Ciò che possiamo licenziare

sabato 28 settembre 2013

Guido Barilla non farà mai spot con i gay. Non sa quel che si perde.

Ha detto che mai farà uno spot con una famiglia gay ma in realtà non è vero. Dice che il suo libro preferito è la Repubblica di Platone ma evidentemente ha saltato la parte che riguarda la famiglia. A lui la famiglia tradizionale piace così tanto che ha voluto averne due.


Da Barilla Guido, che di secondo nome pare faccia Maria,  uno scivolone così non ce lo si aspettava di certo. Tutto quanto si leggeva e si sapeva di lui deponeva a suo favore. 
Dicono cronache ufficiose che abbia capito prima, di più e meglio di altri della famiglia e degli azionisti che la linea Mulino Bianco era ed è branch fondamentale per l'azienda. Ed ha capito, ancora una volta prima, di più e meglio che il futuro dell’azienda stava e sta nella internazionalizzazione. 

Anche perché nessun prodotto rappresenta tanto l’Italia e il made in Italy come un bel piatto di pasta sia che si tratti di spaghetti, fusilli o rigatoni. Questi ultimi, i rigatoni, anche con tutti i loro significati reconditi, furono nobilitati da Federico Fellini con un memorabile spot. Mentre gli spaghetti scolati con una racchetta da tennis, hanno interpretato, tra i tanti altri film, un cameo ne l’appartamento, di Billy Wilder, cinque Oscar, recitando a fianco di Shirley MacLaine e Jack Lemmon. 

Guido Maria  Barilla, giovanissimo, seppe fare una scelta che, per i tempi e ancor oggi, fu trasgressiva: lasciare la ruspante Bocconi per la più posata facoltà di Filosofia. Ben sapendo che la tecnica si impara, magari anche facilmente, ma per la capacità di ragionamento è tutta un’altra storia. Come peraltro hanno abbondantemente dimostrato i tecnici del precedente governo che a parte saper far di conto, anche se qualche volta han pure denunciato di aver scarsa confidenza con le tabelline, con il resto del ragionare stavano messi abbastanza male tanto che Raffaele Bonanni sostenne e forse a ragione, che suo zio avrebbe saputo far di meglio. Ma questa è un’altra storia.

Barilla Guido Maria ha detto che mai farà uno spot con una famiglia gay e non sa quel che si perde. O forse sì: la normalità. Perché una famiglia gay è uguale a una qualsiasi famiglia etero salvo che in bagno a radersi la mattina sono in due.  Barilla Guido Maria ha detto che mai avrà gay sul set dei suoi spot come protagonisti, ma in realtà non è vero. Barilla Guido Maria sa perfettamente che la pubblicità ha rappresentato e rappresenta un fattore cruciale nel successo delle sue marche. E sa pure che la pubblicità è conservatrice e interpreta i pensieri più piani dei consumatori e cerca il loro consenso. Non a caso tutti gli spot prima della messa in onda vengono testati e se il risultato non è soddisfacente li si corregge o li si rifà. Per il momento l’atteggiamento degli italici nei confronti delle unioni gay  è possibilista, non a caso Barilla Guido Maria sui matrimoni gay si dimostra aperto, ma sul significato di famiglia è probabile che atteggiamenti e comportamenti configgano ragion per cui è meglio stare dalla parte dei bottoni. 

Poi magari Barilla Guido Maria si fa prendere la mano e questo per un filosofo (anche se solamente di laurea) francamente non va bene. Soprattutto se, come racconta in un’intervista (Grazia 26 dicembre 2009) afferma che  il suo libro preferito è la Repubblica di Platone. Di cui deve aver saltato la parte in cui l’autore sostiene che la vita familiare dovrebbe essere abolita per consentire il massimo di opportunità a tutti i giovani e non bloccarli o ingabbiarli nelle tradizioni delle famiglie d’origine. Ma questa omissione è più che comprensibile visto che Barilla Guido Maria con la retorica della famiglia e della casa ci sbarca il lunario. Che poi anche sui gusti di Platone magari ci sarebbe qualcosina da dire dato che ai tempi suoi non sempre le donne andavano per la maggiore. Ma nessuno si sognerà mai di giudicare Πλάτων per i suoi gusti sessuali.

E comunque Barilla Guido Maria in meno di ventiquattro ore ha fatto ammenda su twitter, e poi con una foto a tutta pagina dove non ha propriamente l’aria di essere l’uomo più felice del mondo. Le discolpe, si sa, qualche volta lasciano in chi le porge un persistente dolorino. E naturalmente le scuse, come da copione sono per tutti: gay, amici, dipendenti,  partner che poi vuol dire fornitori e clienti. E viene il sospetto anche per i nemici. Non manca nessuno. Con ciò evidenziando di aver ben letto e capito i restanti capitoli  di  Πολιτεία (Politéia ovvero la Repubblica ) dove si dice di come si dovrebbe governare. E a ben vedere un’azienda è un mini stato. Così come lo è una famiglia. E viceversa. 

Qui non si fa cenno alle due famiglie di Barilla Guido Maria (quasi tutti i sostenitori importanti della famiglia tradizionale ne hanno due quando non tre, è la prassi) non per dimenticanza ma solo perché son fatti suoi.

6 commenti:

  1. Lui è stato un vero fesso ad esprimersi così, ma probabilmente la famiglia non tradizionale è così di nicchia che non giustifica investirci sopra in pubblicità. D'altra parte la pasta non è per etero o per gay, è per uomini, donne, vecchi e bambini. Francamente una pubblicità della pasta con un esplicito richiamo gay sarebbe forse politicamente corretta ma anche un po' ridicola.

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    1. Sono d'accordo Paolo e nel pezzo questo è detto. peraltro la vera frase brutta è quando dice "basta che non diano fastidio" . Questa più che l'altra dice del sentimento vero sotteso al tutto.

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  2. Stefano Stefania Bachini Campagna28 settembre 2013 alle ore 19:10

    che stronzo... i gay sprizzano gioia,allegria,e sono pieni d'amore......

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  3. Si è decisamente pentito e scusato, come uomo e come imprenditore.

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  4. mah, nel Veneto si dice: prima de parlar, tasi

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