Ciò che possiamo licenziare

sabato 17 dicembre 2011

Ugo Sposetti ovvero dell'evidenza negata.

Ugo Sposetti: baffo aspirante Stalin, pettinatura simil Pierferdinando Casini.
Su questi due parametri contraddittori, che evidentemente gli appartengono, ha giocato, sconfitto, la partita per la difesa della “politica”. Dell' attuale politica.
Aveva come interlocutore Sergio Rizzo.
Ex ferroviere, ma lo ha fatto per pochi anni, solo sette, Sposetti si definisce funzionario politico, che già suona come un vago richiamo al pcuss(1).
Dal 1976 ad oggi ha avuto il tempo per ricoprire quasi tutti gli incarichi pubblico-politici possibili. E' stato segretario di federazione (pci), presidente e quindi vicepresidente di provincia, mentre parallelamente era presidente della Centro Merci spa, quindi senatore per due legislature (pci), membro della segreteria tecnica del Ministero delle Finanze mentre in contemporanea faceva anche il sindaco e il tesoriere dei ds (democratici di sinistra) incarico che ancora mantiene, poi viene nuovamente eletto per due volte, ma come deputato anche se nel 2008 gli è andata male, altrimenti sarebbe ancora sindaco. Par di capire che abbia una certa debolezza per i doppi incarichi.
E' probabilmente per questo motivo che si trova al 64° posto tra i deputati meno presenti in aula.
E per queste sue assenze non avrà notato i prezzi dei ristoranti parlamentari ma forse, in compenso avrà apprezzato quanto sia stato bello viaggiare gratis. Ehhbbè!
Un'altra sua passionaccia è rappresentata dal finanziamento pubblico ai partiti e ha la fissazione che la politica in Italia costi poco, anzi quasi nulla.

A Rizzo che gli fa domande precise e circostanziate (2) risponde in modo vago e accusa i giornali e “la campagna operata dai media” per gli 11 punti di fiducia in meno che gli italiani assegnano ai partiti politici. Roba da Berlusconi.
Non contento il baffo aspirante Stalin con un colpo di teatro sfodera un cartello, quasi come i leghisti del pomeriggio in senato, per fare leggere agli spettatori l'articolo 49 della costituzione che recita: “tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”
E allora? Dov'è il problema?
A questo punto una precisazione: la politica, da polis, è una cosa mentre i malconci e deteriorati organismi che fino ad ora l'hanno gestita sono un'altra. Che poi è come dire che se si contesta il pasticcere nessuno si sogna di mettere in discussione il concetto di pasticceria. Che piace a tutti. Come la politica, anche se questa un po' meno del calcio.
Ora, uno che è stato alla scuola di partito delle Frattocchie (3) un paio di cosette di filosofia di base - cos'è struttura e cos'è sovrastruttura - le dovrebbe conoscere. Ma l'ex ferroviere, magari avesse continuato su quei binari, non arriva a destinazione.
Dopo un pò di sterile battibecco Sergio Rizzo piazza l'innocente domanda che suona così: “ nel 1996 il centrosinistra tutto ha avuto rimborsi per spese elettorali per 7milioni e 839 mila euro, nel 2008 per 18 milioni e 500 mila euro (a naso per uno che non sa contare si tratta di più del doppio). I rimborsi elettorali (quelli in relazione ai numeri dei voti) nel 1996 sono stati pari a 16 milioni 999 mila mentre nel 2008 sono saliti a 180 milioni (sempre per chi non sa contare si tratta di 10 volte di più). Cosa c'entra questo con la democrazia?
Nuovamente il baffo aspirante Stalin freme. C'è un momento di silenzio e poi, anziché dare risposta esce, fuor di cotenna, la domanda fulminante “come si forma la classe dirigente?”.
Già come si forma? Ma che c' entra?
Eh già, non c'entra. Nulla, non c'entra nulla.
Comunque, dato che ce l'abbiamo, questo è lo Sposetti pensiero: “bisogna fare uno sforzo per trovare delle sedi in cui si forma la classe dirigente: quindi migliorare l'università e la scuola, ma anche i partiti, ma anche i sindacati, ma anche le organizzazioni sindacali, ma anche le organizzazioni impreditoriali ma anche come si fa televisione, ma anche come si scrive un giornale” perché prosegue con voce chioccia “queste sono le domande di un cittadino che paga le tasse.”
Bellissimo, a parte il sacrificio del congiuntivo che, comunque è stato massacrato a sufficienza durante tutta la puntata. Ma oramai ci è abituato.
Tuttavia, ancora una volta, che c'azzecca? Nulla per l'appunto.
Evidentemente Ugo Sposetti lascia la parte migliore della sua testa sul pavimento del suo parrucchiere.

