Ciò che possiamo licenziare

venerdì 9 novembre 2012

Dimettersi in Italia. Una faticaccia.




Dr. Nicola Izzo
ex vicecapo vicario della Polizia di Stato
Il vice capo 'vicario' della polizia di Stato dottor Nicola Izzo vuole dimettersi. Sobbalzo generale su sedie e poltrone dell'italico popolo e dei suoi maggiori rappresentanti.
E che, siamo diventati inglesi? E già perché il ministro dell'energia inglese,  il liberaldemocratico Chris Huhne ha lasciato la sua carica per aver tentato di scaricare sulla moglie una multa per eccesso di velocità. Una manciata di punti sulla patente sono costati un ministero. Mancanza grave.
O siamo diventati tedeschi? E già perché il il ministro della difesa tedesco Karl-Theodor zu Guttenberg, si è dimesso quando qualcuno ha scoperto e reso di dominio pubblico, che ha copiato una parte della sua tesi di laurea. Mancanza gravissima. Che peraltro denota poca fantasia e anche un bel po' di pigrizia. Chi avrebbe mai pensato un teutone pigro?
Lo scandalo dilaga per l'Europa e le famiglie dei due reprobi, fino all'ottavo grado di parentela, se ne stanno tappate in casa. Anche quando sono soli, nel chiuso delle loro camerette, arrossiscono silenti.
Qui da noi certe cose non succedono. Non succedono proprio. Qui da noi queste cose non si fanno. 
Lo sanno tutti, anche i bambini. Avete mai visto un bambino dimettersi da capoclasse? No. E allora?
E allora succede che a respingere le dimissioni del dottor Izzo ci si mettono addirittura in due. Prima le respinge il suo capo, il dottor Antonio Manganelli, per intenderci il funzionario di Stato più pagato d'Italia, qualcosa come 600.000€ all'anno. Che l'omologo della CIA, (quella degli Stati Uniti e non la Confederazione Italiana Artigiani) tanti soldi non se li sogna neppure dopo una indigestione di hot dog. E poi a rafforzare il diniego ecco il ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri. Che, giusto per intenderci ha commentato la sentenza relativa alla Diaz con un “così perdiamo i nostri uomini migliori”. Appunto.
Dr. Antonio Manganelli
Capo della Polizia di Stato
Tutto questo accadeva lunedì 5 novembre
Già, ma perché il dottor Nicola Izzo ha presentato (lunedì 5 ) le sue dimissioni? Per una questione, tutta da provare al momento, di irregolarità nella gestione di alcuni appalti di competenza del Viminale. A luglio (quattro mesi fa) al ministro dell'Interno è stato recapitato un dossier che accusa Izzo di gestione disinvolta. Il dossier è anonimo e questo senz'altro non è bello.
Il dott. Manganelli dice, in questi giorni, che a luglio o giù di lì è stata aperta un'indagine amministrativa interna (ma che ad oggi non ha portato risultati). E il dottor Izzo? A girarsene spaesato per i corridoi del Viminale offrendo la sua lettera di dimissioni a tutti, ma nessuno che la vuole. Colleghi, ministri, capi del personale, autisti addirittura gli uscieri sono scomparsi. Nessuno si fa trovare. E lui lì imperterrito a fare anticamera. Ma niente.Nel frattempo però  i giudici della procura di Napoli decidono di indagare su Izzo per un'altra questione di appalti senza gara. E neanche questo, se fosse provato, è bello.
A questo punto il dottor Izzo conferma le dimissioni: non sono personaggio da operetta, troppi si dimettono in questo paese per incassarne il rigetto, io no.”(2), che sono irrevocabili. Lui dice per potersi meglio difendere. Alcuni maligni invece sostengono per evitare possibili misure restrittive. Che veder arrestato il vice capo della polizia non sarebbe neanche questo molto bello. E neppure è tanto bella la fine della lettera: Sono anche stanco, sono troppi anni che mi sono state affidate responsabilità maggiori di quelle che potevo reggere con le mie capacità e questo ha finito con l’espormi, col farmi commettere errori, col crearmi corvi nemici.”  Ma tant'è. Si dia per scontato che non ci siano cattivi pensieri e si consideri che il dottor Izzo si è dimesso.
Anna Maria Cancellieri
Ministro dell'Interno

 E' già un bel fatto, abbastanza raro, da noi. 
Domande: a che pro respingere le dimissioni? Perché mettercisi in due? E sopratutto perché accettarle tre giorni dopo?
Forse si vuol rimarcare che siamo italici e certe cose le lasciamo fare solo agli anglosassoni? Che poi tra il Viminale e i soldi qualche incomprensione senz'altro c'è visto anche la questione dei braccialetti elettronici. Pare siano stati spesi circa 80 milioni in dieci anni per controllare 14 detenuti (1), che non devono essere neppure tra i più pericolosi se li lasciano uscire dal carcere. Non solo ma che il contratto con Telecom che gestisce la cosa sia stato rinnovato fino al 2018 dal Ministro Cancellieri e con parere non positivo del Ministro Paola Severino neanche questo è molto bello. Se poi succede che a luglio del 2012 il figlio del Ministro vada a lavorare in Telecom si capisce che il senso dell'opportunità non abita da queste parti.

E dopo cinque giorni di grande fatica il dottor Izzo vede finalmente coronato il suo titanico sforzo: accettate. Le dimissioni sono accettate. E, così come si conviene, in quattro-e-quattro-otto ecco nominato il nuovo vicecapo. E' il dottor Alessandro Marangoni da Brescia che si trova da pochi mesi alla direzione centrale delle risorse umane. A Roma, Guarda la fortuna. Così si è risparmiato un trasloco e relative spese. Che coi tempi che corrono... Visto che occhio i ministri tecnici.
E allora che le dimissioni, le rare volte che son date, non devono essere respinte. Anzi vanno accolte con squilli di tromba, rulli di tamburo e sentiti ringraziamenti.
Magari per incentivarle, le dimissioni, dovrebbero essere premiate. Con una promozione. Anche solo platonica. Tanto l'apparire è meglio dell'essere.



------------------------------------------------
  1. 3 ottobre 2012 il fatto quotidiano “Braccialetti elettronici, in dieci anni 80 milioni per controllare 14 detenuti” Vittorio Malagutti.
  2. 23 ottobre 2012 Libero “Cancellieri e Fornero il loro figli sono choosy?”

Nessun commento:

Posta un commento