Ciò che possiamo licenziare

martedì 9 luglio 2013

Papa Bergoglio: la globalizzazione dell'indifferenza.

«Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare» recita uno degli adagi popolare che come noto rappresentano la saggezza dei popoli. C'è una certa somiglianza tra papa Francesco e Beppe Grillo: proclami a gogò ma fatti pochini. Un conto sono i gesti della retorica e altro quelli della concretezza.

Ancora una volta, in quel di Lampedusa papa Brgoglio ha fatto centro. E l'ha fatto due volte con un sol colpo, neanche fosse Wild Bill Hickok. (1) 
La corona di fiori lanciata in mare da Francesco
E Wild Hickok, raccontano le cronache, è stato l'unico uomo a bucare con un sol colpo due dollari lanciati nell'aria. Poi è venuto Bergoglio. Adesso le pistole non sono più di moda e i nuovi tiratori si misurano con le parole che, come si sa, a volte fan più male delle pallottole ma possono schizzare nel cielo figure che nessun fuoco d'artificio è in grado di disegnare. L'obbiettivo è sempre lo stesso: stupire lo spettatore. E più uno stupisce, più spettatori attrae e più spettatori ci sono più grande è lo stupore. È indubbio che in questo papa Francesco abbia spiccata predisposizione. Come i grandi sceneggiatori sa cogliere di sorpresa il pubblico con gesti semplici, spiazzanti. 

Il suo «Buonasera» al momento dell'elezione è stato semplicemente grandioso. Doppiato poi dall'invito a pregare insieme a lui e per lui quando di norma è il Papa che prega per gli altri. Aver fatto comunicare che non avrebbe calzato le scarpette rosse, di cui pochissimi si erano accorti e ancor meno ne conoscevano la ragione, che indossato pantaloni neri e non bianchi o che la sua croce sarebbe stata di ferro e non d'oro ha colpito una gran parte dell'immaginario collettivo. Così come la notizia che avrebbe lavorato e dormito a santa Giulia e non in Vaticano per alcuni è stato un atto rivoluzionario mentre per altri, più prosaicamente, un atto di prudenza. I gesuiti, nonostante tutto, non sempre si sono sentiti tranquilli dentro la Chiesa.

La scelta di Lampedusa come primo viaggio pastorale ha avuto il suo fascino ed anche il suo perché all'interno di una strategia di comunicazione dai forti toni pauperistici e ben si coniuga con la scelta di muoversi su una campagnola di proprietà, si dice, di un turista, senza paratie antiproiettile ma stranamente, guarda il caso, con la carrozzeria di colore bianco. Come tutti i grandi copywriter anche Francesco sa che uno slogan tanto più è semplice, sintetico e gravido di contenuti tanto più sarà efficace e memorabile. «La globalizzazione dell'indifferenza» è stato un vero colpo da maestro che probabilmente anche Jerry Della Femmina (2) gli invidierebbe.
Anche se i passaggi precedenti e quelli a seguire la frase clou: «Chi di noi ha pianto per questo fatto e per fatti come questo? … Siamo una società che ha dimenticato l'esperienza del piangere» e poi «Oggi nessuno si sente responsabile di questo; abbiamo perso il senso della responsabilità fraterna» lasciano qualche perplessità e sembrano di dubbia efficacia. 

Non si ha successo quando si colpevolizza il proprio uditorio. Soprattutto perché ai proclami che Francesco ha lanciato in questi mesi non sono ancora seguiti fatti concreti, tali da poter far dire che si sta mettendo in pratica quel che si va predicando. C'è in questo continuo dire ma non fare una certa somiglianza con Beppe Grillo (tono di voce e linguaggio a parte). Entrambi fanno intendere impellenti rivoluzioni che tuttavia sono allontanate nel loro svolgersi e nel tempo dalla successiva affermazione ancor più rivoluzionaria: le suore che guidano fuori serie fanno il paio con il parlamento da aprire come una scatoletta di tonno. Si alza l'asticella ma nessuno salta. E anche la corona di fiori lanciata in mare rientra in queste categorie e richiama alla mente il vecchio adagio che recita «Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare». Per l'appunto. Senza contare che il mare soffre già abbastanza di inquinamento e aggiungerne altro, pure per una giusta causa non sembra bello. Qui, magari, una preghierina ci sarebbe stata meglio.

