Ciò che possiamo licenziare

giovedì 26 settembre 2013

Le dimissioni non si annunciano, si danno.

Bella frase: chiara, direttiva e definitiva. Il copywriter è Daniele Capezzone un falco tutto di un pezzo. Però quelle dei deputati e senatori del Pdl dichiarate con ovazione il 25 settembre al momento sono solo annunciate. Se ne riparlerà il 4 ottobre. Si spera che Capezzone, per la delusione del ritardo, non picchi il suo pupazzetto.


Sembra incredibile ma è vero. Come ormai è ampiamente accertato la realtà supera sempre per eccentricità e creatività la fantasia e la fatidica frase «le dimissioni non si annunciano, si danno.» ha come copywriter nientepopodimenoche: Daniele Capezzone.
Il Capezzone queste dure e sacrosante parole le rivolgeva a Saccomanni, il ministro dell'Economia e delle Finanze, che le dimissioni le aveva garbatamente ventilate nella vana speranza di mettere un freno alle continue e pressanti richieste del Pdl.

Capezzone Daniele ha un passato da radicale, è stato eletto per quattro volte alla segreteria del partito e giusto per non farsi mancare nulla, nel biennio 2006 -2007, è stato anche deputato per la Rosa nel Pugno formazione che sosteneva, guarda il caso, il governo Prodi. È solo dal 2008 che, come Saulo sulla via per Damasco, il giovane virgulto radicale viene fulminato da Berlusconi ed entra a fa parte del Pdl prossimamente rediviva Forza Italia e, in un battibaleno ne diventa il portavoce. Mistero gaudioso. E poiché tutti i neofiti devono pagare pegno ai nuovi amici eccolo posizionarsi nella corrente dei falchi. Anzi, a sentire le sue dichiarazioni, spesso incendiarie, più che un falco sembra un superfalco. Giro di valzer non di poco conto viste le origini che lo vedevano pacifista non violento e gandiano e pure liberale-liberista.-libertario.

Adesso invece il superfalco, per una volta in amorosa compagnia delle colombe, a riprova che il partito dell'amore esiste per davvero, spinge affinché per il suo capo non valga quanto sancito dall'articolo 3 della costituzione ovvero che: la legge è uguale per tutti. Lui, il Capezzone, vuole, vorrebbe, ambirebbe, supplicherebbe, minaccerebbe che per il suo boss la legge fosse un po' più uguale. Magari non si tenesse conto della sentenza di Cassazione. Mettendo con ciò in seria crisi uno dei princìpi cardine dello stato di diritto. Che a dirla tutta non ce lo si aspetterebbe da un liberale ancorché liberista e pure libertario. Anche perché, sempre nella sua vita da radicale Capezzone Daniele aveva ipotizzato che Berlusconi si facesse canne con sostanze di portata ben superiore alla semplice erba (1) e, pour gouter . lo aveva paragonato a Wanna Marchi (2) che, capelli a parte, magari qualche somiglianza a cercar bene la si trova pure. In fondo erano goliardate di gioventù poi crescendo si matura. Appunto.

E giusto per essere coerenti, ecco che nella serata del 25 settembre arriva la notizia che tutti i deputati e senatori del Pdl, ci si immagina che Capezzone nella sua qualità di superfalco sia stato in prima fila e magari anche un po' più in là,, abbiano votato con acclamazione per le loro dimissioni in massa. Bene, è una scelta e ne trarranno le conseguenze, si immagina. Dimissioni immediate, si immagina. Dimissioni irrevocabili, si immagina. Errore,  queste per adesso sono sole enunciate, chissà la sofferenza di Capezzone Daniele, che si spera, una volta tornato a casa, non se la prenda con il suo pupazzetto che già ha molto sofferto nella vita. Infatti, ribaltando il Capezone-pensiero, le dimissioni scatteranno solo il 4 di ottobre e solo se le cose dovessero andar male per il capo. Una sorta di piccolo, dolce, innocente ricatto nei confronti del Parlamento, dell'alleato di governo, quel Pd i cui dirigenti hanno dichiarato in tutte le salse che l'intero partito è addirittura sdraiato sulla linea della decadenza e magari pure del Presidente Giorgio Napolitano. Come dire che i nodi alla fine vengono al pettine. 

Ma in Italia una scappatoia, come una sigaretta ed un caffè, non la si nega a nessuno. Magari si lavorerà, in qualche modo, per passare la palla magari alla corte costituzionale che, come sono i casi della vita, ha appena trovato in Giuliano Amato un nuovo membro. Mistero doloroso.


--------------------------------------
  1. http://old.radicali.it/view.php?id=57398
  2. http://old.radicali.it/view.php?id=57194&numero=&title=NOTIZIE%20RADICALI

5 commenti:

  1. Testina..piccola piccola

    RispondiElimina
  2. attendiamo che tutti diano le dimissioni , magari per due volte di seguito, ( per la Santachè e qualche altro mi sa tanto che magari le accolgono da subito) che tutte vengano votate ( comprese quelle di chi ha già lanciato il messaggio in bottiglia che eventualmente appoggerebbe anche un altro governo) , aspettiamo che quanti subentrerebbero diano, una volta scopertisi parlamentari , a loro volta le dimissioni e che nessuno di loro venga colto da crisi di coscienza, aspettiamo che anche le loro dimissioni vengano accolte ,.. il pdl, se trova gente ancor più spregiudicata invece di mettere in crisi finirebbe con l'andare in crisi

    RispondiElimina
  3. Alessandra Chirimischi26 settembre 2013 alle ore 13:41

    Ma dove vuoi che vada sta manica di papponi: restano dove sono, puoi scommetterci!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non offendere i "papponi" per cortesia.... pur nella loro ignobile attività sono di gran lunga migliori dei nostri "governanti" (si fa per dire)

      Elimina
  4. leccaculoooooooooooooooooooooooooooooo

    RispondiElimina