Ciò che possiamo licenziare

giovedì 22 novembre 2012

“L'infanzia di Gesù”, il nuovo libro di Benny il dissacratore.

Nove anni di lavoro per raccontare che gli angeli e i pastori non cantavano. Che il bimbo era di sana e robusta costituzione. Cercare di distruggere una delle poche industrie napoletane in attivo. Non aver capito il messaggio di Abacuc.



Come molti re e regine anche taluni pontefici sono passati alla storia con appellativi che ne rappresentano, talvolta bonariamente talaltra sapidamente, i tratti che hanno caratterizzato la loro gestione della Chiesa o della loro vita.
E' il caso di Innocenzo VIII (1484-1492) che, come si legge nella storia dei papi (1), «con merito può intitolarsi ad essere chiamato il Padre di Roma» per la sua spiccata propensione alla riproduzione. Ebbe ben sedici figli, equamente ripartiti per sesso ed equamente debosciati. E questo in evidente contraddizione con quanto il nome scelto per la carica lasciava supporre. Oppure il caso di Pio VIII (1829-1830) detto il “papa numismatico” o, più vicino, quello di Giovanni XXIII fino a qualche giorno addietro definito “il papa buono” ma che dopo lo sketch televisivo delle primarie Pd verrà ricordato dai posteri come “il papa di Bersani”.
A quanto si può dedurre dai fatti anche Joseph Aloisius Ratzinger sembra voler aspirare a un qualche appellativo e per quanto si è visto fino ad ora la capacità di dissacrazione sembra la sua caratteristica principale.
L'ultima delle sue fatiche, «L'infanzia di Gesù», volume che chiude la trilogia dedicata all'uomo di Nazzareth ne è già di per sé un esempio. E neanche di piccolo conto. Da una trilogia ci si aspetterebbe almeno lo sviluppo cronologico. E invece no. Infatti il primo volume titolato «Dal battesimo alla trasfigurazione» (2007) parte quando il protagonista viaggiava intorno ai trent'anni. Il secondo volume è stranamente conseguente al primo: «Dall'ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione» (2011). Miracolo. In tutti i sensi.
La terza parte, come si conviene ad un buon dissacratore non può che coincidere con l'inizio della storia. Dato che la fine è già stata raccontata. Anche se, si legge qua e là, che il terzo tomo abbia avuto una ben lunga gestazione: si sussurra addirittura di nove anni. Sic transeat gloria mundi. Nove anni per arrivare a distruggere la lunga tradizione del presepe e mettere in crisi, almeno potenzialmente, non solo una delle poche industrie napoletane funzionanti ma anche quei pochi simboli che pure i miscredenti davano per acquisiti. Quindi, con pochi tratti di penna vengono cancellati il bue e l'asinello, gli angeli non cantano e neppure sembrano molto allegri i pastori. Così sparisce ogni autorevole anticipazione al musical Jesus Christ Superstar. In compenso il bambinello dimostra una tempra eccezionale perché pur senza riscaldamento riesce a sopravvivere. Tra i magi non c'è più quello di colore, con la scusa che nel regno celeste non ci sono «distinzioni di razze nè di provenienze». Così una bella fetta degli abitanti dell'Alabama, del South Carolina e dell'Africa, giusto per citare alcune tra le località a più alta concentrazione di neri, saranno presi da sconforto. Forse. 
E infine anche il ruolo della stella cometa viene di tanto ridimensionato: “Non è la stella a determinare il destino del Bambino, ma il Bambino che guida la stella” Bella forza. Che suona un po' come la storia di Maometto e la montagna. E questo è un bell'aiuto surrettizio, ché Benny vive di finezze, al dialogo interreligioso. 
Al confronto i due Giovanni Paolo che l'hanno preceduto paiono dei dilettanti: anche se nel tentativo di dissacrare ci si erano messi d'impegno: il secondo negando l'inferno e l'altro, più ardito, aveva proposto addirittura uno scenario da trasgender. Delle due proposte una è stata rigettata: l'inferno esiste. Eccome. Così ci hanno potuto girare uno spot e l'altra, più interessante è stata lasciata cadere. Ma magari dando tempo al tempo qualcosa salterà fuori.
Per il momento ci si deve accontentare del ritorno alla ribalta del profeta Abacuc che lamentava un certo turbamento nel vedere i malvagi prosperare. Che forse Benny avrebbe più proficuamente utilizzato gli ultimi nove anni occupandosi di questo tema. Anche considerando che molti di quelli di cui si lamentava Abacuc non gli stanno molto lontani.



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(1) http://www.ratzingerbenedettoxvi.com/innocenzoVIII.htm

5 commenti:

  1. e sembra anche che la mangiatoia l' avessero comprata all' IKEA ( quindi probabilmente fabbricata da detenuti tedeschi anticomunisti)

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  2. Ahaha!! Vero! A Napoli saranno disperati, senza le statuine veri capolavori!Uè uè uè o'bambiniello!

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  3. Certo che metterci nove anni per decretare che gli angeli non cantavano, che il bue e l ' asinello non erano nella grotta...a proposito : Ma la grotta l ' ha lasciata ?

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  4. poveruomo quanto sciocchezze, dopo secoli di battaglie di critica neo-testamentaria cui negli ultimi cinquanta anni anche tanti sacerdoti più o meno obtorto collo hanno partecipato

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  5. Matteo
    Alcune riflessioni su ciò che NON HA DETTO il Papa sull'Infanzia di Gesù.
    http://www.utopia.it/infanzia_gesu_libro_papa.htm

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