Ciò che possiamo licenziare

giovedì 12 luglio 2012

Mario Monti e Silvio Berlusconi: due mattacchioni italiani. Monti andrà? No resterà. Bernusconi andrà? No ritornerà.


Monti versione europea: morbido
Giornate di fibrillo queste per i commentatori della politica. Oddio, più sono fesse le notizie più quelli si fibrillano che in un'estate afosa come questa magari varrebbe la pena di mantenersi calmi e lucidi. E prendersela comoda. Con sobrietà, naturalmente
Marione nostro, che in quanto a giochetti politici ne conosce uno più di Bertoldo, da qualche settimana ci sta sottoponendo ad una continua.doccia scozzese Prima ci dice che siamo alla canna del gas -  e va bene - e che si sente orfano dei poteri forti poi ci racconta che ha convinto la colonnella Angela Merkel ad essere più morbida e che tutto sta andando meglio - che ci sta anche, visti i sacrifici gà fatti - e che finalmente si vede la luce in fondo al tunnel. Ma il tunnel è lungo. Ovvio.
Poi no, tutto da rifare: lo spread continua a risalire, e allora dobbiamo fare di più.
Monti versione italiana: rapace
Quindi ci racconta che il suo governo durerà fino ad aprile 2013, e poi lui come Cincinnato se ne andrà e si metterà a fare il senatore a vita. O qualcosa d'altro. Allora noi ci sentiamo autorizzati a prevedere stabilità a go-go e a vedere la luce sempre più vicina. Sbagliato.
I mesi che precederanno le elezioni, ci bisbiglia neanche tanto sobriamente Marione nostro, vedranno lo spread impazzire perché non sapendo chi le vincerà i mercati, che abbiamo il sospetto siano suoi parenti travestiti, saranno nervosissimi. Che poi è come dire “se invece fossero sicuri della mia permanenza starebbero più tranquilli”. Quindi vuol dire che rimarrà o che magari gli piacerebbe rimanere. Sbagliato. Ancora, lui ci informa che finisce la sua ultima guerra contro la concertazione e poi scompare. Che tanto, giusto come ha enfaticamente proclamato ieri all'assemblea dell'ABI, state tranquilli che il suo piano funzionerà. Quando? Boh, non si sa. Già fa caldo e questo ci parla di guerra. Che poi sono parole grosse specialmente per alcune teste calde che albergano nel suo governo.
Monti pensa alla Fornero in mimetica
Vi immaginate cosa avrà pensato la Fornero quando ha sentito la parola guerra? Lei che già si esercita nel salotto di casa al passo del leopardo avvoltolandosi intorno ai vasi di ficus e di filodendro e si arrampica sulle tende della camera da letto e striscia silenziosa imbracciando il tablet nella vasca da bagno con due dita d'acqua. Che la Demi Moore del "il soldato Jane" al confronto è una dilettante.
I domestici di casa Deaglio stanno letteralmente impazzendo: tutte le mattine trovano poltrone rovesciate, tende strappate e soprammobili, usati come bombe a mano negli angoli più disparati della casa. Neanche la cucina si salva: scatolette di carne ovunque e gelatina sui muri. Adesso che la guerra è stata ufficialmente dichiarata la nostra Fornero potrà liberamente esibire la mimetica che usa come sottoveste, spalmarsi sul viso il grasso nero che tiene nella borsetta, mostrare con orgoglio il cavatappi per birra che tiene al collo con la catenella a pallini dei marines e calarsi finalmente in testa l'elmetto. Anche se questo abbiamo il fondato sospetto che l'abbia sempre portato. Sotto la folta capigliatura.

