Ciò che possiamo licenziare

lunedì 17 ottobre 2011

Rieccolo

Puntuale come la polemica sul caro libri d’autunno, l’influenza d’inverno, il raffreddore da fieno di primavera e le zanzare d’estate ecco uscire la solita esilerante intervista al semi-conte Massimo D’Alema*.  
A fare da spalla Dario Di Vico, già apprezzato per ben altri servizi giornalistici.
Questa volta  Massimo l’intelligente – anche noi viviamo di luoghi comuni - ha deciso di fare ll’imitazione di Crozza che imita Montezemolo.(http://youtu.be/zEtf5xE3tko )
Già, oramai le batture dei comici hanno sapore di cose serie rispetto ai triti non-sense dei politici.  Neanche fossero Lewis Carroll che, potendo, senz’altro prenderebbe appunti.
L’attacco dell’intervista è degno del miglior Crozza.
L’ex barcarolo e attuale viticultore D’Alema parte con uno scattante“tocca alle opposizioni sbloccare la situazione avanzando una proposta che già dall’annuncio possa accelerare il mutamento” che poi doppia con una strambata (termine marinaro che il Massimo dovrebbe capire non foss’altro che per averlo letto nel manuale delle giovani marmotte) del tipo “occorre un consenso largo, un’alleanza tra progressiste e moderati, un progetto capace di guidare il Paese almeno per una legislatura di grandi riforme e di ricostruzione.”
Ma è bellissimo, viene voglia di gridare per poi aggiungere: che avrà voluto dire? Neanche al Cappellaio Matto sarebbe riuscito in simile ragionamento.  Per chiamarlo ragionamento.
E qui ci saremmo aspettati che l’implacabile Di Vico  incalzasse con un : “Come? Quando?”
Ma non l’ha fatto. Evidentemente è animato dall’ autentico e caritatevole spirito cristiano che impedisce di infierire sugli inermi e sui mezzi conti della Città del Vaticano.
E inoltre De Vico sa bene che D’Alema, al contrario di Montezemolo, una Emma nel motore non ce l’ha proprio. Si adatta a far da solo. E si vede.
Scatenato nel suo eloquio il Massimo – ben disegnato da Mastroianni che ce lo presenta con sguardo arcigno, bocca piegata al basso e un inutile (come lui del resto) fogliettino tra le mani – prosegue e dice: “non sono contrario, come è noto, (chissà a chi dovrebbe essere noto)  ad accelerare la riforma previdenziale del sistema contributivo.”
Infatti nessuno con una pensione da nababbo,ops, si voleva dire da parlamentare, che per anni ha fatto pranzo e cena con una manciata di euro sarebbe contrario al taglio delle pensioni degli altri.
Poi il mezzo conte D’Alema, già inebriato dal suo futuro e non ancora bevuto vino, vagheggia di raggiungere un tondo 60% di consensi. Finalmente De Vico si fa provocante e chiede  “ Per arrivare al suo 60% occorre portare all’alleanza con la sinistra il Nord (dove campeggia la Lega), la Confindustria (dove abita l’agognata Emma), la piccola impresa, le professioni (gente che non si vuol fare mettere le mani in tasca, per intenderci gli evasori fiscali) mondi che finora sono stati generosi di consensi verso Berlusconi.”
La risposta esce dai fumi del vino con precisione fulminante: “dobbiamo sottoporre loro un’offerta politica convincente per ridare slancio al Paese e mettere mano ai meccanismi corporativi che lo bloccano”
Per sapere quando e come pescare la carta degli imprevisti e ripassare dal via. Come a monopoli.  
E poi perché quelli dei meccanismi corporativi dovrebbero votare a sinistra? Già perché uno di centrodestra dovrebbe votare a sinistra?
“Perché uno ce prova” sarebbe la risposta spontanea, detta di cuore.
E lui, il mai laureato in filosofia,  ce stà a provà come aveva già intuito nel 1997 (dabaden badaben 1997) Sabina Guzzanti . http://youtu.be/FCnhobIAJO4 **
Poi, dopo mill’altre facezie, per finire in gloria gli vien chiesto di Prodi e qui siamo all’apoteosi: “Prodi è una grande personalità, tra l’altro molto apprezzata anche al di fuori del nostro Paese. Quindi una risorsa importante.”
E probabilmente per questo nel 1998, quando s’è fatto prendere dalle fregole e dai rodimenti, ha fatto di tutto per farlo cadere. E c’è pure riuscito questo campione in fallimenti.
Ma non tutto è perso. Una cosa c’è di veramente intrigante in tutta questa intervista: l’auspicio per una nuova stagione politica. Magari senza di lui.
Alleluia.

2 commenti:

