Ciò che possiamo licenziare

lunedì 21 maggio 2012

Dateci lo zio di Bonanni


Raffaele Bonanni (rai news 24)
Forse alcuni di voi, pochi si può facilmente arguire, ricorderanno una epocale frase pronunciata da Raffaele Bonanni, segretario generale della CISL, il 17 dicembre 2011 durante il presidio a piazza Montecitorio (1). Non che le frasi di Bonanni Raffaele abbiano alcuna possibilità di passare alla storia politica del Paese se non, con più merito, a quella della satira. La citazione cui si fa riferimento per l'appunto apparterrebbe a questo secondo genere se non che in giro ce ne sono di meglio e, ahinoi, più devastanti. Ebbe a dire il sindacalista con il pizzetto che vagamente riprende quello del moschettiere Porthos, che la manovra varata dal governo Monti “avrebbe potuto farla anche mio zio che non capisce niente di economia”. L'affermazione fece scalpore per qualche minuto. Con ciò sottolineando nell'innocenza un tratto comune alla famiglia che si tramanda da zio a nipote. Forse che non è stato da innocenti credere alle promesse del barbudo  Marchionne? Comunque, viste le recenti prese di posizione, dichiarazioni e, malauguratamente, fatti lo zio di Bonanni potrebbe essere rivalutato e magari anche di una qualche utilità al Paese. Se lo zio non capisce niente di economia (dice il nipote maligno) che dire di tal Silvio Berlusconi? Neanche lui sembra sia particolarmente ferrato in materia e sopratutto pare abbia memoria cortissima che per un aspirante politico è cosa grave. Infatti il Silvio parla (2) come se fino a novembre 2011 avesse gestito (che magari sarebbe stato pure meglio) l'edicola all'angolo. Con grande sicumera quel tal Silvio, autor di una canzonetta ove si tratta di un suo omonimo che per (s)fortuna c'è (ra), ci racconta che la situazione greca è stata “affrontata con ritardo” e che bisognerebbe “muovere su Bruxelles per denunciare gli errori” e che oggi “ci vorrebbe ben altro”
Che il ben-altrismo è sempre stato approdo sicuro per quelli che non han nulla da dire ma lo san esporre con molte parole. Domanda che probabilmente farebbe lo zio, con il sano buon senso degli abruzzesi della Val di Sangro: dov'era egli, lui medesimo prima del novembre 2011? Perché non l'ha fatto invece di andare a contare i coperti nei ristoranti e le prenotazioni sui voli e negli alberghi? Senz'altro lo zio Bonanni, originario di Bomba in provincia di Chieti, queste cose non le avrebbe fatte e, sospettiamo, neppure pensate perché non capire di economia non necessariamente significa essere stupidi. Così come l'essere cattedratici e bulimici di titoli accademjci,come la dottoressa Fornero si perita di ricordarci con una pertinacia degna di miglior causa, ripetutamente e più volte al giorno (neanche fosse una medicina da assumersi dopoogni pasto) non significa necessariamente avere buon senso (3). Anzi tutti questi hanno il pregio di rammentare ai non edotti e agli smemorati la seconda legge fondamentale della stupidità di cui siamo debitori al grande storico Carlo Maria Cipolla (4): la probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della stessa persona (intendendosi razza, sesso, età, religione, classe sciale, grado di istruzione, nazionalità, residenza,ecc). 
Allegro ma non troppo
Il professor Carlo Maria Cipolla, inoltre, definiva nella costante frazione σ la quantità di stupidi presenti in ogni gruppo sociale: dai bidelli ai premi nobel. Figurarsi quindi se i componenti del governo Monti, che senz'altro si collocano a metà strada tra le due categorie, possono sottrarsi a cotale ferrea legge. Come peraltro spesso confermano: andando in commissione senza essere preparati o non avendo certezza dei numeri che trattano o uscendosene con “sfigate” battute estemporanee. O addirittura chiamando altri tecnici a fare il lavoro che era loro stato affidato, dimostrando così una veloce capacità di apprendimento dei sistemi dell'italica politica. Che non è un bel complimento. E che dire dell'onorevole Mara Carfagna che con la sbadatagine dei membri del precedente governo (ex ministre ed ex ministri) sembra appena atterrata da un viaggio intorno al mondo e quindi chiede un “governo forte” (5), ingenerando nell'ascoltatore il dubbio che sappia esattamente di cosa stia parlando. Fuori d'ogni malizia s'intende. Ecco, molto probabilmente tutte queste cose lo zio poco esperto in economia di Raffaele Bonanni quasi senz'altro (qualche dubbio rimane, avendo visto all'opera il nipote ma le colpe dei nipoti non necessariamente devono ricadere sulle spalle degli zii) non le avrebbe pensate né dette e tanto meno fatte perché, magari, dotato di quel semplice introvabile buon senso che pare si sia smarrito. E quindi la voglia di conoscerlo e magari anche di chiedergli qualche suggerimento su come mettere in sesto questo bislacco Paese oggettivamente viene.
E poi, quasi sicuramente, sarebbe più diretto e magari ci costerebbe anche qualche cosina in meno e sarebbe un tantinello più determinato nelle decisioni e nelle scelte. 
Raffaele Bonanni non sia geloso: tiri fuori lo zio. E lo lasci lavorare in pace

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(1) www.ifatto quotidiano.it “Manovra? Sembra fatta da mio zio” 17 dicembre 2011
(2) Francesco Verderami “Bersani ci ha teso una trappola” Corsera 19 maggio 2012
(3) Massimo Mucchetti “Fornero smemorata o forse no” in Sette n. 20 del 18 maggio 2012
(4) in Allegro ma non troppo, che dovrebbe essere reso obbligatorio in tutte le scuole superiori e facoltà universitarie ed essere reso testo d'esame per poter accedere a qualsiasi posto di responsabilità. E che la sua conoscenza dettagliata divenga condizione necessaria per poter accedere a qualsiasi carica pubblica. 

1 commento:

  1. Sono d'accordo con Castruccio, ma vorrei solo, mi consenta, con questo post, solo 'perfezionare' il tiro...accanto a Cipolla, autore di un testo che sono d'accordissimo con Castruccio, dovrebbe diventare testo obbligatorio oserei dire anche delle scuole medie ( bisogna incidere da subito...dopo i 18 anni è tardi)andrebbero ricordati due stimatissimi giornalisti: Fruttero&Lucentini, autori di un altrettanto mitico testo: " La prevalenza del cretino."...Diciamo che è un libro propedeutico a quello di Cipolla...diciamo più semplicemente anticipatore. Due libri che non dovrebbero mancare nelle nostre biblioteche personali. A proposito...l'Istat ci informa che gli italiani leggono sempre meno. Insomma, continuiamo a farci del male...
    Castruccio, a leggere rimarremo in pochi, fidati di un vecchietto...
    buona lettura...

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