Ciò che possiamo licenziare

domenica 5 settembre 2010

Rimpiangere Ciriaco De Mita. Accidenti!

Che l’entrata nella costellazione della vergine avrebbe portato delle sorprese era stato previsto * e in qualche misura la si poteva considerare anche una facile e un po’ scontata profezia. Ma che una delle sorprese fosse applaudire entusiasticamente (e neanche in termini metaforici) Ciriaco De Mita. O come lui dice Giriago, Questo non ce lo si poteva veramente aspettare. Soprattutto da un ghibellino.

Sì perché a me Giriago ed i suoi amici demoni-cristiani non mi sono mai piaciuti tanto. E non solo perché come disse una volta il presidente della FIAT Gianni Agnelli:” De Mita è un intellettuale della Magna Grecia” per quel suo modo di parlare da leguleo e quel suo modo di pensare e di fare un pò contorto.
Lui, Giriago, rispose che "non è golpa mia se non ho un nonno nato a Gallarade (che poi sarebbe Gallarate)".  Al dibattito fece subito eco quello spiritaccio toscano di Indro Montanelli che, con neanche tanto coperta e sottile malignità, aggiunse:“non vedo cosa c’entri la Grecia”. Facendo con ciò riferimento a presunte debolezze dell’allora segretario della DC (democrazia cristiana, per i più giovani). **
Non mi sono mai piaciute le sue frequentazioni ed in particolare quel Clemende (che starebbe per quel tal Clemente Mastella che si autodefinì, guarda un pò che riferimenti, il Moggi del Parlamento. Per quel suo desiderio, vagamente da psicoanalisi di far cambiare casacca agli altri con la stessa velocità e disinvoltura con la quale lui stesso la cambiava) e neppure gli altri con cui, in quel di Nusco negli afosi agosti di tanti anni fa,  giocava a sgoba (che sarebbe come dire scopa per chi abita dalle parti del Po. Un tantino più su e un tantino più giù).
E non mi piaceva neppure la loro proposta politica che ho sempre considerato di retroguardia e freno al vero sviluppo e innovazione del Paese.  Non si costruiscono cattedrali nel deserto (veccchio vezzo democristiano) e neppure fabbriche per ottenere voti, chè il dare tutto quello che ci dovrebbe stare intorno (le infrastrutture, tanto per dire) era considerato una sorta di optional. Purtroppo hanno fatto scuola, come peraltro si sta vedendo e vivendo.
Eppure …eppure … vedere il vecchio capo-corrente della sinistra di base (così faceva di nome il suo gruppeto e basisti - toh, il caso - i suoi aderenti) su la 7*** nella trasmissione condotta da Luisella Costamagna e Luca Telese, è stata una vera boccata d’ossigeno per chi, come da quel vecchio ghibellino che io sono, ritiene la politica essere una cosa seria.
E che ha detto di così eclatante il vecchio leader demone-cristiano? In verità nulla.  Ha semplicemente parlato di politica.
In particolare ha detto:
-     che “il pd non discute di politica ma solo di chi vince e di chi governa” e neanche a farlo apposta a stretto giro di posta  il ventriloquo Bersani PierLuigi**** esterna ricordandoci che esistono le fogne;
-     che “se le persone si confrontano sulla immagine e sulla presunzione quando predicano indicando il nuovo in realtà non dicono nulla”; ogni riferimento ai comizi dell’uomo coi tacchi, Berlusconi Silvio, credo sia voluto;
-     che “nella prima repubblica (mo ci tocca rimpiangere anche quella, magari pure i suoi ultimi scampoli), quel sistema bipolare (e già, perchè c’era già una sorta di bipolarismo) era fondato su una proposta politica per il Paese, non solo per una parte. [La proposta] veniva legittimata da una parte ma la proposta politica era il governo della realtà…. Dopo che si era vinto, la maggioranza registrava il ruolo dell’opposizione. In parlamento l’opposizione era portatrice di proposte alternative non della delegittimazione della maggioranza”; e, tanto per rimanere in tema, il ventriloquo di cui sopra, non fa passare giorno senza che se ne esca con un “il governo ci deve dire…” Come se non fosse prioprio compito dell’opposizione quello del dire e dell’indicare proposte di visione e, al tempo stesso, di operatività alternativa.;
-     che “io sono maggioritario, che significato ha uno che si candida ad essere maggioritario se  non propone una proposta politica che la pubblica opinione accetti? E siccome la democrazia non ha risposte totalizzanti vi è una risposta di parte che si riscatta perché, una volta conquistato, il potere lo si esercita nell’interesse della collettività e non nell’interesse della maggioranza”. Su quest’ultimo punto il vecchio patrocinatore dell’accordo AlfaRomeo-Nissan, con la terribile e fallimentare produzione di un’auto che si chiamava Arna, e quindi con la produzione di un’altra autovettura dall’ugualmente infausto nome di Alfasud, per non dire di quanto si “sussurra/va” sulla presunta amicizia con quello che, all'epoca, era il patron della Parmalat****  (per ricordare delle più note), ha senz’altro ragione ma, forse,  un po’ di pudore non avrebbe guastato.
-    che”il nuovo in politica è la politica e che questa è l’indicazione del futuro”;
-    che “le contrapposizioni debbono essere contrapposizioni di opinioni e che le opinioni sono un valore e che [per questo loro essere valore] sono anche un limite alle ambizioni.” Forse un simpatico “avrebbero dovuto o dovrebbero” o comunque un qualsiasi condizionale sarebbe stato più appropriato. Ma tant'è.
Comunque, quanto siamo lontani dalle corbellerie e dalle fatue lettere frescone e dai pizzini, così la parlamentare europea Serracchiani ha definito l’intervento di Ikarus-D’Alema******,  che i sedicenti leader del pd si scambiano sui quotidiani.
Già, perché alla trasmissione partecipava anche Debora Serracchiani, uno degli astri nascenti del PD, che, tra le altre banalità, si è distinta per aver pronunciato la storica frase: “debbo sopravvivere in un mondo difficile” Più democristiana di De Mita. Quasi dorotea
E’ proprio vero che in un mondo di monopalle chi ne ha normalmente due sembra ne possegga almeno tre.    

_______________________________
(1) vedi “la tracciabilità del cretino”– 21 agosto 2010 – www.ilvicarioimperiale.blogspot.com
(2) su Wikipedia, se non si vogliono scomodare libri più importanti, si può trovare qualcosa su questo partito.
(3) puntata del 1 settembre 2010
(4) vedi “Pierluigi Bersani e la semiotica – 30 maggio 20101
(5) vedi “Evviva! In Italia c’è un cavaliere di meno”, 8 agosto 2010
(6) su D’Alema vedi “il teorema D’Alema”, 15 maggio; “Scajola, Bersani, Berlusconi, D’Alema: 1° maggio su coraggio”, 1 maggio 2010; “Ma chi era Ikarus?”, 25 marzo 2010;

Nessun commento:

Posta un commento