Ciò che possiamo licenziare

sabato 27 aprile 2013

Adesso si corre in soccorso del perdente. In Italia vacillano le certezze

Ormai il mondo è cambiato: non si corre più in soccorso del vincitore ma del perdente. Ci voleva un ex comunista migliorista per prendere la decisione più dadaista del momento. Anche se resta pur sempre valido il detto che tutto cambi perché nulla cambi.

Fino a poco tempo fa in Italia c'erano poche ma ben salde certezze. 
Ad esempio che la madre dei cretini sia sempre incinta, che esistessero le convergenze parallele, che è meglio tirare a campare piuttosto che tirare le cuoia, e poi anche che fin che la barca va lasciala andare e anche che a non pochi l'insuccesso gli ha dato alla testa.
A quest'ultimo aforisma molti devono aver pensato quando hanno visto danzare con sfrenata passione il fard che ricopre il faccione di Silvio Berlusconi. Raggiante ed entusiasta per aver perso più di dieci milioni (diconsi dieci milioni) di voti. Ma tant'é. 
Se con simil risultati son felici lui e la Santanché perché disilluderli.

Certo, si saran detti i più, adesso bisogna correre in soccorso del vincitore. Che anche questa è un' altra italica fondamentale certezza. Peraltro praticata con pervicace ostinazione e bronzea faccia da diverse centinaia d'anni. Certo che se gli aforismi si potessero commercializzare, l'Italia avrebbe il bilancio più florido di tutto il pianeta. E di tutti i tempi. Record ineguagliabile. Con la sicurezza che neanche i cinesi, che pure qualche esperienza in questo campo ce l'hanno, potrebbero raggiungere per quantità e valore il fatturato del Belpaese.
Però il 25 febbraio ultimo scorso accade un fatto nuovo, inaspettato, rivoluzionario, sovvertitore del senso fino a quel momento ritenuto comune : si può arrivare primi ma non vincere. Pierluigi Bersani docet. Scoramento nelle masse. Scoramento nei poteri forti. Scoramento, ma meno, nella Cei. I vescovi, che hanno alle spalle storia lunga e occhio ancor più lungo per il futuro, non si sono mai fatti impressionare dalla cartella degli imprevisti. 
Forse il Monopoli l'ha inventato uno di loro e deve aver introdotto il blocchetto delle probabilità solo per aiutare i novizi. E poi scoramento anche tra i clienti dell'ortolano dietro casa. Forse gli unici sinceramente scorati.
Sull'onda dell'emotività il giovane vicesegretario del Pd e attuale presidente del Consiglio incaricato, Enrico Letta, parla di immediato ritorno alle urne (1), poi,rimbrottato dai maggiorenti del partito, twitta che no. Meglio aspettare. E questo, con altri simil carini episodi, la dice lunga sulla sua credibilità ed autorevolezza. Sic transeat.

Così di attesa in attesa, che come ridere sono passati cinquanta e più giorni (definiti drammatici, non a caso il melodramma è nato da queste parti) e di fesseria in fesseria, che la dirigenza del Pd in materia potrebbe tenere un master pluriennale al Mit di Boston, si arriva al redde rationem.
Quindi che fare? Giorgio Napolitano che fin da piccolo ha studiato Lenin, e forse addirittura in lingua originale, ha un soprassalto di rivoluzionarietà e lancia la parola d'ordine che sovverte una delle poche certezze della nazione: correre in soccorso del perdente. E lasciar cadere quello che è arrivato primo. Da queste parti non s'è mai visto. Ci voleva proprio un ex comunista, per giunta migliorista, per prendere una decisione che più dadaista non si può. Rivoluzionari, quando lo si è stati una volta, anche se solo per cinque minuti, lo si rimane per sempre.
 aiutare i perdenti e gli ultimoi
Certo aiutare i perdenti e gli ultimi è da buoni socialisti (figurarsi se ex comunisti) e anche da cristiani. Il buon samaritano questo ha fatto. E anche san Martino non ha forse diviso il suo mantello con il povero? E di là dal Tevere non c'è un nuovo papa che si rifà a san Francesco di cui ha preso il nome? D'altra parte come non sentirsi il cuore struggere per chi dopo aver avuto tutto o quasi ha perso tutto o quasi. Sono i casi di questo tipo quelli più gravi e difficili da sopportare. Se uno passa da un piccolo stipendio a nulla certo ne ha un trauma ma da poco a nulla il passo è breve. Mentre invece il salto è grande per chi ha disposto di tanto potere e poi si trova a non averlo più ed essere considerato marginale. È un trauma. Da almeno un migliaio di  sedute psicanalitiche. Come non pensare a tutto questo. E quindi di corsa ad aiutare il perdente.
Per questo a metà dell'800 furono fondate le società di mutuo soccorso: aiutare i perdenti. Ovvio
E così quello che ha perso più di tutti, sia in percentuale sia in numeri assoluti e che ha visto ridursi drasticamente la sua pattuglia di deputati e senatori, che ha dovuto lasciare a casa avvocati e vecchi collaboratori, quello che temeva di essere finito in un angolo e che era disposto addirittura ad accettare il governo presieduto dall'avversario più avversario (almeno a parole) è quello che adesso mena la danza. E lo fa con cipiglio e man mano che le ore e i giorni passano riprende coraggio e si fa anche arrogante e detta condizioni. E molti a gongolare. Per alcuni, addirittura, si riapre l'opportunità di riprendersi il solito strapuntino in politica. L'importante è che la sera tornando non si mettano a picchiare il loro orsacchiotto. Questo non sarebbe bello, pure se qualche sospetto su qualcuno c'è.
Comunque almeno una piccola certezza rimane: bisogna che tutto cambi perché nulla cambi. E se ne ha l'ennesima riprova.

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