Ciò che possiamo licenziare

mercoledì 28 aprile 2010

Ricky Martin & Enzo Bettiza.

Ricky Martin ed Enzo Bettiza: due persanaggi molto distanti, quasi agli antipodi, con qualcosa di comune.
Il primo è nato a Portorico il 24 Dicembre del 1971, l’altro il 7 Giugno 1927 a Spalato, la famiglia faceva parte della comunità italiana, nel cuore della mitteleuropa, uno è un cantante di successo, con La Copa De La Vita (versione inglese) ha venduto più di ventimilioni di cd oltre che essere un sex symbol per diverse milioni di ragazzine e non solo, il secondo è un po’ canuto e ha scritto qualche centinaia di articoli e diversi libri ed è indicato come il più raffinato dei giornalisti italiani.
Eppure hanno qualcosa in comune: la voglia di raccontare all’universo mondo i loro “segreti”, la voglia tutta metafisica di scoprirsi, di mettersi in desabillè, di presentarsi in canotta-mutande-calzini.

Questo nuovo atteggiamento,detto di tendenza, viene chiamato outing*
Finora i vip ci hanno graziosamente forniti solo due tipi di outing: quello a valenza sexy e quello politico. E speriamo si fermino a questi due.
Ma poiché nulla è semplice a questo mondo, gli italici sono riusciti a definire due tipologie di sex-ouing: quello omo quello etero.
Il giovane portoricano casca in quello omo: ha dichiarato di essere gay. Di base vien fatto di dire::fatti suoi.Se piace a lui, contenti tutti.
Unico effetto collaterale è che quei milioni di ragazzine, e non solo,  che lo consideravano un sex symbol avranno pensato: “peccato-tutto-quel-ben-di-dio-sprecato!” E quindi di nuovo: fatti suoi. Faccia l’amore come gli va.
Sul palcoscenico etero invece si è presentato Franco Califano, anche lui cantante, con l'aggiunta di  essere paroliere, che ha dichiarato all'universo mondo che a 73 anni non usa il viagra. Salute.
E comunque sono fatti suoi. Effetti collaterali non se ne immaginano.

Sul coté politico ecco dunque il mitteleuropeo Bettiza. In effetti mancava.
Prima ci ha informato** che è in grado di sviluppare sogni poliglotti a seconda del soggetto: con la balia sogna in serbo-croato, con le Piljakove (amiche sue sovietiche) in russo, con Simone Veil (ma cme gli può venire in ment di sognarla?) il sogno è  in francese, con il papà, ovviamente, in veneto.
Dopo tanto dispendio di energia viene da chiedersi: e in italiano, mai?
Domande: e se per caso gli capitasse di sognare una cosa semplice come parcheggiare a Cagliari o di ordinare una pizza a Napoli o fare una passeggiata sulla Maiella? In che lingua sognerebbe? Buio fitto. La lingua di Dante la usa solo quando scrive articoli o rilascia interviste. Praticamente una lingua di solo lavoro, un attrezzo. Evvabbè
Quindi tutta la raffinatezza che gli viene attribuita deve consistere in questa sua abilità sognatoria o nei suoi impermeabili visto che vuol mettere in piazza anche questi: “ Berlusconi, una volta in tv raccontò di indossare un impermeabile copiato dai miei”
Prego notare le proporzioni: Berlusconi uno Bettiza tanti. Complimenti.

Quindi Bettiza ci confessa che lui, il più sofisticato, ama Bossi. Quello più vecchio, non il trota. Auguri.
Poi per non farsi mancare nulla ci ha informato che il papà del trota è un fine politico (né rozzo né greve e neppure folkloristico) e questo perché “sa benissimo dove va il boccino e fino a dove lo può spingere.” Accidenti!
Neppure Giorgio Gaber parlando del mitico Riccardo era arrivato a tanto essendosi fermato a “ma per fortuna che c’è il Riccardo che da solo gioca al biliardo,non è di grande compagnia ma è il più simpatico che ci sia.” E Bossi senior non sembra un mostro di simpatia.
Ma comunque ancora una volta sono fatti suoi. Voti per chi gli pare.
Effetti collaterali probabilmente nessuno. Il senatur guadagna voti a prescindere da questi soccorritori dell’ultima ora.

La domanda a questo punto è semplice: ma perché questo sventolar di panni in piazza? Perché fare tutte queste confessioni?
Hanno tutte (anche quella del simpatico Ricky, visto che essere gay negli States e soprattutto nello star system non fa scalpore) lo stordente odore del narciso. E sanno anche un po’ di commerciale: come quando Tognazzi nel film “Ultimo minuto” dice ad un giornalista “scrivi che lo vuole l’Inter. Si lo so che è un brocco,ma magari riusciamo a venderlo”
O sarà forse che la canotta del papà del trota, anche se ad anni di distanza, sta facendo scuola e ora gli epigoni oltre alla camicia si tolgono anche il resto?
Triste la sindrome canotta-mutanda-calzini.
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* Il termine outing nasce agli inizi degli anni ’90 nel movimento omosessuale americano come atto provocatorio e di ritorsione nei confronti di persone che, segretamente omosessuali, in pubblico si dimostravano omofobi di particolare aggressività.
Con il tempo si è passati dall’outing, atto rivolto verso gli altri, all’outing oneself atto rivolto verso sé stessi, ovvero la dichiarazione di avere una sessualità diversa da quella eterosessuale. In Italia si usa il termine outing tout-court per entrambe le situazioni.
** Corsera del 26 aprile 2010
Histats_variables.push("Ricky","0");

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