Ciò che possiamo licenziare

domenica 11 aprile 2010

I francesi lo vogliono. E noi diamoglielo. Tre indizi ed una soluzione.

I francesi sono sempre stati un po’ spitinfi.
(spitinfio= tipica espressione padana per dire di uno con la puzza sotto il naso. Per noi che viviamo nel grande regno del papà del trota è bene che non si perda il contatto con la lingua del territorio!).
Dunque eravamo rimasti a spitinfi.
Sì, i francesi sono spitinfi: i loro formaggi sono “superb” e hanno nomi altisonanti come “caprice de dieu” o “camamber”. Mi raccomando con una bella errrrrrrrr strascicata. I loro vini sono i migliori del mondo e in particolare dei nostri, e che dire dello champagne, che noi più prosaicamente chiamiamo spumante? E poi loro si ritengono maestri della moda, anche se Barack veste italiano.
Insomma l’idea di grandeur per loro è un chiodo fisso. E questo è il primo indizio
Tuttavia … tuttavia, nonostante l’alto tasso di spitinfiaggine (vedi nota sopra) di tanto in tanto hanno momenti di debolezza nei nostri confronti e si degnano di importare anche prodotti italici.
Però, sia chiaro, da noi vogliono il meglio e soprattutto importare gadget da mettere in bella mostra e di cui potersi vantare con i vicini: i rigidi tedeschi e gli antipatici belgi.
E così si sono portati a casa Caterina de Medici (1519-1589) moglie di Enrico II ma soprattutto madre di tre re e due regine. Mica bruscoli. Poi soddisfatti del primo affare hanno proseguito con Maria (1575-1612), sempre una Medici, che tanto per non sfigurare mette al mondo niente-popo-di-meno-che Luigi XIII. E così vanno avanti con Giulio Mazzarino da Pescina (1601-1661), evidentemente gli piacciono i toscani, cardinale di grande pregio.
E che dire poi del petit italien, al secolo Napoleone Bonaparte, mica tanto alto, però sapeva il fatto suo. E neanche Sarkò è un gigante. Forse tappo gli piace. E questo è il secondo indizio.
E poi ancora hanno importato altri pezzi di grande pregio: che dire di Claudià (Cardinale, ma nata in Algeria) e poi di Marçelò (Mastroianni, grande tombeur de femme) e Paolò (nel senso di Conte che all’Olympia fa sempre il pieno) . Pezzi da novanta.
Infine Carlà (coniugata Sarkozy) di cui con frenetica passione acquistano i dischi, lanciandola in cima alla hit parade locale. Che gli italiani cantino evidentemente li entusiasma. E questo è il terzo indizio.
A questo punto se tre indizi fanno una prova, loro dall’Italia vogliono: qualcuno che abbia un forte senso di grandeur, sia basso e sappia cantare*.
E allora non facciamoci pregare: diamogli quello che cercano prima che ce lo chiedano: esportiamo Berlusconi (insieme ad Apicella).
Anche a prezzi modici, anche in comodato d’uso gratuito. Noi non abbiamo manie di grandezza, noi siamo generosi.
E poi, con tacchi e solette Berluscò è più alto di Sarkò.

* Corriere della Sera del 9 Aprile 2010, pg. 5 dove, tra l’altro, si racconta di Berlusconi che canta in francese alla cena di gala. E poi ci lamentiamo se siamo classificati solo come "pizza&mandolino".

2 commenti:

  1. ahahahaha... fantastico!
    Concordo e aggiungo che siamo talmente generosi che in questo caso paghiamo anche le spese di spedizione!

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  2. In aggiunta al 'comodato d'uso', potremmo proporre anche la 'nuda proprietà'. Astenersi spiegazioni e commenti.

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