Ciò che possiamo licenziare

lunedì 17 febbraio 2014

Alle 10,30 Napolitano offre un cappuccino a Matteo Renzi

Probabilmente il cappuccino sarà preso in piedi perché Renzi ha una gran fretta e se non corre non è contento. Sembra la riedizione in sedicesimo di un futurista. Giuliano l’apostata Ferrara lo incita «Vai avanti Matteo!» Che sembra le riedizione dei De Rege. Il toto ministri mette i brividi. C’è sempre un indagato. Tanto per non perdere l’abitudine.



E così Matteo Renzi comincia a coronare il sogno della sua vita con un cappuccino ed una brioche. 
È stato convocato da Giorgio Napolitano per le 10,30 a.m, (ante meridiem scritto per Severgnini, la Fornero e quelli che se la tirano mentre gli altri lo capiscono anche senza specifica)  È l’orario,  così dice la vulgata ma ci crede solo Matteo Salvini e una manciata di leghisti, in cui a Roma si fa colazione o si inizia la pausa cappuccino. 
Matteo, questa volta il Renzi, ci si precipiterà come un bolide un po’ perché fare colazione con il Presidente della Repubblica non è da tutti i giorni, un po’ perché ama la velocità neanche fosse un futurista di ritorno e un po’ per capire come potrebbe essere a a parti invertite.  Eh sì, il giovane Matteo (sempre Renzi), meglio noto ai suoi compagni di liceo come il “bomba” per come le sparava grosse, vuole bruciare le tappe e corre continuamente come un indemoniato. Basta guardare come arriva sempre di corsa e tutto impettito alla sede del Pd.

Oddio il jogging serve a Matteo perché dimostra una preoccupante tendenza alla pinguedine e se si ferma un pochetto subito gli spunta la pancetta. Che a 38 anni non depone proprio bene. Quindi la brioche sarà integrale ed il cappuccino senza zucchero e pure preso in piedi. Anche lui come il Berlusconi (che non è più senatore e neppure cavaliere dopo quella condannetta per truffa ai danni dello Stato anche se è stato ricevuto dal Presidente della Repubblica) ci tiene alla forma fisica e fra un po’ si metterà nelle mani di un qualche chirurgo plastico anche se per il momento è l’Italia ad essere nelle sue. 

Comunque Renzi ha un sacco di estimatori. In primis Carlo Rossella che lo definisce come un mix tra Pico della Mirandola e Machiavelli. Cosa vuol dire fare commenti da stadio. Evviva. Poi c’è Giuliano l’apostata Ferrara che dice «Vai avanti Matteo.» che sembra una riedizione della famosa frase dei De Rege e che forse nasconde pure una qualche malizia. Evviva, Evviva. E poi non può mancare Alessandro Nosferatu Sallusti che lo definisce il nuovo Berlusconi. Evviva, Evviva. Evviva.

Ma dato che non potrà far tutto da solo sta mettendo insieme la squadra dei ministri. Già, ma quali ministri e per quale governo dato che le alleanze rimangono le stesse di prima?  Finora Matteo ha tampinato quel bradipo di Richetto Letta con il cambio di passo e il fatto che il suo governo sembrava una palude. Nessuna delle due espressioni era ben augurante e la seconda neppure di buon gusto. Ma che fa. Quindi anche le riforme che il Matteo (sempre Renzi) vuol fare dovranno galoppare come destrieri e i suoi ministri di conseguenza. Però a dar retta alle voci che circolano pare che le idee non siano poi così chiare come parevano qualche tempo addietro quando ricopriva solo il ruolo, molto comodo, del pungolatore. Pertanto le faccine che circolano sono ben poco moderne e ancor meno rassicuranti. 

C’è Fassino Pietro (di recente saltato sul carro del vincitore e il cui ultimo intervento alla direzione è stato bollato come il più vecchio ed il più infarcito di politichese) oppure Epifani Guglielmo (che a scanso di equivoci s’è mantenuto neutro come ha imparato a fare da socialista che stava dentro la Cgil)  per non dire della conferma della Bonino Emma che sulla questione del marò sta andando alla grande. Tra le facce nuove si paventa quella di Mauro Moretti, a.d. delle Ferrovie dello Stato, che oltre ad essere indagato per la strage di Viareggio si porta dietro la fama di  aver poca voglia di investire sui treni dei pendolari, che non è proprio una bella cosa da raccontarsi in giro. E dire che è un ex sindacalista della Cgil trasporti. Ma quando si sale ai piani alti la memoria si fa corta e comunque era un sindacalista da ufficio. C’è anche il prof. Pietro Ichino, lunga esperienza politica,  ex Pci e di tutta la trafila a seguire, poi montiano e ora di Scelta Civica in attesa che si sciolga e quindi chissà dove approderà.  E poi sempre sotto il capitolo facce nuove ecco rieditarsi Franceschini Dario (tra i prmi a fiutare l’aria della vittoria di Renzi) e naturalmente Angelino Alfano come vice e ovviamente Lupi Maurizio, un nome una marca una garanzia. Spunta anche il sindaco di Salerno De Luca, quello che non voleva scegliere tra il posto di sottosegretario e quello di sindaco. Che a farlo decidere non c’è riuscita neppure la legge. Altro bell’esempio.

Ora non resta che aspettare, manca poco  all’ora fatidica anche se la storia racconta che le ore fatiche scoccano all’improvviso e non sono programmate. 




4 commenti:

  1. Legalizzeranno i matrimoni gay?

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    1. Chi può dirlo. Forse per Renzi non sono problemi Madifficile che Napolitano approvi. E' un po' bigotto

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    2. Così l'italia rimarrà uno dei ormai rari paesi in cui il matrimonio gay è vietato (tra i paesi occidentali escludendo il terzo mondo)

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  2. finchè ci saranno personaggi che non capiranno la differenza tra uomini e grandi uomini,al governo niente cambierà.. eppure la grande storia dell'italia non'è stata fatta dai cosiddetti uomini,ma da gay che sapevano il vero significato di essere uomini e nò omini.

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