Ciò che possiamo licenziare

martedì 24 settembre 2013

Quanto è Amato Giuliano dalla stampa. E dagli altri

La leggenda vuole che i giornali siano il cane da guardia del potere. Ogni stampa nazionale fa riferimento , metaforicamente parlando, ad un cane da guardia prediletto: in Germania il classico pastore tedesco o il doberman, nel Rgno Unito il bullmastiff o il collie.  In Italia la media della stampa ha scelto come emblema i chihuahua o quando vuol essere particolarmente aggressiva i pechinesi. Il caso del neo giudice costituzionale docet.


Il 28 di agosto, Fabio Cavalera ha deliziato i lettori del Corriere della sera con un articoletto, tale solo per la sua brevità e non per il suo peso, che è stato pubblicato a pagina quindici nella sezione esteri. Il titolo già di suo la dice chiara: “la battaglia del Guardian, ultima trincea”. In questo il Cavalera, con poche migliaia di battute racconta ai suoi senz’altro estasiati lettori come si comporta la stampa libera ed indipendente nei confronti del potere. E il Guardian, va detto per onore di cronaca, ha subito intimidazioni d’ogni genere, anche da parte del governo (conservatore) che ha mandato, scrive Cavalera  «gli 007 dal direttore a distruggere due hard disk». Cosa che non ha intimidito il Guardian che nei tre anni passati ha costretto Rupert Murdoch a chiudere il domenicale News of the World : troppe intercettazioni illegali e complicità dei vertici di Scotland Yard e Downing Street. Poi ha spezzato il segreto di stato americano con il caso Wikileaks-Assange-Manning e per finire , ma non è detto che non vengano riservate altre sorprese, ha sventolato in piazza i panni sporchi del «datagate» americano e britannico. 

Questo, dice Cavalera, dovrebbe essere il giornalismo «normale». Quello che, forse forse, adesso non piace a Gianpiero Mughini, prima direttore responsabile di Lotta Continua e poi per una dozzina d’anni star di Controcampo trasmissione sportiva di Italia1,  perché «fa tiro al bersaglio indecente ed ossessivo» ed «è un lavoro destinato alla claque dei lettori». (1) Frasi queste riservate a Il fatto quotidiano per stigmatizzare che questo giornale abbia ricordato a tutti come Giuliano Amato, novello giudice costituzionale abbia in passato consigliato ad una testimone di tacere con i giudici.(2) La testimone era Anna Maria Barsacchi, vedova del senatore socialista Paolo Barsacchi,  e la questione, come ti sbagli, era una tangente. Allora Giuliano Amato era il vicesegretario del Partito socialista. Segretario era Craxi Benedetto in arte Bettino. I figli del quale, è di questi giorni, hanno dichiarato che  «se Craxi era un ladrone Amato era il vice ladrone. » (3) Che certo non si può definire un endorsement, come si usa dire adesso. 

Chissà che ne avrebbe fatto il Guardian di questa registrazione. E chissà, se come dice Mughini l’avrebbe trovata cristallina. Ma d’altra parte Giuliano Amato è molto amato, da tutti. Da quelli della prima repubblica e da quelli della seconda. 
Essere stato per due volte, sempre con Craxi, sottosegretario alla presidenza del consiglio e, anche se una volta sola, ministro dell’Interno e poi pure  presidente del consiglio, forse aiuta a farsi voler bene. Da tanti se non da tutti. Gli vuol bene Mario Monti che lo ha chiamato a «fornire al presidente del Consiglio - così la nota ufficiale di Palazzo Chigi - analisi e orientamenti sulla disciplina dei partiti per l’attuazione dei principi di cui all’articolo 49 della Costituzione e sul loro finanziamento».(4) Proprio lui che grazie alla politica percepisce una pensione mensile pari allo stipendio annuale di un impiegato.  Gli vuol bene chi lo mette a capo del Comitato dei Garanti per le celebrazioni del 150° della Repubblica. Chissà chi è. Gli vuol bene Napolitano che lo nomina giudice costituzionale. Gli vuol bene pure Massimo D’Alema che nella sua fondazione ItalianiEuropei gli chiede di essere  presidente dell’advisory board (che sarebbe come dire i probi viri ma magari in italiano suona male) e poi lo difende dicendo che è un uomo di grande esperienza politica e giuridica e  «il resto non conta nulla». (5) 

Chissà perché la grande esperienza politica non è servita a Bettino Craxi e la grande esperienza giuridica non è servita a Cesare Previti. Forse sono due condizioni necessarie che per essere anche sufficienti richiedono di viaggiare in coppia. Dopo di che, a scanso di equivoci, bene come sono finite entrambe quelle storie. E comunque se lo dice D’Alema noto per non averne mai azzeccata una c’è da star tranquilli. 

Comunque a parte il Fatto quotidiano  nessuno ha trattato la questione con il dovuto peso. Neppure Libero, Neppure Il giornale, Neppure La padania  Che a volte quando non si parla di qualcuno vuol dire che gli si vuole proprio bene.
Viene però il sospetto che in Germania non sarebbe andata così e quasi certamente anche nel Regno Unito la storia avrebbe avuto altri riflessi. Magari anche solo per una questione di opportunità. Non essendovi, magari, risvolti penali. Accade tuttavia, che talvolta la forma sia pure sostanza. Ma solo al di là delle Alpi e oltre Manica che a stare al di qua c’è d’avere un certo mal di testa. In quei paesi quando pensano ad un cane da guardia pensano a pastori tedeschi o a doberman o a schnauzer o a collie  o a bullmastiff. Nel Belpaese invece quando si tratta il tema vengono in mente i chihuahua o i pechinesi. Che non sono neanche autoctoni. Rifletta su questo Fabio Cavalera la prossima volta che vuol scrivere di «giornalismo serio per nulla esposto alle derive della spettacolarizzazione e della banalizzazione.» Magari partendo dal suo, di giornale.


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 (2) http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/09/19/mughini-telefonata-di-giuliano-amato-adamantina-fatto-indecente/245334/ Nella telefonata in questione,21 settembre 1990, si trovano frasi come: «Giuliano io chiedo soltanto che chi sa la verità la dica» AnnaMaria Barsacchi  «Eh ma vattelo a pesca chi la sa e qual è [la verità] tu sei sicura di aver capito chi ha fatto che cosa lì. » Giuliano Amato.  «Io penso che l’hai capito anche te.»  dice Anna Maria Barsacchi. «…. per qualcuno forse dei locali sì ... non t’andare a preoccupare di stabilire chi c’entra e chi non c’entra»  dice Giuliano Amato         


(5)     http://www.youtube.com/watch?v=H6LVxJ0wVwc                         
                                                

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