Ciò che possiamo licenziare

giovedì 20 febbraio 2014

Matteo Renzi e la settimana di Sanremo

Formazione del nuovo governo e festival di Sanremo vanno a braccetto. Renzi era partito a tutto gas ma Napolitano gli ha spiegato che bisogna fare con calma. E così Berlusconi canta in segreto per l'ex sindaco mentre Beppe Grillo gliele canta in streaming. A Renzi gli si imballano i pistoni ma Palazzo Chigi val bene due pistoni incrinati. La crisi scandita dai testi delle canzonette.

Settimana di passione questa che sta scorrendo per tutti gli italiani: c’è il festival di Sanremo e la formazione del nuovo governo.
Cosa vuol dire non farsi mancare nulla. Comunque niente paura tutto regolare. Tutto come al solito. Infatti ci sono gli habitué della balaustra e poi la Littizzetto con gli ovvi e sgangherati doppi sensi che oramai sono telefonati e Fazio Fabio sempre ben impegnato nella parte del  bravo ragazzo. Al solito sgusciante come un’anguilla. Ma poiché ognuno sa farsi del male a piacimento e come crede  questo è quello che tocca agli italiani. Anche se qualcuno pare rinsavire e infatti già in due milione hanno mollato il colpo e hanno altri programmi su come impegnare la serata. Beati e fortunati. 

Settimana durissima, comunque, quella di Matteo Renzi. Era partito alla grande facendo fuori in quattro-e-quattro-otto Richetto Letta. Prima l’aveva rassicurato con #enricostaisereno e poi l’ha splattato neanche fosse fatto di pongo cantando a squarciagola: «vado al massimo, vado a gonfie vele, voglio proprio vedere come va a finire.» E già si vedeva a Palazzo Chigi con tanto di ministri. E invece no. il festival dura una settimana e anche la formazione del nuovo governo deve durare una settimana. Quindi ci ha pensato Napolitano, dopo la partenza a razzo del giovane virgulto fiorentino, a dargli una calmata. 

Poiché Napolitano è pure napoletano e amante della canzone napoletana ma rock l’ha accolto in Campidoglio cantandogli «tu vo fa l’americano, siente a me chi t’ho fa fa»  doppiandolo poi per riportarlo alla realtà con «Tu vuò fa l’americano  ma sei nato in Italy! Siente a mme non ce sta niente a ffa o kay napolitan.»   Prima Napolitano l’ha obbligato ad aspettare  lunedì per avere l’incarico, nonostante il Renzino avesse il motore  a mille, quindi l’ha invitato a sottoporsi con calma al rito delle consultazioni: con il rischio che gli si rompessero i pistoni. Che, se non si sono rotti, un po’ si sono incrinati. Ma Palazzo Chigi val bene l’incrinatura di un paio di pistoni e comunque in qualche modo l’ha scavallata.  Poi per lui è arrivato, con largo anticipo, il mercoledì delle ceneri.

La mattinata è stata con Berlusconi e i suoi due capigruppo: Brunetta e Romani che però non sanno cantare e allora per porre rimedio alla pecca Berlusconi, vecchio chansonnier, ha invitato il Renzi a sette minuti di cheek to cheek durante i quali con la sua voce suadente gli ha cantato il refrain di Cinque minuti vecchio successo di Maurizio dei New Dada.  Al Berlusconi Maurizio è sempre piaciuto un po' per l’altezza e un po' per la massa di capelli. Ma poiché il Berlusconi Silvio è un ometto dotato di fantasia ha leggermente adattato il testo che è diventato: «cinque minuti per noi, poi anche tu mi salverai,  quattro minuti per noi, poi anche tu mi aiuterai, solo un minuto per noi guarda che bell’aiuto mi darai». E infine come non bastasse: la barzelletta. Insomma tutto il repertorio.

Quindi è arrivato Grillo che l’ha fatta facile e in sostanza gli ha detto «Matteo sei un buono manovrato da cattivi.» Che è come dire sei un pupazzo. Il tutto tradotto in sanremese suona così « tu ti fai girar tu ti fai girar come fossi una bambola, che ti buttan giù poi ti tiran su come fossi una bambola» Che da Grillo tutto sommato ci sta Ma quello che al povero Renzi ha scaricato del tutto  le batterie sono stati gli ultimi 120 minuti passati con Napolitano. 

In serata il Presidente della Repubblica ha spiegato che a comandare è sempre lui. La vecchia politica. Matteo ha cercato di reagire con timido «nuntereggaepiù.» Ma il Presidente da sempre estimatore di Celentano, molleggiando sulle ginocchia gli ha urlato: «tre passi avanti e crolla il mondo beat, una meteora che fila e se ne va, ragazzo svegliati ehi cosa fai mi lasci per andare con uno che ti mette nei guai
Adesso Renzi ha promesso che terrà la testa a posto e presenterà il governo sabato. Giusto uno zik prima della fine di Sanremo mentre tutti i suoi gli cantano «su Matteo non aver paura di sbagliare un calcio di rigore non è da questo particolare che si giudica un calciatore - e poi tra loro si dicono -   il ragazzo si farà anche se ha le spalle strette e il prossimo anno giocherà con la maglia numero 7.»
Tra i cantanti ci sono tutti i vecchi volponi di una volta, anche D’Alema, che pure è stonato. Ma nella settimana di Sanremo non si può stare a guardare il capello.

1 commento:

  1. ma nella curva nord stanno attendendo che accada questo: http://youtube/lOjjQ3SRH-M : e la barca tornò sola

    RispondiElimina