Quindi nel gioco a chi è più rivoluzionario ci si fermi e si vada adesso avanti con i fatti. Per esempio si aprano le chiese alla preghiera del venerdì dei mussulmani invece di lasciarli nei prati e ci si adoperi insieme a loro perché retrivi sindaci diano il permesso per la costruzione di moschee. O si rimuovano monsignori doppio pesisti alla Fisichella, citato a mo' di sineddoche. O si applichi quanto appena scritto nella prima enciclica «La fede non è intransigente ma cresce nella convivenza che rispetta l'altro. Il credente non è arrogante.» (3) Bene, si inizi a mettere in pratica il principio lavorando per i diritti civili dei gay.. E magari, più materialmente, si incominci a saldare le tasse dovuteI fatti devono seguire le parole a stretto giro altrimenti queste lasciano il retrogusto amaro della retorica pasticciona degli aspiranti rivoluzionari. 

A voler essere maliziosi si potrebbe far notare che tutte quelle belle, toccanti e abrasive parole Francesco le ha pronunciate in località Salina, nome che rimanda la memoria a quel principe laico che con feroce cinismo fece dire ad uno dei suoi personaggi: «Bisogna che tutto cambi perché nulla cambi.»
Magari anche no.

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  1. Wild Bill Hickok soprannome di James Butler Hickok (Troy Grove, 7 maggio 1837 – Deadwood 2 agosto 1876), fu reso leggendario dalla sua fama di pistolero infallibile
  2. Jerry Della Femmina, Gennaro Tomas Della Femmina, Brooklin 22 giugno 1936, pubblicitario, copywriter, di grande successo. Ha la stessa età di Bergoglio e come lui è figlio di emigrti italiani
  3. Lumen fidei – la prima eniclcica di Francesco

25 commenti:

  1. Amaranta Cattery Erika Masoni9 luglio 2013 alle ore 09:15

    Boh, grillo non l'ho votato ma almeno ci prova e aver ridato tutti quei soldi è un fatto, piccolo ma lo è, forse sarà propaganda ma lo ha detto e lo ha fatto. Quanta propaganda si sente che non ha mai un seguito?

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  2. La mia miserrima idea. C'è differenza. grillo parla per comunque compiacere qualcuno, i suoi elettori. Ha un fine. Papa Francesco potrebbe restare zitto come hanno fatto i suoi predecessori. Facendo così non ha fini, anzi, sta destabilizzando alcuni "sistemi" creando non pochi problemi. Avrebbe l'interesse contrario, semmai. Vediamo dove arriva.

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  3. Giovanni Occhipinti9 luglio 2013 alle ore 14:28

    anche gli ascoltatori di radio padania la pensano così .. http://www.leggo.it/NEWS/ITALIA/papa_francesco_lampedusa_radio_padani/notizie/301812.shtml

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    1. non credo ci sia uniformità di vedute tra me e i "padani". Nel pezzo non si critica l'attenzione ai migranti quanto il fatto che questa sia solo formale. A un certo punto si scrive anche: " si vada adesso avanti con i fatti. Per esempio si aprano le chiese alla preghiera del venerdì dei mussulmani invece di lasciarli nei prati e ci si adoperi insieme a loro perché retrivi sindaci diano il permesso per la costruzione di moschee. "Forse questo passaggio ti è sfuggito. La distanza con i portatori di elmi cornuti è più che evidente

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  4. apriamo anche le moschee ai canti gregoriani

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    1. Sono fermamente convinto che la forza di un'idea (e di un uomo) stia in quello che lui fa per il suo sentire e non per quello chwe gli viene ricambiato. Pago il biglietto del tram e faccio la fila alla posta a prescindere da quello che fanno gli altri. Il comportamento non deve seguire l'imitazione ma ciò che è giusto fare. Le chiese sono (dovrebbero essere) luoghi di culto a prescindere dal nome del dio venerato e quindi .... Prima dell'avvento del giudaismo e poi del cristianesimo i dii erano gli stessi per tutti i popoli ma solo con nomi diversi. Ed erano scambiabili da popolo a popolo . Questa dovrebbe essere la vera riforma del concilio. Ovviamente per chi vuol credere.