Silvio Berlusconi versione
in camicia nera
Mentre Marione nostro dichiarava guerre a destra e a manca ecco spuntare poer nano. Nel senso di Berlusconi Silvio. Già ci stavamo salubremente abituando alla sua assenza quando, badadan, eccolo di nuovo. Ad informarci che si candiderà anche nel 2013 alla premiership. Come se non avessimo abbastanza guai e sopratutto non facesse tutto questo caldo. Lui, poer nano, racconta che i sondaggi danno il suo partito al 30%, se lui ne sarà alla guida,  mentre se lui non  ci sarà si scivola sotto il 10% e pertanto è obbligato a presentarsi. Che non vorrebbe, poer nano, perché tempo di dedicarsi alla cosa pubblica ne ha veramente poco impegnato com'è nell'opera di totale rassodamento del fisico che gli prende quasi tutta la giornata. Minetti docet, 
Ma, domanda, Berlusconi non aveva detto che si era ritirato per senso di responsabilità? E adesso si ripresenta per senso di irresponsabilità? Il senso di responsabilità è una cosa seria non lo si può usare solo quando fa comodo. Non è mica un fazzoletto di carta usa e getta. 
Silvio Berlusconi in concentrazione
prima del cucù 
O forse sì? 
Le cancellerie di mezzo mondo, comunque, sono in subbuglio. Angela Merkel paventa nuovi agguati a base di cucù da dietro le colonne, e sopratutto teme di essere nuovamente sottoposta alla prova costume. Alcuni tra i big del mondo hanno già mosso le ambasciate per sapere come si traduce nella loro lingua “legittimo impedimento” ed eventualmente come farne uso. Hollande, Rajoy e Samaras, che lo conoscono solo per sentito dire,sono terrorizzati: temono di dover venire a Roma armati di mascherine, trombette e trick-e-track, che non sanno usare,  ma sopratutto di dover ascoltare le sue barzellette che fanno ridere solo La Russa, Brunetta, Gasparri e Bondi (a proposito che fine a fatto Sandro Bondi? Quello che non era neanche libero di dimettersi.). Insomma lo stato maggiore del PDL quelli che Maurizio Lupi ha tenuto a specificare che non sono “oche giulive né i camerieri di Berlusconi.” Che se lo fossero ne guadagnerebbero. In dignità.
Silvio Berlusconi versione barzellettiere
Lo spread si sta già preparando ad impennate surreali. Sì perché Berlusconi allo spread gli fa lo stesso effetto del citrato di sildefanil. Neanche ce ne avesse di bisogno, in questi tempi.
Unici contenti del suo ritorno sulla scena sono Maurizio Crozza e Sabina Guzzanti: avranno altro materiale per i loro schetck come sottolineato dalla Gelmini (per intenderci quella del neutrino che corre sotto le montagne)
Certo che Marione nostro e Silvietto poer nano fanno una bella coppia di mattacchioni. Di questi tempi. Tristi.
Come si fa a non amare un Paese come questo? Nonostante il caldo.

3 commenti:

