Ciò che possiamo licenziare

domenica 15 aprile 2012

Soldi per sé, soldi per il partito le due Rosy d'Italia.

Non ho mai pensato che Rosy (dove il diminutivo sta per Rosa Angela) Mauro fosse un personaggio politico di un qualche interesse anzi l'ho più spesso vista nei ridicoli panni di una comparsa del redivivo circo Barnum che circolava intorno al super capo-comico Umberto Bossi.
Allo stesso modo ho sempre pensato a Rosy (Maria Rosaria per l'anagrafe)Bindi come ad una donna politica di spessore di cui apprezzare l'evoluzione, da ex democristiana votata dal profondo veneto a presidente del PD la strada è oggettivamente lunga, e mai me la sono immagina nei panni della Giovanna d'Arco dei privilegi.
In entrambi i casi forse, dato il mio irruente carattere di ghibellino, sono stato un po' manicheo. Tutto il buono da una parte e tutto il cattivo dall'altra.
Ora trovare del buono (politicamente parlando) nella Rosy della Lega (anche se ex) non è facile e bisogna scavare parecchio, e dato il basso livello da cui si parte magari anche all'in sù, eppure qualcosina c'è.
Anche dire male (politicamente, sempre) della Rosy del PD non è facile anche se lei qualche spunto negli ultimi mesi ce l'ha dato.
Eppure qualche punto in comune, oltre a quello di genere, senz'altro ce l'hanno.
Innanzi tutto sono due passionarie vere ed in carne ed ossa, a dispetto della Santanchè che invece lo è solo di plastica.
Le due Rosy, pur essendo partite con qualche handicap, .hanno fatto carriere fulminanti per il paludoso e immobile mondo politico italiota
La “Nera” come amorevolmente viene chiamata la Rosy brundisio-padana, essendo nata in quel di Brindisi ed adottata dal gallo-celta Bossi, nonostante le origini sudiste e la recente immigrazione in quel di Milano già nel 1993 veniva eletta nel consiglio comunale della “madunina” e di lì a stretto giro eccola in Regione Lombardia e poi nel Senato della Repubblica, scalando contemporaneamente posizioni nel partito. Bella carriera in soli 15 anni. Almeno dal punto di vista quantitativo.
La Rosy bianca, assistente di Bachelet, è senese ma viene eletta al parlamento europeo in Veneto nella lista della Demcrazia Cristiana partito nel quale si era iscritta solo pochi mesi prima. Oltre che nella DC è stata nel PPI, nella Margherita e poi nel PD. Adesso da Presidente. Che compiere in soli 20 anni questo percorso vuol dire saper fare dei salti in lungo che nemmeno Jesse Owens si immaginava.
Un'altra cosa che le accomuna è il denaro: la Rosy brundisio-padana, a quanto dicono i giornali lo voleva per sé, la Rosy bianca invece lo vuole per il partito e i parlamentari. Gli importi che riguardano la prima sono relativamente modesti, a quanto risulta al momento e richiesti per voglia rozza di elevazione sociale quasi che bastasse una laurea rilasciata da una università sconosciuta a cancellare le origini. E questo certo non è bello e neppure etico. Anche se poi l'hanno espulsa dalla Lega per "insubordinazione" che neanche Stalin arrivava a tanto.  L'altra invece, quella ex democristiana, di soldi per la politica e il partito e i parlamentari ne vuole molti. Anche troppi. E si accalora pure, come s'è visto nella puntata di 8 e ½ dello scorso 12 aprile. La politica non si fa senza soldi, dice la Rosy che è laureata in Scienze Politiche ed è stata ricercatrice all'Università di Siena. Magari su questo punto dovrebbe ripassare un po' di storia dei partiti e dei movimenti politici, esame obbligatorio nella sua facoltà. E quindi scoprirebbe che Andrea Costa e Filppo Turati prima e poi Gramsci e Bordiga e quindi don Sturzo fondarono partiti che diventarono subito di massa senza il becco d'un quattrino e che le case del popolo come le società di mutuo soccorso e le cooperative sia le bianche che le rosse e le verdi repubblicane si autofinanziavano. Altri tempi altra pasta di politici. Uno degli argomenti utilizzati dalla Rosy bianca è che se i privati finanziano i partiti li condizionano. Su questo punto ai tempi dell'università evidentemente deve aver perso qualche lezione. Il partito è espressione di un gruppo sociale che esprime una sua specifica visione del mondo e, conseguentemente, è portatore di interessi polici-sociali-economici. Quindi è ovvio che se un operaio metalmeccanico finanzia un partito si aspetta che lo stesso ne difenda gli interessi e la stessa cosa fa un costruttore edile. L'essere stata nwella DC qualcosa le avrebbe dovuto insegnare. Senza contare che il finanziamento pubblico non esclude quello privato e quindi … Rifletta la Rosy bianca sul fatto che l'UDC di Pierferdinando, tanto per fare un esempio, oltre a i “rimborsi” elettorali ha ricevuto in regalo dal costruttore Caltagirone un bel milioncino. Caltagirone l'avrà senz'altro fatto per aiutare lo scapestrato genero e consentirgli di continuare a baloccarsi con il suo giocattolino ma anche perchè ne condivide le finalità politiche e le conseguenti azioni. O no? Non a caso ci sono partiti di destra, di centro e di sinistra, che difendono interessi diversi. Al solito è una questione di posizionamento
Senza dubbio i partiti gestirebbero assai meglio e con maggior oculatezza i denari ricevuti dai privati non foss'altro perché questi gli e ne chiederebbero conto. In modo puntuale. E non con il pressapochismo con cui viene oggi fatto per i denari di tutti noi.
E certo non vale l'equazione che se non finanziati pubblicamente i partiti per finanziarsi sarebbero costretti a rubare, come si ebbe l'ardire di sostenere in tempi non lontani. Questo è un argomento che neanche i più disperati tra i diseredati usano più quando fanno la questua. E la stessa motivazione vale per gli esorbitanti stipendi e privilegi di cui godono i parlamentari. Non l'ha ordinato il medico di svolgere la funzione di occupante lo scranno del Senato o della Camera e quindi la motivazione non può essere economica ma semplicemente ideale e di servizio. E sopratutto quello di politico non può essere un mestiere.
Quindi i soldi fateveli dare dai vostri sostenitori. Se ci riuscite.

