Ciò che possiamo licenziare

giovedì 26 gennaio 2012

Italia, Paese di santi, navigatori e poeti. Come Michel Martone





Michel Martone
Il 24 gennaio 2012 poteva essere un giorno normale per l'Italia: i taxisti si stavano agitando come anche i camionisti, pochissimi ha detto il potente ministro Passera, i caselli autostradali erano intasati, notai, farmacisti e avvocati avevano rimostranze contro il governo che li vuole liberalizzare, in alcuni supermercati della Sicilia scarseggiavano mele e pere, la benzina costava cara e qualche milione di famiglie cominciava il rito del fine mese: aumento della preoccupazione direttamente proporzionale alla riduzione dei soldi nel borsellino. La guardia di Finanza comunicava la scoperta di altri 7.000 evasori totali. Ma quanti sono? Prima o poi si esauriranno anche loro come i giacimenti del petrolio. Tutti, quasi tutti, erano preoccupati per il futuro. Insomma tutto regolare.
Lilli Gruber avrebbe avuto gli abituali ospiti, il solito Vittorio Feltri da bar, maleducato e arrogante come sempre e il solito Massimo Giannini a fare il sostenitore della rivoluzione impossibile.
Insomma, tutto ma proprio tutto, sembrava procedere nella più trita normalità.
Neanche un guizzo di creatività all'orizzonte. Quand'ecco che, a ciel sereno, spunta un Martone.
Michel, Martone.
Mica un Michele Martone qualunque bensì un Michel Martone. Pregasi pronunciare Michel alla francese, è nato a Nizza, eh. Mica bruscoli.
Giuseppe Ungaretti
Bene, Michel (pronunciato alla francese) in quella giornata di grande tranquillità ha deciso di dare una scossa al mondo intero rinverdendo i fasti della rima baciata e quindi così, come nemmeno Ungaretti nel suo Canto Beduino (1), o il più antico Ludovico Leporeo (2), ha messo in rima laureato con sfigato. Ato-ato.
Già, perché al di là di quello che ha detto, che voleva dire, che intendeva dire quello che stupisce è la rima: laureato-sfigato. Che poi ci sia un “non” davanti: non laureato-sfigato, quasi è irrilevante. E' proprio l'accostamento che ha fatto sobbalzare il mondo tutto: la laurea e la sfiga. Due mondi lontanni anni luce prima di Michel (alla francese) Martone.
Anche Feltri ne è stato scosso tanto che a Otto e mezzo per la prima volta si è comportato educatamente. Cosa da non credere. E si è rivolto alla Gruber chiamandola Lilli. Gulp.
Opera di Michel (alla francese) Martone.
“Ma come? - si saranno chiesto i più - con tutte le cose che fa, (date una scorsa al suo cv e vi verrà il mal di mare) (2) ha anche il tempo di mettersi a fare rime baciate?”
Che far rime baciate non è semplice. Provate a mettere insieme ario-ario.
Per esempio a far rima con sottosegretario che vi viene in mente? Non ce la fate, eh.
Sforzatevi, magari vi esce un: “sottosegretario grazie a Mario” oppure “sottosegretario bello come un lampadario” o anche “il sottosegretario va all'acquario” o un più naif “il sottosegretario non sa l'abecedario”, o forse “il sottosegretario non ha la paga d'un bancario”, azzardate anche un“il sottosegretario ha un bel campionario” nel senso delle fesserie, ma anche “il sottosegretario è fuori orario”, “il sottosegretario è un visionario”.....
Se poi volete, essercitatevi con la parola viceministro. Istro-istro non è così facile:, ci si avvicina troppo al potere.
Forse trovate un “il viceministro è fuori registro”oppure“il viceministro è un po' tristo” magari vi sconfinfera pure “il viceministro non è un sinistro”oppure “il dire del viceministro è salmistro”.
Ma andare avanti è difficile.
Il piccolo Michelino si è anche scusato sul suo sito punto org, ma questo è il caso in cui il tacon s'è pezo del buso.
Ha scritto che d'ora in avanti sarà più sobrio. Vuol dire che berrà meno? Non immaginavamo che bevesse. Comunque...
Certo i vecchi della gogliardia, quelli dei tempi miei, per intenderci, sarebbero stati più salaci e puntuti. Loro si esercitavano continuamente non come ora, che fatichiamo a far le rime.
Senz'altro sarebbero partiti dal cognome, cosa che a noi neanche viene in mente, ma allora facevano le cose con metodo.
Vi do un'ultima chance, guardate una foto di Michel (alla francese) Martone e provate a pensare qualcosa che faccia rima su one-one.
Magari qualcosa vi viene in mente: Michel Martone....




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(1) Ungaretti che è nato ad Alessandria d'Egitto si chiamava solo Giuseppe e ha scritto Canto Beuino che suona così:
Una donna s'alza e canta 
La segue il vento e l'incanta 
E sulla terra stende 
E il sogno vero la prende.
Questa terra è nuda
Questa donna è druda
Questo vento è forte
Questo sogno è morte.

(2) ) www.treccani.it/enciclopedia/ludovico-leporeo

2 commenti:

  1. non sa neanche cosa ascolta.
    nel suo profilo c'è scritto Jimy Hendrix: y?
    giovane non è mai stato, e come aspirante tale fa errori. è un fake?

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  2. Non certo per prendere le difese di Martone, che tra l'altro non ne ha bisogno, ma che abbia toccato un nervo scoperto non c'è dubbio. Eh...no i cazzeggiatori all'Università, pagati da mamma e papà, sono diverse migliaia.
    Mi spiace, anche a Padoa Schioppa, quando li defini' 'bamboccioni' toccò subire gli strali della sinistra fancazzista...ideologica e inconcludente.
    Confermo, voglio la 'botta di povertà' per questo paese così gli sfigati andranno a fare lavori utili...altro che fare assemblee masturbatorie nelle aule di atenei il cui mantenimento è pagato da 'sfigati' come il sottoscritto che da 50 anni pagano tasse e tirano la carretta.
    A lavorare....senza se e senza ma...

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