Ciò che possiamo licenziare

venerdì 28 settembre 2012

Renato Farina. Mentana lo chiama "infame"

A guardarlo così, Renato Farina cattolico, brianzolo da Desio, sembra in bel paciarotto.
Renato Farina in arte Betulla
Giusto un pò sovrappeso. Che anche la piccola obesità di questi tempi non è cool. Magari neanche tanto elegante, anzi un po' strazzonato, che con lo stipendio da deputato che incassa mensilmente qualcosina di meglio potrebbe permettersi. Però, a prima vista, tutto sommato, quasi nella norma.
L'indizio che insospettisce è il riporto. Riportino piccolo, striminzito, fatto di pochi capelli e, a onor del vero, neanche tanto elaborato.  Che al confronto con altri suoi colleghi che del riporto hanno fatto un'arte sembra proprio scialbo e inconcludente. Perché è un indizio? Perché, in genere ovviamente, chi non sa portare con dignità la propria calvizie che tutto sommato è di lieve peso, difficilmente sa caricarsi di ingombri più gravosi. Figurarsi se poi questi son di natura morale.
E infatti scorrendo la biografia del Farina si scopre che è stato radiato dall'ordine dei giornalisti per aver frequentato i servizi segreti col leggiadro nomignolo di Betulla e buttato in pasto ai suoi lettori infamità e falsità di vario ordine e grado. L'ha fatto a pagamento, dimostrando così grettezza, avidità e nessuna, ammesso che per lui possa essere mai stata moneta corrente, idealità. Che già mentire e scrivere il falso fa schifo di suo ma farlo anche a pagamento è ancora peggio. Se possibile.
A distanza di un bel po' di giorni finalmente dice: “Dreyfus sono io” e poi aggiunge “Peccato che io faccio sempre tutto a fin di bene, sono sempre in buona fede”. Probabilmente le stesse parole usate da Caifa e dagli altri del Sinedrio, o  da Torquemada  o magari anche da Landru. Che poi buona e fede son parole che da lui non vorrebbero essere maneggiate e, potendo, dalla sua bocca scapperebbero via.
Don Giussani
Sembra che abbia dichiarato di avere avuto tre maestri: don Luigi Giussani («per lo sguardo sulle cose e la scrittura concisa»); Giovanni Testori («mi ha insegnato ad osare, a spezzare le famose regole del giornalismo»); Vittorio Feltri («è un genio del giornalismo»).
Forse ora a Giovanni Testori non farà piacere di essere considerato maestro dal falso, pavido e ritardatario Farina e magari preferisce essere ricordato come l'autore de Il Fabbricone o del Ponte della Ghisolfa. Che è senz'altro un bel ricordare. E se mai Giovanni Testori gli ha insegnato qualcosa questo sarà stato rompere con il conformismo e dire verità, anche sgradevoli, e star con gli ultimi e non con il potere, specie quando è lercio. Lezione che evidentemente non ha imparato. E quasi di sicuro neppure lo ha sfiorato.
Degli altri due suoi maestri magari ci si stupisce un po' meno. L'integralismo, talvolta o magari anche spesso, porta alla menzogna e alla negazione della persona così come un linguaggio sgradevole e volgare che solletica più gli intestini che la testa dei lettori non è geniale ma semplicemente da bar. E infatti Farina Renato ne è il risultato.
Adesso si dice “Stanco di far del male. Stanco di danneggiare le persone”. Bhè, dopo tanta alacrità un minimo, ma proprio minimo di stanchezza è comprensibile. E quindi scatta la confessione.
Vittorio Feltri
Il sacramento della confessione è stata una bella invenzione, tanto per rifarsi una verginità magari svicolando dalle pene. Che se fosse stata d'uso comune al tempo di Giuda probabilmente questi avrebbe tenuto i denari e se la sarebbe cavata con tre pater-ave-gloria. Come probabilmente farà il Farina. 
Giuda in mancanza scelse un'altra strada. Come dire.
Bene, caro Farina Renato, passi dalle parole ai fatti: cominci col dimettersi da deputato – così non avrà lo schermo della immunità nel caso la magistratura volesse interessarsi a lei – poi smetta di  fare il giornalista che non è affar suo e che ne dice di una quarantina di giorni nel deserto, magari a pane e acqua, in fondo sulla location ha precedenti illustri. E anche la sua linea ne guadagnerebbe.
Se il deserto le sembra pena troppo grande inizi col togliersi il riporto. Magari guardandosi allo specchio proverà meno schifo. Forse.

3 commenti:

  1. Da parte di
    AssociazioneCulturale LunaNera invece....credo che tu abbia proprio ragione!!

    RispondiElimina
  2. Da parte di
    Laura Caputo a me, più che un paciarott' el par un purscel!

    RispondiElimina
  3. Da parte di:
    Franca Paniconi Infami tutti e due.perchè credo che Farina abbia detto di averlo scritto lui per salvare il culo di Sallusti. Visto che lui è un "intoccabile"

    RispondiElimina