Ciò che possiamo licenziare

sabato 26 novembre 2011

Alessandro Giuli ovvero: prima che il gallo canti






Eh sì, con queste semplici parole un hippy palestinese, la cui storia ebbe in seguito qualche successo a Broadway, profetizzò al suo delfino che lo avrebbe rinnegato tre volte. Il delfino, che originariamente si chiamava Simone, aveva avuto il nome cambiato in Pietro per future questioni di edilizia e di relativa tassazione ici . L'hippy era ieratico ma come già aveva dimostrato durante una cena ed una scampagnata in collina era pragmatico e aveva una lungimiranza non comune.
Stessa lungimiranza ci si sarebbe aspettata da Berlusconi Silvio che vantava, almeno idealmente, qualche legame con il padre dell'hippy.
Certo Berlusconi Silvio aveva già raccontato di aver camminato sulle acque, almeno in una barzelletta di sua invenzione, ma non ha fatto in tempo a dire la battuta del gallo. In compenso i rinnegatori si sono già messi all'opera.
Uno di questi, Alessandro Giuli vice-direttore de “il Foglio” circa 15.000 copie tirate e, se va bene, 5.000 vendute, ha deciso di rinnegare in diretta sul terzo canale radio Rai (1) durante la trasmissione prima pagina (2).
Ad un ascoltatore, Carlo da Ferrara, che gli chiedeva del fallimento della rivoluzione liberale promessa da Berlusconi Silvio nel 1994, Alessandro Giuli, classe 1975 e già spocchiosetto, ha allegramente demolito quello che il suo telediarroico direttore chiama con amore (chissà se anche il suo è mercenario) il cav. Che sta per cavaliere e non per cavatelli.

Come un rinnegatore di lungo corso Giuli parte subito pesante e chiosa con un “faticosamente” l'affermazione dell'ascoltatore che dava atto al foglio di aver sostenuto i governi di centro destra.
Poi ammette, prima rinnegazione, che la “rivoluzione liberale è evidentemente fallita” che, se se ne sono accorti anche al foglio, dev'esseere un fatto più che acclarato.
La causa di questo fallimento?
Seconda rinnegazione: C'è stata una diarchia terrificante in questi tre anni tra Gianni Letta e Giulio Tremonti che rappresentavano 2 poli di un modo di vedere la realtà politica ed economica estremamante diversi. S'è perso tempo. – insiste implacabile il rinnegatore – Il grande fallimento del centro-destra è stato un fallimento di caratteri e di uomini prima ancora che di strategie politiche. E alla prova dei fatti Berlusconi si è dimostrato inadeguato, vuoi anche per questioni d'età a quella che era la missione del '94”. Con ciò dicendo che il povero Berlusconi non era quel grandioso rodomonte, decisionista e padrone della situazione come voleva far credere ma un semplice vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro. Un pupo di cui altri tiravano i fili, ed è per questo che cantavano meno male che Silvio c'è. Un altro li avrebbe fatti a pezzi.

Terza rinnegazione: “Ha fatto un patto unitario con Fini poi se ne è liberato. Quello forse è stato un errore per la meccanica che ha dato vita alla separazione. E' imploso e ha pensato di sopravvivere comprandosi il consenso di qualche deputato, comprandoselo non con i soldi necessariamente. Comunque è un fallimento politico da parte di un grande leader impolitico.” In altre parole era un incapace.
Poi il gallo ha cantato.
Ehi, il virgolettato non è di Vendola e nemmeno di Grillo e neanche di Fini. Quello che parla è uno che faceva parte della guardia imperiale.
Al confronto Crosetto, ex sottosegretario alla difesa che ha definito Berlusconi una testa di c... sembra uno di fede adamantina lontano anni luce da qualsiasi Giuda.
Incontrato in un bar vicino al tribunale mentre succhiava un chupa-chupa Berlusconi ha commentato queste dichiarazioni: “sono lontani i tempi in cui ero paragonato al piccolo Lenin (vedi http://ilvicarioimperiale.blogspot.com/2010_03_01_archive.html ) e chi mi manca di più è Sandro Bondi che aveva la stessa funzione della coperta di Linus. E un po' lo stropicciavo anche.”
Poi come sopra pensiero: “ora per essere in pari mi manca il bacio, il sinedrio, il Golgota e la resurrezione. - mi guarda e aggiunge - Lei che dice?.”
Contraccambio lo sguardo e rispondo “Eh, sì...” mentre penso poer nano.




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(1) La trasmissione prima pagina va in onda tutti i giorni su Rai Radio 3 alle 08,15 e consta di due sezioni nella prima ha luogo la lettura dei giornali e nella seconda il filo diretto con gli ascoltatori Ogni settimana il consuttore cambia, quasi sempre si tratta di giornalisti di grandi giornali nazionali, talvolta qualche direttore di testate di partito più raramente giornali locali e anche quelli, come il foglio appunto che hanno tirature e vendite da bollettini parrocchiali ma godono di speciali raccomandazioni.
(2) novembre 25, 2011, prima telefona del filo diretto

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