Ciò che possiamo licenziare

martedì 25 giugno 2013

Prodi lascia la politica italiana e dice: «My game is over».

Prodi dice di abbandonare la politica italiana ma forse è questa che ha abbandonato lui e non da oggi. Ha creato la figura del vincitore-perdente, ha sprecato tutte le occasioni e almeno per tre volte ha giocato il ruolo del pungiball. Ora si occuperà del Sahel

E così anche il prode Prodi Romano lascia. Lo fa con una lettera al Corriere della Sera che trasuda democristianesimo da ogni riga. 

Eh, sì perché i democristiani hanno un modo tutto loro di dire le cose e anche di togliersi i sassolini dalle scarpe e il prode Prodi non sfugge a questa aurea regola. Anche perché se sei stato democristiano anche per un solo minuto poi lo rimani per tutta la vita e quelle movenze, quel tono di voce e quell'argomentare obliquo nessuno te lo toglierà più di dosso. E' l'odore di sacrestia che, per quanto forte sia la fragranza del dopo barba usato, sempre spunta fuori. E' un odore, metaforicamente parlando, impregnante che una volta appiccicatosi addosso non molla più. E non bisogna avere nasi particolarmente sopraffini per sentirlo.

Come tutti quelli che lasciano anche il prode Prodi sente il bisogno di ringraziare il mondo intero per la carriera fatta e le opportunità avute, quanti se ne è visti di commiati così durante le convention aziendali. Se ne va Prodi dicendo che «alla vita politica italiana riconosco di avermi concesso esperienze fondamentali e non poche soddisfazioni personali, che spero abbiano offerto un positivo contributo al Paese.»
Ben diluito nella retorica piagnona un vero tocco di arte oratoria democristiana: mischiare le proprie soddisfazioni personali, che peraltro van cercate con il lanternino, con la speranza, si badi bene la speranza e non la certezza, che quelle abbiano dato un contributo al Paese. Un modo di rendere modesto e sottotraccia l'egocentrismo. Contento lui ...

Delle opportunità avute Romano Prodi non ha saputo far tesoro e se le giocate una dopo l'altra. E quel che più è spiaciuto è che le abbia perse senza fare grandi battaglie. Ha avuto la possibilità di gestire le privatizzazioni: non sono state proprio un successo. Alfa Romeo prima e poi Alitalia poi sono lì a dimostrarlo. Tanto per dire di quelle più importanti che poi ci sarebbero anche i casi di Alivar ed altri, ma tant'è. Ha avuto la possibilità di gestire due governi ed è riuscito a finire in minoranza entrambe le volte perdendo di credibilità. E i dieci anni passati tra la prima vittoria-sconfitta e la seconda non gli hanno insegnato granché tanto che si è prestato anche al terzo capitombolo. La vanità, specie quando rivestita di modestia è pericolosissima. 

Cincinnato i suoi richiami li seppe gestire assai meglio. Il professore avrebbe dovuto studiare di più la storia. Forse dopo la terza esperienza ha capito, finalmente, che fare il pungiball non è gratificante.
La mancata elezione a Presidente della Repubblica probabilmente è stata la peggiore di tutte le sue vittorie-sconfitte: eletto candidato per acclamazione viene impallinato da 101 degli acclamanti. Anche se c'è chi dice che i giuda siano stati 106, perché pare abbia raccolto 5 voti fuori dal suo giardino. Sarà, in ogni caso uno più o uno meno si tratta di dettagli.
Il suo vero principale avversario, che si potrebbe chiamare anche nemico, non è mai stato quello che nella lettera viene definito, non essendo mai nominato, «l' opponente politico che ritenevo e ritengo non idoneo al governo del Paese.» ma un altrettanto piccoletto, però dotato di baffetti, che gli è stato costantemente alle spalle. Avesse il Prodi Romano guardato con maggior attenzione gli sketch dei fratelli Guzzanti (su youtube ce n'è ampio numero) avrebbe capito assai di più delle situazioni che viveva piuttosto che affidarsi a consiglieri buoni forse più per la pallacanestro che per la politica. La tattica democristiana dell'attendismo è buona, forse, solo quando si è ultra maggioranza. Il gatto temporeggia con il topo e il contrario non è mai successo. Anzi come ha insegnato il generale Giap, il più debole deve cercare di fiaccare il più forte e alla prima occasione inferire il colpo risolutore. Ma Giap era comunista.

La prodiana lettera termina con due civettuoli passaggi: una frasetta inglese, evidentemente la Fornero ha fatto scuola presso i politici bolliti e un richiamo all'internazionalità.
La frasetta suona così: «My game is over.» Ma conoscendo la storia dell'estensore e il suo tono di voce oltre che loffia suona anche tronca. Andrebbe rimodulata: «My game is over because it not let me play anymore.» Così è più chiaro e si capisce meglio.
Il passaggio internazionale: «Volo a New York per discutere dello sviluppo del Sahel.» Certo il Sahel è rilevante ma non fa parte del G8. L'importante è accontentarsi. Ed esserne consci.
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http://www.corriere.it/politica/13_giugno_24/letteraprodi1_604badc2-dc87-11e2-98cd-c1e6834d0493.shtml

10 commenti:

  1. francamente, mi sembra da un lato piuttosto ingeneroso nei confronti di Prodi per l'analisi del passato ed un po' benevooa verso l'atteggiamento presente. Credo che Prodi non cadde tanto per i suoi limiti di politico, ma anche per i suoi meriti di persona dabbene; se avesse scelto di allargare i cordoni della borsa, forse non sarebbe riuscito a migliorare in entrambi i suoi governi il rapporto deficit/pil ma, abbastanza probabilmente, sarebbe anche riuscito a mantenersi in sella- Per il presente non mi piace, oltre all'inutile uso dell'inglese , il fatto che dichiari di non prendere più la tessera del PD e non perché di dichiari in disaccordo con la sua linea politica; ma perché egli avrebbe smesso di giocare. Essere semplicemente un iscritto fra i tanti che hanno avuto ben meno di lui,, ma che credono che non si aderisca ad un partito politico solo per il ruolo che si è chiamati a svolgere ma anche per dare, sia pure a sola quota di iscrizione, senza ricevere niente in cambio, è forse troppo difficile da immaginare?

