Ciò che possiamo licenziare

sabato 19 ottobre 2013

Michele Santoro, Michelle Bonev e le altre. Per favore adesso basta.

L'ultima puntata di Servizio Pubblico, forse, chi lo sa, per ragioni di audience, ha voluto rimestare episodi noti e stranoti sul malaffare berlusconiano fino ad arrivare alla questione della natura lesbo di Francesca Pascale. Come se i gusti sessuali di una donna fossero elemento discriminante.



Nell'ultima puntata di Servizio Pubblico si sono esibiti come attori principali il Santoro e la Bonev.
Michelle Bonev ha detto che alla fine non ne vale la pena
 La circostanza che lui di nome faccia Michele e lei Michelle (Michele più elle direbbe Grillo Beppe) è solo un accidente della storia e nulla ha portato di vantaggio alla performance.

La trasmissione è stata monotona, noiosa e vecchia quasi quanto un monologo della Littizzetto a Che tempo che fa. Il fatto poi che entrambi le trasmissioni ottengano successo di pubblico, magari pure grande (chissà poi se questo aggettivo è appropriato alla situazione) non è altro che la riprova di quanto Berlusconi si attagli a questo paese, e ne sia la giusta emanazione. Che prenderne coscienza e non volersi sempre assolvere di tanto in tanto farebbe pure bene. Alla salute e magari anche all'economia.
Il tutto si può riassumere in sei battute: dalla più importante alla più infelice, che avessero detto solo queste ci si sarebbe risparmiati tutti un sacco di tempo.

Quella più importante durante le quasi tre ore di trasmissione, l'ha pronunciata Massimo Cacciari che di professione fa sia il filosofo, ormai a tempo perso ed è un peccato, sia l'ospite televisivo dedicandovisi troppo e anche questo è un peccato. Grosso modo e andando a memoria il dire del filosofo veneziano recitava così: «basta! Oramai lo sappiamo non possiamo più continuare a parlare di quanto ha fatto Berlusconi nella sua camera da letto. Non è così che lo si batte.» Frase interessante e sacrosanta ma giusto per questo lasciata rapidamente cadere. Che il lavoro dei filosofi sia ingrato è cosa nota.
È stata una trasmissione inutile sotto tutti i punti di vista poiché nulla ha portato e nulla ha tolto a quanto gli italici, sia pro sia contro, già non sapessero.
Entrambi gli schieramenti sanno oggi e sapevano ieri, pur non avendo prove, i fatti e gli accadimenti avvenuti al di là dai cancelli della villa brianzola o del palazzo romano.
Peraltro in qualche modo ammetteva il “sapere senza prova” uno degli avvocati-deputati quando definì il capo del Pdl come «l'utilizzatore finale.» Espressione che dava il senso pur superando il limite della volgarità. Perché si sa che ogni volgarità ha il suo limite. O così dovrebbe essere se non ci fossero stati gli ultimi quarant'anni fatti di grossolanità e oscenità maturate nelle strade, negli uffici e nelle famiglie per poi essere riproiettate dalle televisioni e dal cinema. Ma se non non si vuol capire questo c'è poco da girarci attorno.

Quella più volgare l'ha detta Maurizio Belpietro, comparsa d'ordinanza a Servizio pubblico quando, forse per imitare Maurizio Ferrara, ha voluto parlare di «pentiti delle mutande, - aggiungendo - stiamo scivolando nel livello più basso … di chi le rivolta le mutande.» Sic transeat gloria mundi
Quella più mercantile è di Marco Travaglio quando s'è chiesto retoricamente quale sarebbe, in tutto questo, il guadagno della Bonev. Ma non s'è dato risposta. Infatti viene il dubbio che madame Bonev non potendo più abbeverarsi ad un pozzo forse cercherà di riciclarsi altrove. Il tempo lo dirà.