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    2. mi sa tanto caro Castruccio che sia un po' difficile quanto tu auspichi in un mondo monoteista che è diventato tale passando attraverso il "non avrai altro Dio all'infuori di me". Del resto ammettiamolo pure che il mondo pagano al quale fai riferimento sarà stato più tollerante, ma non tanto perché avevano dei , più o meno, interscambiabili; quanto , nel caso del mondo romano, perché il rito non comportava più di tanto un atto di fede.

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    3. Ciao Paolo, non voglio farmi bello con le penne del pavone. Il riferimento all'intercambiabilità dei dii l'ho tratta da Jan Assmann , la distinzione mosaica. Questo testo tratta proprio della linea di demarcazione tra un mondo generalmente religioso dove tutti i dii sono sullo stesso piano e l'introduzione della supremazia di uno di questi ,Jahweh su tutti gli altri. il "non avrai altro dio ecc" In precedenza, dice Assmann per siglare la pace due popoli giuravano uno sui dii dell'altro e li adottava. Com'è peggiorata la religione

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    4. credo che originariamente fosse un comandamento per il popolo ebraico: c'è un punto in cui si dice il dio di Moab è Tizio, il dio di Ammon è Caio e via tribalizzando. Poi l'evoluzione monoteistica ha prodotto la convinzione che il dio di Israele sia anche il Dio dell'Universo, continuando a restare specifico di Israele: peraltro nel Sanctus della Messa si riprende il testo di un Salmo lodando il signore dio dell'universo, mentre il testo originario dice "dio degli eserciti", dominus deus sabaoth. Su come poi sia sorto da una particolare corrente ebraica, ma in ambiente ellenizzato, il Cristianesimo ci sono intere biblioteche fra loro discordi: anche i risultati storici cambiano in continuazione, molte conclusioni della critica razionalista sono andate via via mutando. Come poi da giudaismo, cristianesimo e riti arabici sia nato l'Islam è una cosa che non si può discutere a pena della morte, come magari dovremmo ricordare. Io credo che laicità sia che ognuno pensi quel che vuole, io non penso nulla di tutto questo, non dire agli altri di pensarla come la penso io: per questo no alla dea Ragione e ad altre cose che non nomino per cortesia

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    5. vi è un termine che non ricordo mai per indicare l'avere un solo dio per sé stessi ( per il proprio popolo) senza per questo ritenere che non esistano altri dei a disposizione di altri popoli. Chissà quanto può essere rimasto di questa fase iniziale nell'attuale monoteismo delle religioni del libro. Quando sembrano scalmanati si direbbe parecchio ed anche la dea Ragione potrebbe essere , per certi aspetti, più figlia di quell'antico sentire di quanto non sembri.. Quanto all'islam , credo tu abbia ragione e che sia proprio nella mancanza del diritto degli studiosi ad una ricerca anche fisiologica sulla formazione del testo sacro una delle ragioni del non superamento di parecchie asprezze

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  5. Giuseppe Golin Guaranì-Kaiowà10 luglio 2013 alle ore 15:17

    credere che un gesuita, come ogni altro membro di quella setta sia in buona fede e non sia l'ennesimo lungimirante atto di adattamento darwiniano ad un contesto mutante, per mero istinto di sopravvivenza, a mio avviso è un'ingenuità. Non dimentico la storia dei gesuiti...

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  6. Mi risulta vi siano , e non da adesso, componenti del mondo ebraico per le quali non solo il Dio di Israele è il Dio di tutti gli uomini, ma che credono alla universalità del messaggio biblico. Alcuni hanno anche auspicato un ritorno ad un ebraismo noachita, basato su poche regole condivisibili con tutta l'umanità. Certo che l'ebraismo, anche per il gusto della differenziazione al suo interno e del dibattito continuo, sembra essere la religione meno adatta a vivere a fianco dell'islamismo , cosa che invece sembra indispensabile.