---------------------------------------------------------------------
(1) pcuss= partito comunista delle repubbliche socialiste sovietiche
(2) otto e mezzo del 15 dicembre 2011
(3) Scuola delle Frattocchie = dove (fino al 1991) in una villa, immersa nel verde dei Castelli Romani, c'era la sede della scuola dei dirigenti del Partito Comunista Italiano, l'Istituto di studi comunisti.

2 commenti:

  1. Si dice che, alcuni secoli fa, qualcuno, all'affermazione "il popolo ha fame e manca il pane", abbia risposto "dategli le brioches", sappiamo come sia finito questo qualcuno...
    Quando un personaggio pubblico, quando un politico, si lancia in affermazioni simili a quelle del signor Sposetti (in questi giorni, in realtà, ho sentito più di un esponente del mondo politico andare in giro a raccontare che in realtà sono dei poveracci e che la politica italiana costa anche meno che in altre nazioni europee) vuol dire che ha perso la misura di quello che succede nella società (al "popolo").
    Ha perso il senso della realtà perché, visto lo stato della nazione, è giunto il momento di smettere di dire parole in libertà (trattasi di un eufemismo) e di guadagnarsi seriamente lo stipendio (cioè, quello che fanno gli altri cittadini italiani, soprattutto quelli precari, sì perché, stranamente, proprio i lavoratori che hanno meno diritti sono quelli che devono lavorare con maggiore alacrità) anche perché, contrariamente ai signori delle brioches, il popolo italiano è costituito da cittadini (che sono anche i datori di lavoro del signor Sposetti e colleghi) e questi cittadini sono giunti allo stremo delle forze: con tante persone che in questo periodo sono rimaste senza lavoro loro malgrado, magari qualcuno potrebbe concludere che un migliaio di posti di lavoro in meno (…) potrebbero in realtà migliorare la vita del resto degli italiani.

    RispondiElimina
  2. Il Titanic affonda e l'orchestrina continua a suonare nel salone. Sono tanti gli orchestrali a suonare in questo momento. C'è Bossi, trombone di prima fila, poi c'è Di Pietro, tamburo e grancassa. Vendola, violinista di spalla. Camusso, arpa. Berlusconi che fa il controcanto. Lega e Cgil suonano la stessa musica, ma l'arpista Susanna dice di no e si affanna a spiegare le differenze senza convincere nessuno. Poi arriva Ugo Sposetti. Un vero uomo di apparato, sovietico tanto per intenderci.
    Tesoriere al tempo del DS ( oggi PD). Voleva ripristinare il finanziamento pubblico ai partiti. Diceva, anzi delirava, che senza questi soldi la democrazia era in pericolo. Bella come barzelletta eh? Ma è uno tenace. Non si rasseggna e ne
    nel 2011 propone una legge volta a raddoppiare i rimborsi elettorali ai partiti.I DS con la faccia rossa dalla vergogna, mi auguro, hanno bocciato la proposta. Ma, sapete chi è questo Sposetti? Vi ricordate il caso Consorte nella vicenda Unipol-Bnl? Quella vicenda dove c'è la famossa intercettazione che dice: " Allora abbiamo una Banca? Insomma, Sposetti c'entra tanto che
    Il giornalista Gad Lerner ne chiese le dimissioni affermando che «non poteva non conoscere le fantasmagoriche plusvalenze di Consorte» e che n qualità di Tesoriere Nazionale dei Democratici di Sinistra non poteva non sapere degli intercorsi tra il suo partito e Consorte.

    Mi sto convincendo, anche se lo pagheremo noi, e in termini salati, che un default a questo paese farebbe bene. Spazzerebbe via questi orchestrali ad orecchio, ci incazzeremmo e non li voteremmo più.

    RispondiElimina