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  2. era ora che se ne andasse.....

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  3. senza certezze, uno può anche immaginare puntate successive

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  4. Pasquale Nuccio Benefazio25 giugno 2013 alle ore 14:47

    Il Sahel trema

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  5. Due le analisi che apprezzo in risposta a questo post? Quella di Carmine Esperti: " era ora che se ne andasse" e quella di Pasquale Nuccio Benefazio che sentenzia: Il Sahel trema. Sinceramente, quella di Massimo Canella ( senza certezze, uno può anche immaginare puntate successive). E' chiaro che sono analisi frutto di studi, di ponderate analisi delle dinamiche politiche, della bellezza del Web che qualcuno, giustamente, dal suo punto di vista dice che costituirà il futuro della democrazia. Certo, con queste analisi, dense, portatrici di confronti...meditate...probabilmente sugli spalti di qualche Curva Sud, o, forse, tra un amaro e un brandy di qualche bar immerso nella nebbia padana, o in qualche bar esposto alla calda carezza dello scirocco meridionale ( dai nomi direi: la seconda che hai detto).
    Detto questo, continuo a non capire la finalità politica di questo blog. Negli ultimi giorni si è' verificato un flop, di immagine, di voti, di credibilità di un partito che annunciava la rivoluzione in Italia. Un partito che, negli ultimi due mesi, ha parlato di scontrini e di diarie. Un partito che ha usato metodi stalinisti - sottolineo stalinisti- per allontanare chi si è fatto portavoce di un dissenso ragionato. Un partito guidato da due personaggi sui quali ci sono molte ombre e pochissime luci. Un partito che ha fatto dell'incompetenza il suo 'core business'...e si vede. Un partito che ha enfatizzato la teoria, disperata e disperante, dell'uno vale uno, ovvero ogni intelligenza che emerge sia stroncata sul nascere. Ovvero, un egualitarismo da mondo senza ambizioni, senza persone che come un tempo, quando l'Italia guardava al futuro, l'ascesa sociale era considerata un obiettivo di grande importanza
    Sto parlando dei grillini, di cui su questo blog non si parla mai. Si parla di tutti, male, anzi malissimo, ma di Grillo e delle farneticazioni inquietanti di Casaleggio non si parla mai. Si riesce a parlare male di Prodi, e non dei deliranti propositi di Grillo. Domande: perché Grillo non ha mai attaccato la Lega ? Gli analisti di cui sopra lo sanno, no! Non lo sanno perché hanno elaborato le loro analisi al bar. Perché Grillo e Casaleggio vogliono cambiare il vincolo di mandato del Parlamentare? Ecco, sig. Castruccio, perché non fa un bel post su questa strana idea del duo delirio? E poi qualcuno sa spiegare perché nel programma politico dei grillomani c'era la privatizzazione di due canali Rai e ora ottenuta la presidenza della Commissione di Vigilanza Rai, non se ne parla più. Anzi, dice il grande Fico: no, non si può privatizzare. Magari, se po fa quarche assunzione, quarche parente...magari poi due o tre direzioni....
    Oggi, su Huffington, ho letto, in replica a quanto scritto da Grillo sul suo blog contro la stampa, ha utilizzato il refrain di una nota canzone e un utente Galeazzo Musolesi gli ha risposto per le rime:

    Sapessi come strano
    e' fare il grillino
    nel parlamento romano
    Il tempo io lo passo
    a calcolar lo storno
    di diaria, emolumenti e"stipendiasso"
    oh che salasso terribile!
    Io che dico "li tengo"
    tu che urli "li versi!!!"

    Sapessi come strano
    e' sentirsi assai piu' soli
    nel parlamento romano
    qualcuno lo cacciamo
    qualcuno gia' s'e' visto
    che ha trasferito tutto
    al gruppo misto
    Eppur, da'sto posto teribbile
    io ti dico ti amo
    devo dirti ti amo
    sai,per la ggente.
    Perfetto...meditate...gente...meditate...

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  6. HA SUBITO PURE UN GOLPE PAGATO DA SUA EMITTENZA,FRA L'ALTRO

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  7. lui, cattolico fervente e praticante, fu inviso alla CEI. Quest'ultima aveva già deciso in quale campo, invece, schierarsi. Vedi alla voce Ruini.

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  8. egli e Bindi andarono a votare al referendum per la procreazione assistita nonostante l'invito della Cei a stare a casa; Berlusconi non vi andò perché troppo legato ai valori della famiglia tradizionale...

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  9. trasuda democristianesimo... perché se sei stato democristiano anche per un solo minuto poi lo rimani per tutta la vita ... Ben diluito nella retorica piagnona .... Romano ? ma non si chiamava Matteo?

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  10. aderisce a quel sogno italiano di Partito Democratico. Attualmente in rotta con la politica di Bersani di mettere insieme il PD col M5S e Sel
    A riprova che con gli estremisti nom si puo' parlare. Ma la battaglia non e' persa e si sta ancora giocando.

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