  1. E’ giunto il momento di uscire dal piacevole chiacchiericcio, che ci invita e ci stimola a scrivere su questo blog, e andare a guardare dentro le vicende italiche con un occhio un tantino più serioso e più tecnico.
    Ieri, l’ agenzia Moody’s ha declassato il rating dell’Italia. Piove sul bagnato. Ma tra le pieghe della relazione, che motiva l’ulteriore bocciatura, c’è un dato, interessante, che chi ha dimestichezza con l’inglese può andare a leggersi sul sito dell’agenzia di rating (http://www.moodys.com/research/Moodys-downgrades-Italys-government-bond-rating-to-Baa2-from-A3--PR_250567) . In questa parte della relazione di Moody’s si spiega il declassamento del «Country ceiling», ovvero il rischio che un Paese imponga limiti alla libera circolazione dei capitali. Questo parametro è stato già tagliato alla Grecia, l’Italia è il secondo paese che subisce questo taglio. Secondo Merrill Lynch – citiamo testualmente – è più probabile che dall’eurozona esca l’Italia che la Grecia». Il timore di agenzie di rating e investitori è che alle elezioni nel 2013 emergano spinte volte all’uscita dall’area euro, rilanciate di recente dall’ex premier Silvio Berlusconi.
    In buona sostanza Moody’s teme proprio un’Italia non guidata da Monti. Non mi pare il caso di ironizzare troppo dunque sul fatto che il presidente,nei giorni scorsi, abbia messo in evidenza che i mercati guarderanno a chi guiderà il Paese dopo il 2013. E’ proprio così. Tra ieri e oggi ne abbiamo avuto la riprova.
    La situazione drammatica che stiamo attraversando non è colpa di Monti e nemmeno della Fornero .
    Sono persone, queste, che, in virtù della loro competenza, sono state chiamate al capezzale di un paese, agonizzante, e sottolineo agonizzante, nel tentativo di rianimarlo. In un bel saggio, molto analitico, e scritto con competenza professionale, edito dalla Bocconi e curato da Tommaso Nannicini si legge: “ L’Italia è un paese stanco, che ha perso la capacità, e a volte, la voglia di crescere. Un paese in cui l’inconscio collettivo è ormai privo di desiderio ( Rapporto Censis 2010). Un paese insomma caratterizzato da ‘ritardi culturali e difese corporative’.Nannicini commenta: “ Qui,però, casca l’asino. Perché mercato e valutazione sono concetti che provocano crisi di rigetto quando si tenta di impiantarli nella cultura degli italiani. Attratti da un generico egualitarismo di maniera e da retaggi ideologici anti-mercato siamo sempre pronti a vedere l’ombra della disuguaglianza dietro a queste due parole.”
    Ma, aggiunge Nannicini, “ questo cortocircuito è alimentato dal fatto che questi tic culturali sono preda di capipopolo alla ricerca di facili consensi, oppure sono cavalcati da quelle lobby che si oppongono al cambiamento.”
    Tanto per non fare nomi, la Camuso e il suo sindacato sognano un mondo che non c’è più. Altro che Fornero…la Cgil vuole tornare agli anni ’80, dove il sindacato aveva un ruolo centrale, dettava le regole e concertava…insomma contava più di un partito politico. Considera la flessibilità un’anomalia, la Cina e i suoi prodotti, competitivi, non esistono. Lo Stato che generosamente finanzia tutte le aziende improduttive è la regola aurea. Un sindacato padrone e caporale che naturalmente gestiva assunzioni e formazione. La verità è che la CGIL della signora Camuso vive in un altro tempo e in un’altra Storia. E dietro al rincorsa di questo tempo perduto si porta dietro il PD, il signor Vendola, che crede che il buco nel bilancio dello Stato è causato dall’acquisto degli aerei di nuova generazione ( 12 miliardi) contro gli oltre 200 che vengono divorati dalle 8000 società a partecipazione pubblica con oltre 14 mila tra dirigenti e consiglieri…
    Per favore vogliamo smetterla…di indirizzare i nostri strali a Monti e alla Fornero…parliamo di questi avventurieri da Berlusconi a Vendola, che si accingono a governare sulle macerie…
    Grazie

