Ciò che possiamo licenziare

lunedì 11 febbraio 2013

Benedetto XVI si dimette. Non ci sono più i papi di una volta.

E' carnevale: che le dimissioni di Benny siano uno scherzo da prete. Anche in Vaticano si fa strada il precariato. Benedetto XVI come Francesco Cossiga: si toglierà sassolini dalle scarpe?

Benedetto XVII il giorno del suo ultimo compleanno
Questa volta Benny il sedicesimo l'ha fatta davvero grossa. Dimettersi non è da Papa, anzi. E poi a chi vanno consegnate le dimissioni? Che dirle così è facile ma la burocrazia deve pure seguire il suo corso.
Fino ad ora a tutti è stato raccontato che il Papa viene eletto sì da uomini, ancorché cardinali e ancorché porporati, ma sotto la vigile attenzione di una colomba che pare abbia stretti contatti con i piani alti del cielo e quindi non dovrebbe farsi gabolare con facilità. Perché, si dice, che questa riesca a vedere, anche attraverso le pesanti bardature, i pensieri più reconditi. Che talvolta, sotto quegli zuccotti e quei radi ciuffi canuti, ne corrono taluni che sono veramente pericolosi.
Quindi Benny, come tutti gli altri prima di lui, sarebbe stato scelto con cognizione di causa dallo svolazzante pennuto. A meno che non si ipotizzi che l'ultima volta anziché una colomba a controllare i porporati sia stato mandato un piccione. Magari solo per una questione di pecunia: è noto che il piccione costa meno della colomba. Specie se questa la si vuole anche bianca e immacolata. Che in giro ce ne sono poche. D'altra parte la spending review pare che abbia lambito anche il Vaticano pure se hanno avuto la fortuna di schivare la Fornero, Grilli e pure Passera. Che poi quest'ultimo pare piaccia tanto in quelle stanze.

Ma c'è certezza di queste dimissioni? Non bisogna dimenticare che si è in pieno carnevale e che questo è il periodo in cui ogni scherzo vale. Dai tempi delle dionisiache feste di Grecia ai baccanali romani. E i preti, a proposito di scherzi, ne sanno più di Bertoldo. Non dice la vulgata quando ne esce qualcuno di veramente feroce che si tratta di uno “scherzo da prete”? Che poi sarebbe bellissimo. Se domani affacciandosi alla finestra dicesse: “Ci siete cascati. Non mi dimetto più”. Che colpo. 
Neanche Berlusconi con l'IMU e tutte le altre sue guittate riuscirebbe a pensarne una così deflagrante. Anche se non tutti da quelle parti, per esempio i cardinali Bertone o Sodano o Bagnanasco, pare siano poi così spiritosi.

Le dimissioni sono previste dal diritto canonico, è vero, ma a parte un paio di casi, quello pluricitato e oramai barbosissimo, di Celestino V (1249), che da centinaia d'anni ammorba i liceali d'Italia, e quello del semisconosciuto Gregorio XII (1415) che nessuno si è mai filato, non si ha memoria di altri che abbia pensato di lasciare il soglio pontificio. E' da dire però che precariato, contratti a progetto o a tempo determinato e soprattutto le partite iva sono cose di questi ultimi tempi. Che anche il Vaticano si stia adeguando a queste nuove forme di impiego.? Visto che si parla di “mestiere del Papa”. Gloria in excelsis.
Certo è che questo pastore tedesco di stranezze ne ha buttate qua e là più d'una. Già aveva detto che, oggi come oggi, l'annunciazione non sarebbe stata un evento mediatico di successo (1) come se la protagonista dovesse partecipare ad Xfactor. Prima ancora aveva scritto che gli angeli e i pastori in quel di Betlemme non cantavano e che il bue e l'asino non c'erano neppure, aggiungendo come soprammercato, che tra i magi quello nero era di pura invenzione (2). Con tutto ciò cercando di distruggere la già fragile industria delle statuine di terracotta dei presepi. Una delle poche che a Napoli ancora tirino e facciano un qualche profitto.
Che poi mollare proprio adesso, quando era riuscito a costruirsi pure una sua personale squadretta di  marxisti ratzingheriani (3) come se gli atei devoti di Giuliano Ferrara non fossero già pesanti di per loro, proprio non ci sta. Dov'è finita la sottile abilità politica dei chierici. Capaci di stare seduti a tutte le tavole dando ragione agli opposti ed ai contrari?
Presidente emerito Francesco Cossiga 

E' carnevale. E' carnevale.
E potrebbe anche darsi che per l'occasione Benny abbia deciso di voler imitare l'indimenticato e indimenticabile Francesco Cossiga.
Il Presidente emerito più dadaista d'Italia, che in fine di carriera, per sbarcare il lunario, si mise a fare il dj con il nome di dj-kappa. Questi, decise, appena mollò il Quirinale e con perfetta scelta di tempo, di slacciarsi le scarpe e una volta tolte volle far cadere qua e là qualche sassolino.Che anche Benny nella sua nuova veste di Papa emerito intenda farne cadere qualcuno?  Con dj-kappa tutti un po' ci si divertì.
Così come sarebbe divertente avere delle chicche su alcune delle questioni più intriganti: Ior, elezioni americane, pedofilia, rapporti con i partiti italiani, attività nell'america latina, azionariato industriale in quel della Svizzera. Uno spasso. Sì, sarebbe proprio uno spasso.
Tante domande e poche certezze.
Per il momento non resta che accontentarsi di quel minimo di cose certe che si rendono saldi nella vita: non ci sono più le mezze stagioni e non ci sono più neppure i papi di una volta.

-------------------------------------------
(1) http://ilvicarioimperiale.blogspot.it/2012/12/benedetto-xvi-oggi-lannunciazione-non.html
(2) http://ilvicarioimperiale.blogspot.it/2012/11/linfanzia-di-gesu-il-nuovo-libro-di.html
(3) http://ilvicarioimperiale.blogspot.it/2012/10/evviva-abbiamo-i-marxisti-ratzingeriani.html

1 commento:

  1. E' sempre un piacere leggerti, caro Castruccio sei unpiacevole e critico commentatore

    RispondiElimina