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6 commenti:

  1. Perchè i partiti svolgono ( anzi dovrebbero svolgere) una funzione pubblica , ovviamente è legittima la opionione che per brevità possiamo chiamare liberista di affidare funzioni pubbliche anche delicate all'iniziativa privata, ma è anche legittima quella per cui un investiemnto pubblico ,limitato nella quantità , controllato rigorosamente e indirizzato più ai servizi sul territorio che al patrimonio delle segreterie nazionali evita che la partecipazione poltica sia appannaggio dei beati possidentes. Ricordiamoci la discesa in campo del cavaliere , con decine di dirigenti di finivest e affini occupati a tempo pieno ad organizzare il neo partito sul territorio . Esiste anche un articolo 3 della costituzione per una effettiva uguaglianza di opportunità.

    PS è vero che nell' 800 nacquero partiti e sindacati popolari anche senza finanziamento pubblico , se è per questo nello stesso periodo in cui nacquero c'era anche il voto censitario e , fino a Zanardelli, il fermo di polizia preventivo per i "sospetti sovversivi". Non è una buona ragione per ripristinarli

    www.novefebbraio.it

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    1. Il punto non è tornare a Zanardelli ma far sì che la politica non sia un mestiere pagato dalla collettività e un modo per arricchirsi individualmente. Quanti sono arrivati in parlamento in tram e sono tornati a casa alla guida di sfavillanti auto?Metaforicamente parlando. Perché se sei tifoso di una squadra di calcio non ti pesa pagare l'abbonamento e se sei il support di un partito di dovrebbe pesare sovvenzionarlo. Quello del censo è degli interessi dei finanziatori è una foglia di fico: gli evasori fiscali hanno tuttora il loro partito, che almeno se lo paghino e non costi anche a noi. Negli USA funziona così e loro sono una vecchia democrazia.

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  2. Questa storia che, in assenza di un finanziamento pubblico, cioè soldi nostri, ovvero di contribuenti-tartassati, i partiti finiscono in mano ai detentori del potere economico, ai 'padroni' ( ma chi sono in Italia i 'padroni'?) è il grande alibi che serve ai partiti - in primis la sinistra - per lasciare le cose come stanno. Ovvero paga 'pantalone'. La loro grande paura è che si avvicina la scadenza del pagamento della tranche di luglio - una bella vagonata di euro - e data la situazione siano costretti a rinunciarvi. I bilanci dei partiti sono positivi, hanno avuto mille e speso 100. L'IDV si vanta di avere un bilancio in attivo di 22 milioni di euro, ricordo a tutti che si tratta di 44 miliardi delle vecchie lirette....non bruscolini.Si faccia come in America, come negli altri paesi. Ma, insomma, perchè il mantenimento di questo 'carrozzone' agli italiani deve costare 21 euro a testa, ai tedeschi 8, ai francesi 7, agli inglesi 4,7 e agli spagnoli 2 e qualcosa...Insomma c'è del marcio o no?

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  3. Oh...finalmente d'accordo! Sono cose che fanno piacere...il magnifico trio Alfano - Bersani - Casini si è ritrovato d'accordo...

    I leader della maggioranza che sostiene il governo Monti il 12 aprile scorso hanno firmato, insieme ai capogruppo di Pdl, Pd e Terzo Polo, una proposta di legge che prevede "misure per garantire la trasparenza e il controllo dei bilanci dei partiti e dei movimenti politici". "Il finanziamento pubblico dei partiti presuppone regole certe che garantiscano la trasparenza e il controllo sui bilanci. Questa è la strada e bisogna intervenire rapidamente".

    La proposta di legge depositata da Alfano, Bersani e Casini ricalca l’emendamento al decreto in materia di semplificazione fiscale all’esame della commissione Finanze, poi dichiarato inammissibile da Fini. Probabilmente già domani Montecitorio deciderà se assegnare in sede legislativa, alla commissione Affari Costituzionali, come chiesto dal presidente della Camera.
    Insomma...c'è armonia come potete leggere da questi stralci di agenzia...meno male...quando si tratta di metterci le mani in tasca, loro si uniscono.
    NON VOTIAMOLI PIU'

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  4. Non condivido la sovvenzione ai partiti.Posso accettare il rimborso,soltanto dietro chiara e evidentissima documentazione delle spese,se proprio non si può farne a meno.Penso che i soldi pubblici possano sicuramente essere spesi molto meglio

    Barbara

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  5. Nicoletta Pisano Comunque il vero problema non è il finanziamento pubblico ai partiti, che ha una sua ragion d'essere se si vuole evitare una politica fatta da soli ricchi e sovvenzionata dalle lobbies, ma una giusta rendicontazione, fatta di semplicissime ma alquanto efficaci oezze giustificative di tutte le spese. Mi sembra la cosa più banale, più semplice e più giusta.
    16 ore fa · Mi piace · 1.



    Nicoletta Pisano pardon, PEZZE giustificat

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