  1. Ora, è chiaro che, tra le tante cose che mi possono passare per la testa, quella di assumere la difesa d'ufficio di D'Alema non è nè pensabile, nè praticabile. Sulla percentuale, come dato numerico, sono invece d'accordo, questo però lo pensavo anche prima che 'baffino' lo proclamasse solennemente. Ah...prima di proseguire...diamo a Cesare quel che è di Cesare: Dario Di Vico non fa da spalla, ma è un ottimo esperto di economia e i suoi articoli sul Corsera sono di una straordinaria chiarezza.
    Perchè dico si al 60%? Baffino non è stupido, avrà altri difetti, ma in questa situazione in cui si trova l'Italia - siamo messi molto male con i nostri 1900 miliardi di debito pubblico - occorre un governo che sia in grado di prendere senza 'casini' tutte le decisioni più impopolari. L'Italia è qualcosa di simile ad un solido corpaccione dove convivono interessi corporativi, rendite di posizione, assurdi privilegi, ci siamo dimenticati che, in questo paese, di andava in pensione a 49 anni ? Badate bene, non sono solo privilegi che riguardano la classe politica, ma l'intero paese. Il parlamento non è altro che lo specchio della società civile. Non ci credo alla barzelletta che il paese civile è migliore della classe politica. Non sta in piedi sta fregnaccia. Solo se ce lo diciamo chiaramente, cambieremo questo paese e consegneremo ai giovani un futuro decente.
    Certo la classe politica ha le sue colpe, ma è lì perchè ce l'hanno mandata i cittadini. Non sono piovuti dal cielo.
    I tedeschi, le riforme che oggi vengono chieste all'Italia, le hanno fatte con Schroder nel 2001. Il progetto si chiamava Agenda 2010, hanno fatto sacrifici, ma hanno messo la Germania sui giusti binari. Oggi, che pretendiamo che paghino le nostre spensierate spese folli: pensioni, casse integrazioni, un welfare allucinante che ha sempre premiato i furbi e mai le persone veramente deboli? I sindacati, difensori degli occupati, non hanno mai avanzato un progetto per favorire l'occupazione dei giovani. Qual è il loro ruolo? Quali progetti hanno presentato? m
    Oggi, incendiare macchine ( peraltro di persone che lavorano e magari la pagano a rate, assaltare banche,sfregiare Roma...non serve. Non è utile e non potrà cambiare il nostro destino. Occorre un diverso approccio cognitivo. Siamo una nazione che corre il rischio di andare in default e a quel punto bruciare macchine non servirà a molto. Andremo a fare compagnia alla Grecia e sarebbe utile ricordare, come da loro stessi ammesso, hanno truccato per due anni i conti, facevano i bilanci per tradizione omerica e andavano in pensione a 55 anni e un paese con 12 milioni di abitanti, aveva 800 mila dipendenti pubblici. Non sta' nè in cielo e nè in terra. Ora, il Partenone farebbero meglio a venderselo.
    Ulisse
    Leggo

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  2. Torno sull'argomento l'Italia delle rendite di posizione, per riportare, in sintesi, quanto scritto da Michele Ainis, sul Corsera, all'indomani del mio intervento su questo blog sui mille privilegi dell'itala gente. Quando scrivo che la società civile, sotto sotto, ci marcia, non credo di affermare un'eresia. Vi cito alcuni esempi di privilegi, citati dall'articolo di Ainis ' La non crescita dell'Italia delle Corporazioni'. Ovvero, il passato che non passa.
    Cito testualmente
    " A Bologna, per i dirigenti regionali un anno d'abbonamento al bus costa 50 euro, invece dei 300 che pgano i comuni mortali.2 I regionali di Palermo invece hanno diritto alla colonia estiva per i figli, quelli di Trieste hanno diritto ai mutui a tasso zero.
    Ma, non è finita. Questa è bellissima: i bancari lasciano il posto ai figli, un accordo di questo tipo è stato siglato nel 2010 tra Unicredit e i sindacati. Vi dirò che la stessa prassi è stata sempre adottata in Grecia, ma non solo nelle banche, in qualsiasi posto pubblico. A questo punto uno dice: beh...certe 'indignazioni' dovevano arrivare prima. Non ora che la casa brucia. Ma, su questi indignados, personalmente, penso che ci sia più di un ricamo immediato. Andiamo avanti. Per gli impiegati della Banca d'Italia, un premio straordinario, in pecunia, basta che lavorino 241 giorni!!!!. Bella questa, poi, agli insegnanti di religione tocca un trattamento retributivo di favore rispetto a chi insegna matematica e latino. I giornalisti entrano nei musei senza pagare...quindi il fesso numero 1 in Italia che non sapendo, ad ogni mostra, pur appartenendo alla categria degli scribacchini, ho sempre pagato. I ferrovieri hanno il treno gratis per loro e la moglie e per i figli fino a 25 anni. Chi lavora all'Enel ha uno sconto sulla bolletta dell'energia. I sindacalisti, presunti difensori del popolo che lavora, grazie a due leggi del 1974 e del 1996 sono esentati dai contributi pensionistici. Io li devo pagare, come un c....o fino ai 65 anni. I tassisti si proteggono con il numero chiuso, al pari di farmacisti, dentisti e notai. Un blocco sociale immenso,che nessun governo di destra e di sinistra è mai riuscito a smantellare. Ultima chicca, in agosto, quando la Banca Europea ci impose alcuni provvedimenti immediati ( pena il fallimento immediato) in Parlamento, in sede di discussione della manovra urgente, gli avvocati, in Parlamento gli onorevoli-avvocati sono 134, riuscirono a dimezzare il taglio dell'indennità parlamentare.I farmacisti riuscirono - cito sempre Ainis - ad imporre l'aumento della distanza obbligatoria tra una farmacia e l'altra. La Chiesa Cattolica riuscì a far repsingere gli emendamenti sull'ICI per le sue attività commerciali.
    Chiudo citando Ainis
    " No, non ci serve un decreto sulla crescita, se servirà a far crescere ancora il peso delle corporazioni. Ci serve una legge che abrogghi le mille leggi di favore dispensate dallo Stato. Dopo Forse, torneremo a essere un popolo, un'unica nazione".
    Io sono indignados, ma per queste cose...e non brucio macchine.

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