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    1. Uno dei migliori monologhi di Ascanio Celestini comincia pressapoco così: “una volta quando parlava un fascista lo capivi e capivi che era un fascista, quando parlava un comunista lo capivi e capivi che era comunista, quando parlava un democristiano non lo capivi e da questo capivi che era un democristiano.” Ecco, Mario Monti è riuscito a creare l'evoluzione del democristiano: ogni suo singolo discorso si capisce, è chiaro, magari non lo si condivide ma è inequivocabilmente lineare. Quando però si mettono insieme due o tre dei suoi discorsi non lo si capisce più. Ognuno sembra fatto apposta per essere contraddittorio non solo con il precedente ma con tutti i precedenti e, statene certi, anche con il successivo e tutti quegli altri a venire.
      Sì perché Marione nostro di politica ne ha fatta parecchia e all'interno dell'università, è stato nominato rettore e nelle stanze del potere politico; non si diventa commissario europeo così, per caso. E soprattutto non si manrtiene il posto con governi di diverso taglio politico. Il metodo non mi piace ma tutto sommato ci sta. In omaggio al sedicente pragmatismo.
      Ciò che mi sarebbe piaciuto e mi piacerebbe di vedere è un bel po' meno di tatticismo e un po' più di sano e, perché no, duro realismo. Poiché credo che la gran parte degli italiani, io incluso, siano ben consci che il governo Monti è il peggiore governo possibile, a parte tutti gli altri. Per sopramercato Marione nostro è conosciuto e stimato internazionalmente, parla l'inglese in modo fluente e, metaforicamente dicendo, sa stare a tavola, conosce l'uso del coltello da pesce e sa distinguere i bicchieri. Che non tutti i primi ministri che abbiamo avuto ne erano capaci.
      E allora perché non sfruttare questa forza.
      Cosa sarebbe successo se Marione nostro all'inizio della sua avventura, quando aveva il consenso di oltre il 70% degli italiani, avesse parlato chiaro e secco ai tre nanerottoli, Alfano+Bersani+Casini?
      E avesse detto che o si seguiva la linea indicata o si sarebbe andati dritti dritti alle elezioni e che lui, per senso di responsabilità – questa sì vera - si sarebbe presentato con una lista propria? Invece no, s'è messo a far moine a Berlusconi a fingere di ascoltare Bersani a leggere i bigliettini fessi di Enrico Letta ed a graziosamente accettare il sostegno di Casini. Risultato: è stato messo nell'angolo dai taxisti che tutto sono meno che una categoria primaria nello sviluppo e nella crescita del Paese. Su avvocati, notai e farmacisti sorvolo. Perché altrimenti verrebbe la voglia di guardare le loro denunce dei redditi.
      E' il titic-e-titoc parademocristiano che si contesta perché inconcludente e dannoso.
      La patrimoniale dopo i sindacati l'ha invocata Montezemolo e ora lo fa la confindustria, che aumentare l'IVA o le accise sulla benzina siano manovre tattiche ancor prima che recessive e che spingono in alto l'inflazione lo sanno anche i bambini meno dotati, che per stimolare i consumi è meglio dare poco a tanti che tanto a pochi è un'altra di quelle banalità che anche un docente della Bocconi dovrebbe essere in grado di capire. Tanto per dire.
      Se lacrime e sangue devono essere che lo siano ma in modo risolutivo e non si lavori come i medici del '600 che andavano avanti a forza di inutili salassi fino a quando il malato, troppo debole per tutto anziché la ripresa sceglieva la morte
      Che poi se il tutto fosse anche equo le masse popolari ne gioirebbero.
      Sulla Fornero: dice un antico proverbio che chi sa fa e chi non sa fare insegna. E questo è il caso.

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  2. Sul fatto che Monti al trio Lescano ( ABC) avrebbe dovuto dire : " O così o Pomì" e scusate la banalizzazione, Castruccio ha ragioni da vendere. Sono d'accordo. Comunque, se poi ci chiediamo, invece, perchè le agenzie di rating ci bocciano, prima di strepitare è meglio andare a leggere com'è finita oggi l'assemblea nazionale del PD. Ovvero il partito che, secondo recenti sondaggi, potrebbe essere il più serio candidato alla guida del Paese, dopo Monti.
    Bene...è finita in bagarre e sapete su cosa? Sulle nozze gay. SIA CHIARO, lo scrivente di questa nota, è un liberal e non si permetterebbe mai di discutere o commentare le scelte altrui in materia di affettività sessuale, ma data la situazione, dal PD io mi sarei aspettato un altro esito del dibattito. Comunque voglio riportarvi un commento su questa vicenda che ho letto su un Forum On line...è un sentimento che potrebbe diventare generale...

    " Nella situazione in cui ci troviamo nel PD dibattono sui matrimoni gay, minacciando le parti in causa a vicenda anatemi e scomuniche varia. Stucchevole, a dir poco. Ricordo che nella Spagna di Zapatero il dibattito ad inizio legislatura verteva sui matrimoni gay, l'adozione nelle coppie omosessuali, diritti civili dele coppie di fatto...tutto bello, tutto bene, peccato sia finita come sappiamo...un disastro economico e...sociale. Complimenti PSOE e ZP! A me pare che la sinistra in generale non sappia darsi priorità, mettere paletti, dare un indirizzo credibile alla propria proposta politica.....Se vogliono il mio voto se lo devono guadagnare, anzi sudare. L'impressione è di un'armata Brancaleone, donchisciottesca come la proposta di SEL, per non parlare di Di Pietro...da paura quanto e se non più di Berlusconi. Via tutti! "
    Meditate gente...meditate

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