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  7. c'è un bel termine veneziano per definire i mattoidi: "el gà un dio per conto suo". Il dio cui vien fatto riferimento, uno per popolo, è il dio protettore della tribù, mentre il dio cristiano è tendenzialmente universale (= cattolico) anche perché era il dio giusto per la koinè ellenistica e per l'impero romano, che arrivava ai limiti del mondo conosciuto (= ecumene) - convergendo in tutt'altro modo con certe elaborazioni filosofiche del mondo antico maturo. Diverso ancora il paganesimo che vede manifestazioni divine nelle manifestazioni naturali e anche nei moti dell'anima (vedi i poemi omerici)

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  8. Credo che per gli ebrei il messaggio biblico sia universale e il popolo ebraico sia popolo sacerdotale, cui Dio chiede il rispetto di un numero molto maggiore di precetti in ragione della sua predilezione: ma se sbaglio scusatemi, soprattutto mi scusino gli eventuali lettori israeliti. La Bibbia ebraica è frutto di collazione ai tempi della Grande Sinagoga, il brano che ricordo e se volete cerco faceva evidentemente parte di non so quale fonte precedente utilizzata

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    1. credo che quella da te saggiamente suggerita sia la soluzione intermedia a cui sono altrettanto saggiamente pervenuti . mi sembra che questo sia l'attuale stato delle cose per la maggior parte degli ebrei , anche se non mancano, credo, altri posizionamenti.

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    2. Tornando al Papa, ribadisco l'assenso a Sito Novefebbraio quando dice che dottrinalmente non ci si deve aspettare niente di nuovo e politicamente e socialmente molto: per il semplice motivo, se dobbiamo dare retta a Wikipedia, che i battezzati cattolici nel mondo sono 1.196.000.000 e quelli italiani - con un tasso di abbandono della religione nettamente superiore alla media - circa 57.000.000

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    3. già, ma noi abbiamo il golden share i virtù dei versamenti effettuati battute a parte, si tratterà anche di vedere come il consenso che otterrà sul sociale sarà giocato sul piano dei diritti civili.

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    4. ah be' mettersela via su questo, possono pigiare o meno l'acceleratore ma si tratta di posizioni da cui ormai la Chiesa non può spostarsi, anche perché nelle nostre società ha già perso da decenni (il divorzio è arrivato anche in Irlanda, anche a Malta) e gioca di rimessa, testimonianza e qualche volta boicottaggio. Starci dietro, secondo me, senza pensare che ci sia ancora una fortezza da espugnare, sbaglierò...

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    5. speriamo, più che la forza della chiesa cattolica, temo l'indifferenza e la scarsa preparazione politica di tanti giovini.

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    6. chi sa da che parte andranno, non li vedo in direzione castità...

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    7. certamente no; ma trasformare le nostre stesse necessità in posizione politica è spesso difficile e questo anche dopo quasi quarantasette anni dal documento di Strasburgo sulla miseria dell'ambiente studentesco. Non dimentichiamoci che sul divorzio il Pci temeva più per i suoi elettori che per quelli degli altri. Non so quanti su temi come la procreazione assistita o sull'uso degli staminali o sulla buona morte, saprebbero distinguere tra la chiesa che aiuta i poveri e quella che da consigli su tali temi. Mah

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    8. ohilà, i situazionisti di Stasburgo? non ne sentirei parlare da quella volta. Per il resto condivido tutto, chiaramente non è l'asse centrale di una politica come abbiamo sempre saputo nella prima repubblica distinguendo il piano governativo da quello parlamentare su questi temi. Il molto democristiano compromesso è stato messo in crisi dalla Chiesa, certo, dati i magri risultati, e anche perché faceva gioco per spiazzare i cattolici non di destra. Ma noi teniamo botta e non ci facciamo dettare le agende! anche per non essere oggetto di una critica all'individualismo esasperato che prenderebbe, mi pare, nel segno

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    9. edizione Feltrinelli L. 150

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    10. Massimo Canella wow che figata, in magazzino forse lo ho ancora. Per il resto continuo a pensare che il pri come tanti altri governava con la dc malgrado addirittura Pio XII, non so se mi spiego, eppure anche che faceva bene: dopo quando la situazione lo ha consentito si sono messe a posto alcune importanti questioni

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    11. l'apertura , ricercata con i saragattiani, ai socialisti doveva servire anche a quello . E, comunque, a qualcosa quella collaborazione servì anche in tema di rapporti stato-chiesa , se non altro ad evitare fatti di molto peggiori.

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