Ciò che possiamo licenziare

sabato 17 agosto 2013

Viva Calderoli. Vicepresidente del Senato.

Il Corriere della Sera auspica, con due articoli, che Calderoli ritorni a presiedere, quando gli tocca, il Senato della Repubblica. È il Calderoli Roberto amante di orango e maiali. In un paese normale non si baratta competenza di qualsiasi ordine e grado con il rispetto per le persone.




Da un paio di giorni e si spera che siano solamente due e che la storia sia finita, il Corriere della Sera si sta allegramente spendendo in favore di Roberto Calderoli. 
Il senatore Calderoli in una tipica espressione
 Per intenderci si tratta di quel Calderoli Roberto, per evitare fraintendimenti e casi di omonimia, che è lo stesso che ha paragonato una ministra della Repubblica, Cécile Kyenge, ad un orango e che precedentemente si era esibito con magliette anti-islam (creando non pochi imbarazzi) e che ha lanciato carne di porco nel campo dove avrebbe dovuto sorgere una moschea e che, è bene non scordarlo, è il padre dell'attuale legge elettorale che lui stesso definì con amabile giro di parole «una porcata». Evidentemente quel Calderoli Roberto, che è anche senatore e come non bastasse anche uno dei vice-presidenti del Senato, con gli animali in genere e con i maiali in particolare deve avere un trasporto di amorosi sensi. Visti i suoi continui riferimenti.

Il 14 agosto è stata giornata calda e di afa come del resto quella del 13, e «quando il sole martella le zucche - come scriveva Giovannino Guareschi - i cervelli ci mettono poco a bollire», è apparso il primo articolo a favore di quel Calderoli Roberto a firma Anna Gandolfi e poi a stretto giro, il giorno dopo, ferragosto che di caldo ne ha fatto anche lui a firma M.Cre. ne è uscito un altro.
Tra i due articoli ci sono molte somiglianze e poche formali differenze. Le differenze sono presto dette: l'articolo del 14 agosto è apparso sulle pagine locali di Bergamo, taglio alto, mezza pagina, cinque colonne. Pensare che il Corriere sia alla ricerca di lettori bergamaschi, magari di fede leghista pare azzardo troppo grosso. Quindi scartato il sospetto. Il secondo pezzo, quello del 15 agosto invece è uscito sul nazionale, alla pagina 10, taglio nasso e solo due colonne. Evidentemente non è un gran argomento da nazionale. O forse c'è qualche pudore.
Nel senso invece i due articoli sembrano uno la fotocopia dell'altro, qualche malizioso potrebbe sospettare che siano il risultato della attenta lettura di qualche cartella stampa ben confezionata, distribuita magari dall'ufficio del senatore.  In sostanza entrambi raccontano che il Calderoli, sempre quello di orango e maiali, non presieda l'Aula dal “fattaccio Kyenge” , quindi circa un mese e che per quello sia stato messo in castigo, lui che è così bravo a dirigere i lavori parlamentari.
Perché entrambi gli articoli ci raccontano che conosce benissimo il regolamento ed è in grado di citarne a memoria articoli e codicilli e questa sua bravura gli è riconosciuta tanto a destra, ovvio, quanto a sinistra. D'altra parte anche Totò raccontava che nessuno meglio dei caporali sa recitare a memoria il regolamento. Senza con questo voler dir male dei caporali. Anzi quelli della sinistra, schieramento a cui appartiene la ministra Kyenge, non vedono proprio l'ora che il Calderoli, sempre quello di orango e maili, possa ritornare a dirigere il traffico di leggi e provvedimenti del Senato. In una sola notte sotto la sua gestione, ci racconta Anna Gandolfi arrivò a effettuare ben 7.000 votazioni. Che sembra proprio un bell'indice di produttività, poiché riuscire a fare stare 116 ore in una sola notte non è da tutti. Già, perché se si ipotizza di spendere anche un solo minuto per votazione e senza alcuna pausa per le elementari necessità fisiologiche, significa impegnare ben 7.000 minuti che divisi per i 60 canonici che compongono le ore dei normali mortali fa per l'appunto 116 ore. Che poi se per carità di patria si volesse considerare anche un tempo minimo di 15 secondi a votazione ci si ridurrebbe a 29 ore. Sempre troppe per una sola notte. Quindi chissà come si è arrivati al numero di 7.000 votazioni che se son vere, come del resto nessuno può dubitare, qualche perplessità sulla qualità del lavoro potrebbe pure venire.
Ma in nessuno dei due articoli si leggono perplessità di sorta poiché uno termina paragonando il Calderoli, sempre quello di orango e maiali, al «primo della classe finito dietro la lavagna per averla combinata davvero grossa». Mentre il secondo auspica che «Grasso (il presidente del Senato ndr) tolga Calderoli dal limbo. Il più presto possibile.»
In un paese normale ci si aspetta che un senatore che paragona un ministro, donna e per di più di pelle nera ed originaria dal Congo, a un orango venga tolto al più presto non dal limbo ma direttamente dal Senato. Se questi non ha il buon senso di dimettersi da solo. Ma ci vuole testa per farlo.
In un paese normale ci si aspetta che il linguaggio usato in un comizio sia riportabile anche davanti ai propri figli. Senza vergogna e magari senza arrossire.
In un paese normale magari ci si aspetta pure che competenza procedurale e rispetto per le persone (per non dire di becero razzismo) non siano equiparabili e neppure merce di scambio. Che solo il pensarlo, anche senza dirlo, è una volgarità di cui vergognarsi per il resto dei propri giorni. Che se passasse questo principio allora ladri e farabutti con competenze amministrative o scientifiche o anche meccaniche sarebbero sostanzialmente graziati ad ogni piè sospinto. Il che proprio non è bello.
In un paese normale non c'è malleva per chi travalica la legge del vivere civile.
Quando il Belpaese diventerà un paese normale?



2 commenti:

  1. forse non 7.000 votazioni , ma una ventina di votazioni per 350 votanti potrebbero fare 7.000 espressioni di voto; che non sono certamente poca cosa, poiché mettersi a votare su richiesta di uno come Calderoli va considerato già un gran bello sforzo specie se ripetuto per una ventina di volte, già dopo tre o quattro volte uno comincia a perdere la stima di se stesso.

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  2. Capisco meglio la predilezione del corriere della sera per Sartori ora !

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