Quella più vera l'ha proferita Michelle Bonev, a riprova che la realtà supera la fantasia, quando ha detto che «alla fine non ne vale la pena e ci si sente sporchi» Magari non sarà stata sincera ma sull'assunto vien difficile darle torto. In teoria per tutti e in pratica per chi conserva qualche briciolo di coscienza.
Quella più falsa e anche più comica è sempre di Michelle Bonev quando s'è erta a paladina dell'onore nazionale: «lo faccio per gli italiani.» Credere nei samaritani è difficile, l'unico di cui si abbia conoscenza (sapendolo ma senza averne prove, guarda il caso) risale a oltre duemila anni fa e non pochi pensano che fosse pure lui farlocco. Ritrovarsi una samaritana bulgara che fa pure la morale sposta i limiti della comicità un po' più in là.

Quella più inutile è sempre della Bonev che ne fa un tormentone dichiarando coram populo che Francesca Pascale sia lesbica. Forse che si forse che no. Qui non solo non ci sono prove ma neppure, fino a giovedì 17 ottobre, si sapeva o si parlava. Comunque un fatto è certo che la Pascale sia lesbica e no è un fatto suo e, eventualmente, delle sue amiche. Dopo di che del caso non dovrebbe occuparsi alcuno ad eccezione della stessa Francesca Pascale. Questo perché, come diceva un vecchio milanese: «non tutti i gusti sono alla menta.»

7 commenti:

  1. Infatti: chissenefrega

    RispondiElimina
  2. Giuro, quel programma sta diventando peggio di tutti quei giornaletti di gossip che si vedono in giro. Parlassero di cose serie. Ma chissene se la Pascale sta col nano anche se è lesbica, se pagano di meno i fagiolini, quante volte lo fanno. Hanno rotto. Se devo perdere tempo col gossip, mi guardo la D'Urso, La vita in diretta o quello che vi pare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. D'accordo Maria Laura, ma quelli non rivelano come si fa ad andare al Festival di Venezia o a ricevere un ricco finanziamento dal ministero con un paio di telefonate del presidente. E' chiaro che per riconoscere la vera notizia in mezzo a tanta paccottiglia bisogna fare un po' di fatica, ma la notizia c'è.
      Poi, c'è anche il fatto che a certe cose ci siamo talmente assuefatti, che solo agli stranieri fanno effetto. Purtroppo.

      Elimina
    2. Non metto in dubbio che, in mezzo al niente raccontato, qualche cosa di serio ci sia. Sono onesta, non ho visto la trasmissione, quindi la mia risposta si basa solo dall'articolo postato nel blog. Detto questo, ciò non toglie che Santoro non è nuovo a cose del genere. Ricordate la Daddario (spero si scriva così) e company? Capisco che parlare di gusti sessuali, fidanzata presunta lesbica, escort etc, fa molta più audience (ahimé) di un 'semplice' dibattito politico/economico. Da che mondo e mondo, sesso e affini, attirano sempre la massa.

      Elimina
  3. a parigi chi parla di argomenti simili si chiama "consierge".

    RispondiElimina
  4. Bella Castrù. te l' ho sequestrata per novefebbraio, senza altro da aggiungere se non tre brevi considerazioni

    1) E' ridicolo come chi non riuscendo a sputtanre il cavaliere quando lo ha avuto in studio, anzi riuscendo a ricostruire la sua fama di vincente , si esibisca in numero di tale squallora fondatio sulla pruiriginosa curiosità del pubblico

    2) L' argomento più poltico trattato ( le commesse milionarie concesse dalla RAI pubblica alle "amiche " del cavaliere) è stato trascurato

    3) di buono c'è che quando Cacciare ha espresso l'insorportabilità di questo tipo di petteglezzi si è levato un fragoroso applauso da una platea certo non selezionata per far dispetto a Santoro

    RispondiElimina
  5. stavolta non l'ho visto e di tutte queste scemenze non me ne importa proprio niente.

    RispondiElimina