconda volta fu nella metà dell’800, ci andarono i bersaglieri di Lamarmora. Si erano autoinvitati alla guerra contro la Russia. Il primo esempio di imbucati alla guerra. Quella volta si vinse, si era in compagnia di Francia, Inghilterra e impero Ottomanno: quattro contro uno. Bella forza. Quel furbone di Cavour aveva delle idee tutte sue su come farsi degli amici. E poi la terza volta domenica scorsa con Riccardo Fogli chiamato a cantare la vittoria del movimento secessionista filorusso. Forse non tutti ricordano Riccardo Fogli: è stato il cantante e bassista dei Pooh. Sapete chi sono i Pooh vero? L’unico gruppo in grado di cantare le sue canzoni postume.

Agnese
Agnese: bellissimo nome. Così si chiamava la mamma di Lucia nei Promessi sposi  e così si chiama la moglie di Matteo Renzi. Aveva detto la signora Agnese Landini in Renzi che non avrebbe fatto la first lady. La sua vita sarebbe corsa normale: niente auto blu, niente Roma, niente turismo politico, nessuna esposizione, nessuna passerella. Niente di niente.  Nessuno glielo aveva chiesto ma lei ha voluto dirlo lo stesso. Bene . Poi appena il marito è diventato primo ministro, lei che era precaria in una scuola di Fiorenze, ha chiesto l’aspettativa. Per occuparsi dei figli ha detto. E infatti alla prima uscita internazionale di Matteo eccola lì. A Parigi. Forse non c’era mai stata.

Parigi val bene uno strappo
Prima uscita internazionale di Agnese Landini in Renzi: a Parigi. Ma poiché monsieur Hollande, nonostante il tourbillon di donne che lo circonda, al momento sembra sprovvisto di una premiére  dame ecco che per la signora Agnese Landini in Renzi non era il caso di farsi vedere ufficialmente e allora? E allora il Musée d’Orsay, c’è una mostra di Van Gogh, con la moglie dell’ambasciatore italiano. E i tre figli? A casa.  Ovvio. Con la nonna. Ovvio.

Figli e lolite
I figli sono piezz’e core ma danno sempre preoccupazione come il figlio di un deputato del centrodestra che sarebbe nell’elenco dei vip che frequentavano le baby squillo dei Parioli. Per il momento non si sa chi sia ma quasi sicuramente sarà figlio di qualche ipermoralista. Uno di quelli che crede nella famiglia e di solito a l’idea di famiglia piace così tanto che preferiscono averne due o tre. Naturalmente tradizionali. E naturalmente  no al divorzio (degli altri) e si oppongono alle coppie di fatto, alle unioni gay, all’aborto e a chissà cos’altro. Mai che si chiedano perché nonostante tutti i loro principi poi abbiano dei figli zozzoni.

Ritorna Fini
No, non il pastificio Fini che ritorna in tv ma Gianfranco Fini l’ex segretario del Msi, poi ex presidente di Alleanza Nazionale e poi ex semidelfino di Berlusconi fino alla sua cacciata da Forza Italia. È stato anche presidente della Camera e la cosa gli dà ancora qualche privilegio. Ora anziché godersi la pensione vuol continuare a far politica, a lavorare dice lui. Ha fondato quindi Libera Destra. Vuole una destra repubblicana,(come quella di Salò), che si contraddistingua per legalità e responsabilità. Esempi a cui riferirsi pochini e sempre di antica memoria. Comunque complimenti. Ma il problema sono i soldi e aderire a Libera Destra costa: 10€ per i sostenitori non iscritti, 100€ per gli iscritti ordinari e 500€ per quelli special.

Don Mazzi: è arrabbiato coi giudici
Un altro che non vuole andare in pensione nonostante la veneranda età e il tanto lavoro fatto è don Mazzi. Il fondatore di Exodus onluss benemerita che ha fondato cooperative sociali, centri giovani, comunità per il recupero di tossico dipendenti e molto altro. è arrabbiatissimo con i giudici. Quelli troppo severi con i suoi giovani un po’ fuori di testa? No, ce l’ha  con quelli che hanno condannato Berlusconi. Ha detto: «perdonerei degli assassini ma non i giudici che hanno condannato Berlusconi.» Come dice il proverbio? Chi sta con i fuori di testa va fuori di testa. Appunto.

La Cassazione conferma
Nonostante don Mazzi la Cassazione ha confermato i due anni di interdizione a Silvio Berlusconi che, bontà sua, si è autosospeso dal titolo di Cavaliere del lavoro. Onorificenza assegnata a imprenditori di successo e di specchiata moralità. Appunto. Da adesso in avanti l’ex cavaliere non solo non potrà presentarsi alle elezioni europee ma non potrà neppure votare.  Berlusconi Silvio se ne dovrà fare una ragione. E anche don Mazzi. Io per me me la sono già fatta. Una ragione.

Impulso all’export
Matteo Renzi ha incontrato frau Angela Merkel. Si conoscevano già e si sono trovati ancora più simpatici della volta precedente. Meno male. I giornali italiani hanno speso titoli mirabolanti, positivi a sinistra e negativi a destra. In Germania non se n’è accorto nessuno. I quotidiani tedeschi hanno messo la notizia nelle pagine interne, la Frankfurter Allgeneine  Zeitung a pagina 4, altri a pagina 7 o 11. Meglio così. Qualche volta vale la pena  non farsi notare troppo.  Comunque Renzi ha portato alla cancelliera la maglietta di Mario Gómez, attaccante della Fiorentina e della nazionale detesca. Bene. questo è un primo grande impulso all’export dato dal nuovo governo italiano.

Le comiche di gianni&pinotti
Sono tornati alla ribalta gli F35, quei begli aeroplanini che pare siano tarocchi e non funzionino affatto. Non li vogliono neanche gli americani. Comunque per dirla tutta costano un patrimonio o per dirla come va detta: costano un botto. L’Italia ne sta comprando 90 per un importo ancora indefinito che gira tra i 14 e i 17miliardi. La ministra della difesa Roberta Pinotti prima ha detto:«E’ lecito immaginare una riduzione o una razionalizzazione.» Poi ha precisato che il suo era un ragionamento teorico e che fino al 2015 non prenderà nessuna decisione. Le manca un Gianni a farle da spalla per ricreare la coppia gianni&pinotti

Digiunatori a singhiozzo
Chissà che fine hanno fatto i digiunatori di papa Francesco. Qualcuno ricorderà che un bel po’ di deputati hanno digiunato contro sugli armamenti. Digiunò anche il cattolicissimo, di Comunione e Liberazione, ministro della difesa Mario Mauro (ex Forza Italia della prima ora, ex Pdl, ex Scelta civica e attuale presidente di Popolari per l’Italia). Che un ministro digiuni contro il suo ministero non era mai successo. Ma tant’è. L’aveva chiesto papa Franceco e subito gli stuoini si sono prostrati. Ora la giornata del digiuno è passata e si possono comprare altre nuove armi e bombardieri e chissà che altro.

Sic transeat gloria mundi

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